La vera identità del Boss degli Uomini in Nero è uno dei misteri più grandi di tutto Detective Conan, che ci portiamo dietri da oltre vent’anni nonostante una risposta sembra esserci.
Il nome che ci è stato fornito nel capitolo 1008 è infatti quello di Renya Karasuma, un uomo molto ricco di cui si parla per la prima volta nel volume trenta, in occasione del caso nella Villa del Crepuscolo.
Il problema, però, è che quest’uomo pare sia morto da almeno quarant’anni e che di conseguenza il Boss dell’Organizzazione attuale potrebbe essere un’altra persona a noi tutt’ora ignota, tuttavia questa rimane comunque una supposizione non supportata da prove al momento.
Proprio in virtù di questa costante incertezza le indagini sull’identità del Boss degli Uomini in Nero continuano e da sempre appassionano i fan che spesso e volentieri tentano di ingannare Gosho ponendogli delle domande del tipo “il boss pratica karate? Il boss è mancino?”, le cui risposte potrebbero dare significativi indizi. Aoyama, però, non risponde mai in maniera chiara e pertanto è difficile riuscire a rubargli effettivamente qualche indizio.
Grazie a una serie di Q&A svolti nel corso degli anni, comunque, possiamo ricostruire una lista di persone che a detta dello stesso Gosho Aoyama NON possono assolutamente essere il Boss dell’Organizzazione degli Uomini in Nero e che di conseguenza possiamo scartare dalla lista dei sospettati.
Detective Conan: di chi non dovremo sospettare?
Per cominciare distruggiamo uno dei miti che da sempre gravitano attorno all’opera di Gosho Aoyama: no, il Boss degli Uomini in Nero non è il Dottor Agasa come moltissime persone hanno (stranamente) supposto nel corso degli anni. Stessa cosa possiamo dire per Genta, Mitsuhiko e Ayumi: i tre sono effettivamente dei semplici bambini e non hanno legami con l’Organizzazione.
Il Boss non è Conan, non è Ran e neppure Yusaku Kudo, padre di Shinichi che Gosho ha più volte definito persino più intelligente del figlio. Neanche Sonoko Suzuki, migliore amica di Ran, può rientrare nella lista dei sospettati nonostante faccia parte di una famiglia ricca esattamente come i Karasuma.
Il Boss non è neppure Shiratori Ninzaburo né Shuji Tsugawa, direttore della Biblioteca di Tokyo che vediamo in uno dei primi volumi del manga. E naturalmente no, il Boss non è Gosho Aoyama stesso, stranamente sospettato da alcuni fan giapponesi.
L’autore ha inoltre dichiarato che l’avvocato Eri Kisaki, madre di Ran, non è coinvolta con gli affari dell’Organizzazione pertanto anche lei è da escludere dalla lista dei sospetti.
Una delle ipotesi più fantasiose è poi quella dell’Intelligenza Artificiale, secondo cui Renya Karasuma in punto di morte avrebbe caricato la propria mente all’interno di un computer che da decenni agisce e impartisce ordini come se fosse lui stesso. Gosho ha però negato anche questa teoria.
Certo, raccogliere una lista di sospetti a questo punto appare difficile visto il poco che sappiamo del Boss, tuttavia niente è impossibile. Nel frattempo, aspettiamo i prossimi indizi sugli Uomini in Nero, che visti gli ultimi capitoli sicuramente non tarderanno ad arrivare.