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Chainsaw Man: la nostra recensione di uno degli anime più singolari degli ultimi anni

Chainsaw Man è senza ombra di dubbio uno dei titoli di maggior successo degli ultimi anni, capace di catturare milioni e milioni di lettori in tutto il mondo grazie alle tematiche trattate al suo interno, la propria eccentricità e l’eccletticità del suo autore Tatsuki Fujimoto.
Pubblicato tra le pagine di Weekly Shonen Jump di casa Shueisha dal 3 Dicembre 2018 al 18 Dicembre 2020, Chainsaw Man ha successivamente ripreso la propria serializzazione con la sua seconda parte il 13 Luglio 2022 su Shonen Jump+. In questo lasso di tempo l’opera è divenuta un fenomeno globale in grado di sfondare le barriere del mainstream e spopolare sia in madrepatria che in occidente.

Il successo del cartaceo si è poi tramutato in vero e proprio hype per l’adattamento animato a cura di studio MAPPA; l’anime di Chainsaw Man difatti, in una stagione piena di sequel di rilievo e ritorni in grande stile, è stato indubbiamente il titolo più atteso di quest’Autunno 2022.
La trasposizione delle disavventure di Denji fu annunciata nell’ormai lontano 2020, quasi in concomitanza con la conclusione della prima parte del manga, e sin da allora è stata al centro dell’attenzione e delle discussioni degli appassionati.

Chi si interessa dei dietro le quinte del mondo dell’animazione nipponica ben saprà che Chainsaw Man è a tutti gli effetti un progetto più unico che raro; studio MAPPA, difatti, si è fatta carico della trasposizione del manga di Fujimoto con le sue sole forze, senza un comitato di produzione alle spalle a finanziarla.
Ciò, naturalmente, ha portato a diversi dibattiti all’interno della community, con una folta schiera fan volenterosi di penetrare quel banco di nebbia posto attorno al progetto per oltre due anni.

Chainsaw Man

Il fedele e al contempo autoriale adattamento di Chainsaw Man

La community, come detto poc’anzi, per quanto volenterosa di ricevere la trasposizione di Chainsaw Man, prima della sua messa in onda era divisa in due “fazioni”: coloro i quali avrebbero desiderato un adattamento 1:1, cercando di replicare passo per passo l’eclettico paneling di Fujimoto, e coloro i quali avrebbero gradito un progetto molto più autoriale e distaccato (non tanto nella scrittura, quanto nelle scelte artistiche) dal materiale originale.

Con la messa in onda del 12′ ed ultimo episodio possiamo tirare le somme di questa produzione e constatare il come si sia rivelata, a tutti gli effetti, una via di mezzo in grado di soddisfare ambo le parti sopracitate.
I punti cardine delle vicende sono stati rispettati in maniera fedele sia nelle tempistiche che a livello narrativo e, al contempo, sono state tagliate alcune porzioni di storia che (a conti fatti) non risultavano estremamente fondamentali come, per esempio, lo “scontro” con il diavolo muscolo che avviene nel 2′ capitolo per adattare meglio la narrazione al medium dell’animazione.

Al contempo, il progetto nelle mani del regista Ryu Nakayama è stato in grado di bilanciare il “rispetto” delle tavole più iconiche dell’opera originale con delle proposte autoriali molto differenti in maniera ottimale, creando un connubio all’interno del quale l’anime riesce a maturare una propria essenza che comunque pianta le proprie radici sulle solide basi che caratterizzano il manga.

Chainsaw Man 2
Chainsaw Man 3

Nelle trasposizioni degli ultimi anni si sta facendo largo il trend di adattare pedissequamente, senza un briciolo di autorialità, tutto ciò che viene messo nero su bianco nell’opera originale, dimenticando che la parola “adattamento” al suo interno comprenda anche un certo quantitativo di capacità interpretativa.
È questo il caso di My Hero Academia, per fare un parallelismo con un altro anime messo in onda in concomitanza di Chainsaw Man. Nel corso di tutte e 6 le stagioni uscite sinora, il primo ha sempre cercato di ricalcare il tratto ed il paneling di Kouhei Horikoshi (ideale difficile da conseguire dato che si tratta di medium e artisti differenti) risultandone un adattamento 1:1 relativamente scarno e privo d’inventiva.

Chainsaw Man, invece, riesce nell’ardua impresa di seguire la narrativa originale pur riproponendola, soprattutto tramite il proprio apparato tecnico del quale parleremo più avanti, in una salsa diversa e più adatta all’animazione stessa.
Ne risulta quindi un progetto che brilla di luce propria invece che una mera copia carbone fine a sè stessa e nata concettualmente con il solo scopo di dare lustro al nome del franchise.

Chainsaw Man

Un progetto più unico che raro

Come detto durante l’introduzione della recensione, Chainsaw Man è un progetto più unico che raro in quanto figlio delle sole forze di studio MAPPA, senza un comitato di produzione alle spalle.
Da 30 anni a questa parte, la presenza di tali comitati è diventata sempre più imprescindibile e fondamentale per le produzioni animate nipponiche, creando tuttavia il circolo vizioso che ha portato l’industria a vivere nella stagnazione odierna e nei pessimi ritmi di lavoro che ne conseguono.

Quando da un lato hai investitori del calibro di Sony, Shueisha, TV-Tokyo, Sakura TV e chi più ne ha più ne metta a finanziare un progetto X, lo strapotere economico e l’influenza dei primi è in grado di dettare legge sull’uscita e sulle tempistiche di produzione di quest’ultimo.
Questo divario tra le condizioni imposte dai “piani alti” e quelle necessarie ai “piani bassi” per far uscire un progetto salubre è il buco nero che sta creando questa spirale di pessime produzioni a livello qualitativo e di terribili condizioni lavorative che affliggono l’industria.

Tale spirale, inoltre, ha anche creato un ecosistema all’interno del quale autofinanziarsi una produzione animata sembrava ormai divenuto impossibile. Per questo motivo, nei mesi precedenti all’uscita di Chainsaw Man, molti addetti ai lavori e appassionati di animazione giapponese hanno discusso animosamente sulle possibilità o meno che il progetto capitanato dal regista Ryu Nakayama potesse riuscire a soddisfare le incredibili aspettative da parte del pubblico verso il comparto tecnico. Tali confronti hanno continuato persistere anche durante la messa in onda, dato che una manciata di episodi impressionanti non sono necessariamente sintomo di una produzione in salute.

chainsaw man op

Tra un leak e l’altro ed un’indiscrezione e l’altra, l’anime di Chainsaw Man è riuscito a reggersi sulle sue gambe sino alla propria conclusione, nonostante qualche scricchiolio si sia iniziato a sentire dall’ottava puntata in poi. Si può quindi sostenere, a conti fatti, che questo “esperimento” più unico che raro sia stato un successo, anche se è ancora presto per cantar vittoria e per vedere lo stesso approccio diffondersi anche all’infuori di questa singola IP.

Il gradimento o meno di quanto partorito da studio MAPPA, poi, è una questione puramente individuale e che non va a togliere merito agli artisti che hanno lavorato a questo progetto senza precedenti negli ultimi anni.
Sicuramente l’assenza di un comitato di produzione si è sentita, soprattutto nella mancanza della “potenza di fuoco” per poter offrire tutti e 12 gli episodi di Chainsaw Man alla stessa qualità, oppure nella necessità di dover ricorrere alla CGI che il pubblico occidentale tanto aborra per partito preso.

Il valore di un prodotto animato moderno, tuttavia, sta anche nella capacità di saper nascondere le problematiche dietro alla sua produzione e di non farle percepire come tali all’occhio dello spettatore medio. “Se non mi accorgo del difetto, allora il difetto non esiste” è uno dei mantra dell’industria dell’animazione giapponese moderna ed in Chainsaw Man lo staff è riuscito egregiamente a buttare la polvere sotto il tappeto.

Chainsaw Man

Due parole sul comparto tecnico

La buona riuscita dell’adattamento di Chainsaw Man è, ovviamente, in larga parte da attribuire agli artisti che ci hanno lavorato e alla capacità dell’animation producer Keisuke Seshimo di ingaggiare nel progetto diverse individualità di gran rilievo, farle coesistere e dare risalto a molti talenti in erba con poca esperienza sulle spalle.

Già la nomina di Ryu Nakayama fece storcere il naso a molti siccome il trentaduenne sarebbe stato alla prima vera e propria esperienza nel ruolo di regista dopo poche e brevi parentesi come episode director in opere come Fate/Grand Order -Absolute Demonic Front: Babylonia, Jujutsu Kaisen e The Rising of the Shield Hero. Eppure la scommessa si è rivelata redditizia dato che Nakayama è riuscito ad imporsi egregiamente e a lasciare il segno.

Se a talenti grezzi come Nakayama, poi, accostiamo come episode director e storyboarder personalità navigate e dal talento cristallino come Makoto Nakazono, Hironori Tanaka, Tatsuya Yoshihara e Shota Goshozono, ne risulta un prodotto dalla qualità, diversità e originalità registica fuori dal comune, quasi mai vista nel panorama degli ultimi 10 anni.
Menzione d’onore, ovviamente, all’iconico Shingo Yamashita che si è occupato degli storyboard e della regia dell’opening, rendendola una delle più impressionanti a livello tecnico di recente memoria grazie anche alla sua stretta collaborazione con Fujimoto per renderla il più citazionista possibile.

Poc’anzi abbiamo rimarcato come l’utilizzo della CGI sia, erroneamente, giudicato per partito preso dagli spettatori occidentali ed infatti il lavoro svolto su Chainsaw Man dalla consolidata coppia in casa MAPPA formata da Motoi Okunou e Kazumasa Yokokawa è encomiabile. D’altronde da due artisti che hanno avuto ruoli fondamentali in opere che hanno fatto della CGI, soprattutto per quanto concerne layout e background, uno dei propri punti forti come Devilman Crybaby, Hellsing Ultimate, Dorohedoro, Inuyashiki e L’Attacco dei Giganti non ci si aspettava di meno.

I modelli in CGI sono potenzialmente i migliori che MAPPA abbia mai partorito da un paio di anni a questa parte, mentre l’abilità nell’armonizzare fondali in 3D con personaggi in primo piano in 2D è oramai un marchio di fabbrica dello studio. In alcuni frangenti le vere e proprie animazioni dei modelli sono state altalenanti (soprattutto durante le scene d’azione con Denji-motosega e/o i diavoli), ma considerando il complesso character design del nostro protagonista ed un compositing di assoluto livello, tale macchinosità dei movimenti risulta più comprensibile e si percepisce molto meno di quanto avverrebbe in un’altra qualsivoglia produzione.

Chainsaw Man Gets Official Preview And Synopsis For Episode 1

Infine, una menzione onorevole al lavoro svolto da Kisuke Koizumi (Dororo, Kingdom, Parasyte) come sound director e Kensuke Ushio (Devilman Crybaby, Heike Monogatari, Ping Pong The Animation, A Silent Voice) come compositore delle OST.
Gran parte del pathos e dell’atmosfera che si crea attorno alle vicende mostrate in Chainsaw Man è proprio da attribuire alla grande cura per le musiche e gli effetti sonori; ogni volta che Denji si trasforma ci sembra di avere personalmente in mano una motosega, ogni volta che sbudella un diavolo ne percepiamo sia il dolore che lo splatter del sangue. Il tutto condito soundtrack sempre incalzanti e adatte alla scena in questione.

Considerazioni finali su Chainsaw Man

Come abbiamo detto ad inizio recensione Chainsaw Man è un prodotto più unico che raro, il quale partiva con aspettative altissime dettate da una cultura dell’hype che sta creando più danni che benefici.
Ciononostante, l’opera di studio MAPPA è riuscita nell’intento di crearsi una sua identità, che nell’industria dell’animazione giapponese moderna non è MAI cosa da poco.

“Il manga è meglio”, “L’anime è stato adattato male”, “Aspettavo da anni di vedere quella scena e l’hanno tagliata”; queste sono solo alcune delle affermazioni che spesso e volentieri si sentono o leggono quando si parla di trasposizioni. C’è sempre quell’intrinseca e perversa necessità di dover necessariamente paragonare i due prodotti per fare un computo di quale sia migliore da consumare.

Il progetto di Nakayama riesce, quasi miracolosamente, nell’intento di non essere né peggio né meglio del manga di Fujimoto, ma semplicemente DIVERSO.
L’anime di Chainsaw Man vive di luce propria e propone un’esperienza differente rispetto a quella del manga, lasciando allo spettatore la possibilità di godere di entrambi senza necessariamente percepire una netta inferiorità dell’uno verso l’altro.

chainsaw man ep 9 makima 02

Certo, in alcuni frangenti l’anime di Chainsaw Man è più gradevole mentre in altre lo è il manga, ma questa è la natura di due medium differenti che invece di venire forzatamente comparati possono coesistere alla perfezione.
L’adattamento, per esempio, riesce a creare più suspense di quanto faccia il manga dato che il primo ha un ritmo di narrazione più lento che favorisce l’atmosfera, mentre invece l’opera originale (tramite l’ingegnoso paneling di Fujimoto) riesce ad essere estremamente più divertente nei suoi siparietti comici rispetto all’anime, nonostante quest’ultimo dovrebbe avere teoricamente il doppiaggio e le musiche a suo favore.

Insomma, l’adattamento di Chainsaw Man è un prodotto peculiare che meriterebbe di essere guardato anche solo per tutto il cantiere che c’è dietro al palcoscenico ma, anche qualora il comparto tecnico non fosse tra le vostre priorità all’interno di un anime, risulta comunque una storia ampiamente parecchio apprezzabile, ricca di personaggi unici e memorabili e di una narrativa singolarmente adatta al medium dell’animazione, in grado di creare quel pathos necessario a fare empatizzare lo spettatore con le vicende messe in mostra.

Magari non sarà l’incontestabile capolavoro assoluto che i fan avrebbero gradito. Tuttavia, viste le premesse e le aspettative che sulle spalle, l’anime di Chainsaw Man risulta a conti fatti un ottimo prodotto, apprezzabile dalla stragrande maggioranza della community e che (mai dire mai) potrebbe fare da apripista per altri progetti autofinanziati in futuro, rendendosi così anche un pezzo importante della storia dell’animazione giapponese.

Chainsaw Man

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Matteo Comin

Matteo Comin

Sono Matteo, scrivo da Desenzano (BS), Studio Scienze della comunicazione e lavoro in un cinema multisala. Sono appassionato, come tutti voi, di tutto ciò che riguarda la cultura nerd, in particolar modo di anime e manga.

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