Chi di noi non ha mai visto almeno una puntata di Ciao Darwin? Lo show di prima serata condotto da Paolo Bonolis e che a oggi può vantare numerose edizioni diverse è sicuramente una delle trasmissioni più amate e acclamate dal pubblico italiano, che alla fine di ogni edizione inizia già a chiedere a gran voce la prossima, che puntualmente tarda ad arrivare.
Nonostante la trasmissione sia principalmente incentrata sull’intrattenere e divertire il pubblico, però, qualche rischio per i partecipanti rimane sempre e purtroppo in un’occasione un concorrente si è ferito gravemente durante il gioco del genodrome.
Il genodrome è un percorso ad ostacoli che culmina con dei rulli sospesi su una piscina: i concorrenti devono attraversarli correndo e arrivare dall’altra parte. Nel 2019 purtroppo Gabriele Marchetti cadde dai rulli e la caduta provocò lo schiacciamento di due vertebre, in seguito alla quale l’uomo rimase paralizzato dalla testa in giù.
A Giugno Gabriele Marchetti lamentò anche il disinteresse che Paolo Bonolis ed altri membri della produzione mostrarono nei confronti della sua condizione, sottolineando come in particolare il conduttore non lo avesse neppure mai cercato.
“Paolo Bonolis non mi ha mai cercato per sapere come sto. Neanche persone a lui vicine mi hanno mai contattato. Soltanto qualcuno della produzione all’inizio si è fatto sentire per telefono e per mail con la mia famiglia per conoscere la mia condizione fisica. Si sono messi a disposizione per ogni eventuale nostra necessità. Poi però non ci sono stati altri contatti”.
Poco dopo, però, l’avvocato precisò:
“Paolo Bonolis ha chiamato una volta la moglie e una volta il figlio di Gabriele Marchetti. Queste due telefonate sono avvenute nei giorni successivi all’incidente. Qualche mese dopo, invece, la moglie di Bonolis ha cercato la moglie di Marchetti, perché interessata a sapere come stesse il mio assistito”.
Quattro persone finirono a processo accusate di “lesioni personali gravissime”, oltre alla denuncia che i concorrenti non fossero sufficientemente allenati per svolgere prove così pericolose. In seguito ad un risarcimento avvenuto a giugno, comunque, l’uomo aveva ritirato la querela.
Ad oggi, tuttavia, il giudice ha comunque assolto i quattro imputati perché “il fatto non sussiste”.
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Fonte: La Repubblica