Una delle maggior innovazioni di Apple è stata quella di reinventare i tablet con il suo iPad. Lanciato nel 2010, questo dispositivo è stato per diversi anni uno dei prodotti di punta dell’azienda e uno dei marchi più iconici nel mondo tech.
Negli ultimi anni, però, i tablet di casa Apple hanno perso in parte la sua rilevanza nel mercato tecnologico e, soprattutto, ha registrato una contrazione dei ricavi. Le ragioni dietro questo calo sono diverse. Una delle principali è stata illustrata da Jean-Louis Gassée, dirigente di Apple Computer dal 1985 al 1990: ancora oggi nessuno è ancora riuscito a rispondere alla domanda “a che cosa serve di preciso un iPad?”. Apple inclusa.
iPad, “una via di mezzo tra iPhone e Mac”
Jean-Louis Gassée tiene un blog da diversi anni, Monday Note e ha pubblicato lo scorso lunedì proprio un approfondimento dedicato ai tablet di Cupertino, intitolato “The iPad Mistery. New episode: Food Fight strategy”. La sua analisi parte dalla domanda che vi abbiamo già anticipato e che si è posta Apple fin dal lancio di iPad: “a che cosa serve?”. E una risposta non è ancora arrivata.
Come ricorda lo stesso Gassée, Steve Jobs nel 2010 aveva dichiarato che l’iPad si trattava di “una via di mezzo” tra gli iPhone e i Mac. E in effetti è stato così per anni e la sua utilità era universalmente riconosciuta. Gli smartphone fino al 2013/2014 avevano dimensioni medie molto contenute: un iPhone 5/5S disponeva di un display di “soli” 4″. All’epoca, un Samsung Galaxy Note sembrava veramente un gigante.
I cambiamenti nel mercato e nella strategia di Apple
Qualcosa però è cambiato nel mercato degli smartphone prima e nella strategia di Apple poi. Innanzitutto, i cellulari hanno iniziato a diventare sempre più “grandi” e le dimensioni dei display sono diventate sempre più simili a quelle degli iPad. Con gli iPhone 6, Apple introdusse per la prima volta sul mercato due dispositivi da 4.7″ e da ben 5.5″.
Secondariamente, Apple ha sempre più insistito sulla somiglianza dei suoi tablet con un personal computer. Al lancio di iPad Pro, lo stesso Tim Cook aveva detto che un iPhone e un iPad erano abbastanza per i suoi viaggi. Senza contare che il CEO di Apple ha spesso ripetuto che i loro tablet rappresentano i dispositivi più vicino all’idea di Apple del futuro personal computer.
Ed è qui che entra in gioco l’analisi critica di Gassée: Apple volendo avvicinare l’iPad all’idea di PC ha “perso” per strada la semplicità di questo tablet. Ma allo stesso tempo non è ancora riuscita a rendere i suoi device dei veri e propri sostituti di un MacBook.
Come ribadisce ancora Gassée, quando Microsoft lanciò i Surface tutti si aspettavano che Apple avrebbe seguito Redmond sulla medesima strada con i suoi tablet. Ma così non è stato. O meglio, in un certo modo Cupertino ci ha provato, senza mai arrivare a un risultato “completo”. Al momento, la concorrenza rappresentata dai Samsung Galaxy Tab sta facendo meglio, grazie all’implementazione di Dex sui suoi tablet.
iPad, tra un software non adeguato…
Nel 2019, infatti, Apple introdusse sul mercato iPadOS, una versione di iOS leggermente modificata con incluse diverse features esclusive. Come per esempio un migliore File manager, il multischermo (Split View e Split Screen), alcune app esclusive, e così via. Senza contare per l’appunto lo sviluppo di una linea “Pro” e l’Apple Pencil.
Il problema è proprio il suo essere una versione modificata di iOS e non di MacOS: si porta dietro tutti i “limiti” di un sistema operativo mobile, assenti ovviamente in un OS per computer. In più, alcune feature del sistema operativo dei tablet Apple non sono state ben sviluppate.
Gassée porta l’esempio di Stage Manager, una delle principali novità di iPadOS 16 e MacOS Ventura. Una feature sulla carta molto utile, visto che permette di gestire sullo schermo fino a 4 applicazioni insieme, passando da una finestra all’altra in maniera molto comoda.
Solo che sui Mac è stata integrata in maniera efficace, con gli iPad no. Non solo è emerso dai rumor che Stage Manager potrebbe essere la ragione principale del rinvio di iPadOS 16 (uscito a ottobre invece che a settembre come succede da diversi anni). Ma alla release, sui tablet Apple Stage Manager è piuttosto buggato e poco funzionale. Senza contare di come sia stato reso disponibile solo per gli iPad Pro dal 2018 e modelli successivi con chip A12Z o M1/M2.
…e un hardware sovradimensionato
In ultimo, Gassée tocca un punto che è stato spesso ampiamente discusso negli ultimi due anni: l’hardware degli iPad sovradimensionato rispetto al software. Alla nascita della linea Pro, Apple ha cominciato a sviluppare una versione potenziata dei suoi chip, dedicandola solo ai modelli top dei tablet (pensiamo all’A8X e all’A9X).
Ma poi, a partire dagli iPad Pro 2021 l’azienda di Cupertino ha deciso di introdurre i nuovi Apple Silicon M sui suoi tablet. Stiamo parlando dello stesso processore dei MacBook Air e Pro (M1 e M2). Ma di nuovo, a parte qualche applicazione come Photoshop o DaVinci Resolve, nulla è stato fatto per rendere i suoi tablet davvero simili ai MacBook o al concetto dei Microsoft Surface.
In tutto questo dove si colloca l’iPad? Tim Cook pensa ancora che “l’iPad è l’espressione più chiara della nostra visione del futuro Personal computer”?
Un MacOS 14 per gli iPad?
L’analisi di Gassée in questo momento coglie completamente il problema degli iPad. Su questo non ci piove. Qualcosa, però, sembra stia bollendo in pentola in casa Apple. Infatti poco prima della presentazione degli iPad Pro 2022 con M2 è emerso un rumor proprio sui nuovi dispositivi (un rumor notizia che ancora adesso non è stato ancora smentito). Infatti, la casa di Cupertino sembra stia sperimentando una versione “esclsuiva di MacOS” per gli iPad Pro con M2. Il nome in codice è “Mendocino”:
La speranza è che si tratti prima di tutto di un rumor “vero”. Secondariamente, auspichiamo che Cupertino abbia iniziato a mettere i chip Apple Silicon M sugli iPad Pro (e anche Air) proprio in vista di questo “MacOS portatile”. Vedremo finalmente degli “Surfae” in casa Apple?
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Fonte: Monday Note