I Cinepanettoni sono stati una formula molto importante durante la produzione cinematografica degli anni 80/90/2000 e ancora oggi rimangono di stampo immortale, e nonostante tutto sono ancora in voga, ancora in vetta, ancora inimitabili.
Perché ponendoci su un discorso di “unicità” quello dei Cinepanettoni rimane uno stile inconfondibile che negli anni è mutato, ma mai si è avvicinato all’atmosfera e al cuore tragicomico dell’originale, e tra trash, sequenze oniriche e memorabili, insieme a personaggi fuori dalle righe, quelle di Neri Parenti, i Vanzina e via discorrendo sono pellicole che in un certo qual modo hanno voluto raccontare uno spaccato di vita di quegli anni, tramite personaggi “stereotipati” in un certo senso, che hanno dato il via a uno stile comedy a oggi totalmente distaccato da tutto il resto. Vuoi o non vuoi stiamo parlando di un genere unico.
La metaforica unicità dello stereotipo
Come leggete dal sottotitolo stiamo parlando di commedie che non hanno una qualità alta ovviamente, ma un volto ben distinto e originale, specie se consideriamo la commedia italiana dell’epoca. Quanto fatto dalla coppia Vanzina/Parenti e Boldi/De Sica rimane un traguardo importante, capace di muovere nel corso di più di 30 anni carriera milioni d’italiani nelle sale, sovrastando pellicole di mostri sacri come Spielberg ad esempio.
Se non ci credete ascoltate o leggete delle interviste recuperabili tranquillamente su Google dove i Vanzina discutevano di quella volta quando Steven Spielberg si chiedeva perché ogni volta che un suo film usciva a Natale in Italia si trovava sempre secondo. La risposta era semplice: i Cinepanettoni.
Tornando alla discussione precedente, e analizzando i personaggi dei film in questione, troviamo spesso la ricerca e la dimostrazione dello stereotipo italiano, dove si divideva nel classico milanese, il classico romano e qualche volta (come accade con Nino d’Angelo in “Vacanze di Natale” ndr) il classico napoletano. Film di serie B sicuramente, ma con una genialità propria ben definita.
I luoghi comuni erano sempre tangibili in quel periodo, ma possiamo tranquillamente dire che in Italia si sono affermati e in un certo senso “fossilizzati” per via di questi film, e non sappiamo se la cosa possa essere un vanto o meno.
L’intenzione dei Vanzina e di Parenti (citiamo loro perché hanno in carriera una mole maggiore di Cinepanettoni rispetto ad altri ndr), è sempre stata quella di catturare e mostrare al pubblico la loro natura, attraverso la satira e la “cattiveria” che ha sempre contraddistinto il tutto.
L’italiano medio degli anni 80/90, e anche 2000 vive in quei film, vive in De Sica e si esprime nei personaggi interpretati da Boldi, Salvi, D’Angelo, Abatantuono e compagnia cantante. Dal Natale ai Bodyguard, fino a passare per i tifosi, la commedia italiana di quel filone ha sempre voluto raccontare degli “spaccati di vita” di quel periodo tragicomico, non solo nella TV ma anche nella realtà.
La distinzione e la linea tra ricco e povero è sempre stata visibile nei Cinepanettoni, e forse per questo, per chi sa guardare possono rappresentare anche delle situazioni e dei forti messaggi inerenti all’essere umano e alla mentalità del popolo italiano, ancora oggi fermo su molti punti. Si ride della vita e ci si scompiscia per le cadute e le disgrazie degli altri, proprio come ha sempre fatto e sempre farà l’uomo.
L’arma migliore per superare determinate situazioni sono la satira, la veridicità distopica di alcune realtà e la fedeltà con cui si ricreano alcune mentalità e alcuni pensieri ancora radicati nella mente dell’essere umano, che con (in)consapevolezza si è recato per oltre 30 anni al cinema per godersi due ore di spensieratezza in un periodo stressante e duro come può essere quello delle feste o per distrarsi dalla vita in generale.
Il politicamente corretto ha distorto la satira
Fino a qui abbiamo cercato di ripercorrere in maniera oggettiva quanto fatto dai Cinepanettoni, che nonostante tutto, nonostante la dubbia qualità delle pellicole, ha sempre avuto un suo stile, un suo “cuore” se così vogliamo chiamarlo, e al di la dei gusti il lavoro svolto a proposito di queste produzioni ha avuto una sua valenza nel mondo della commedia italiana, ineluttabilmente mutata nel corso del tempo.
L’era di questo genere di film si è chiusa, e se non è esattamente così al massimo è mutata, visti anche i tempo che cambiano e le “regole” che in un certo senso vengono imposte. Il “politicamente corretto” è sicuramente una manna dal cielo, e nel complesso, se svolto con criterio svolge una meravigliosa funzione, ovvero quella di sensibilizzare il pubblico su alcuni concetti mai troppo discussi.
Ma forse sulla comicità non si doveva agire più di tanto, visto che il comico, l’ironia, si definisce tale quando si permette di scherzare su qualsiasi cosa con il giusto (ir)rispetto verso il tema che si affronta e al giorno d’oggi non possiamo dire che l’arte in questione sia libera, visto che film, serie TV e via discorrendo sono ormai bloccati da una porta a cui è stata buttata la chiave di una serratura che forse, non verrà mai più aperta.