Il mondo sta accogliendo sempre di più la varietà di prodotti giapponesi che vengono man mano esportati all’interno dei vari paesi, a cominciare da quelli dell’intrattenimento come i manga, gli anime, le serie TV e le canzoni provenienti dal paese del Sol Levante. Anche per questo motivo la popolarità della lingua nipponica è aumentata considerevolmente, e numerose parole adesso sono diventate di conoscenza comune nella cultura popolare.
A contribuire di gran lunga a questa diffusione, però, non possiamo dimenticare anche i vari contenuti pornografici di cui il Giappone è orgoglioso produttore. Questa stessa nazione è stata pioniera di alcuni dei termini oramai più conosciuti nel mondo della pornografia, oltre che responsabile della creazione di un vero e proprio genere a sé come il “porno con tentacoli” e gli hentai.
E sebbene i giapponesi siano piuttosto consapevoli dell’influenza che hanno apportato all’entertaiment a luci rosse, c’era ancora una cosa di cui molti erano ignari: la popolarità della frase “yamete kudasai” utilizzata dalle persone straniere in questo genere di contesti pornografici.
Una normale parola giapponese o qualcosa di più?
Di per sé, “yamete kudasai” non è una frase che nasconde chissà quale significato sottinteso, o che si presenta in modo più o meno ambiguo: in giapponese, essa significa semplicemente “fermati per favore”, è dunque un modo cortese per richiedere a qualcuno di non procedere oltre nel fare qualcosa. Tuttavia, il suo collegamento con il mondo degli hentai è dato dal fatto di essere molto spesso utilizzata da personaggi femminili in queste opere, spesso in situazioni dove la ragazza in questione cerca di esprimere il suo rifiuto durante atti non consensuali.
La sua popolarità non deriva solo dall’essere oramai una frase immancabile negli anime di questo genere, ma anche dal modo in cui viene pronunciata, spesso urlata in modo esagerato, brusco, ansimante. Oramai è diventata inevitabilmente una sorta di meme su internet, sfruttato anche per trollare le persone inserendola senza contesto e a tutto volume in video online, costringendo l’utente ad abbassare l’audio subito prima che gli altri la sentano.
I giapponesi però non sembravano essere ancora informati di questo trend, e dopo che qualcuno ha pubblicato il fatto su un forum, essi hanno voluto esprimere le loro impressioni:
« Hmmm, perché i meme che escono dal Giappone devono sempre essere legati al porno? ».
« Prima bukkake, poi hentai, qual è il prossimo? Cos’altro c’è da dire dopo queste parole? ».
« Penso che in Occidente usino anche “Ara Ara” come frase rappresentativa del Giappone ».
” Anche Ahegao è popolare, ma non sembra funzionare per loro, o è raro vederlo nella vita reale “.
« Penso che “Senpai” sia stato adottato anche dall’Occidente e ne hanno cambiato un po’ il significato ».
” Onii-chan è un’altra parola che hanno preso “.
« Mi sento orgoglioso di essere giapponese ».
E ancora:
” Ho sentito che i media giapponesi ne sono inorriditi.”
« Hanno persino adottato il termine NTR, forse lo stanno già accettando? ».
« Onestamente, penso che l’otaku straniero sia già più imbarazzante dell’otaku giapponese ».
« Non è strano che una frase che rifiuta il sesso non consensuale sia ora rappresentativa del porno giapponese? ».
« Hmmm , fanno anche meme sullo stupro? Se no, allora la frase non ha senso ».
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