Questo 2022 si era aperto con la clamorosa notizia dell’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, per la cifra record di 69 miliardi di dollari. Non si è trattato del primo importante studio acquistato da Redmond: nel 2020 infatti era stata la volta di Bethesda e ZeniMax.
Se questa acquisizione è stata completata senza problemi con l’anti-trust, l’affare Activision Blizzard invece non è ancora stato completamente chiuso. Non solo l’acquisizione è al vaglio di 16 Paesi. Ma una certa preoccupazione c’è anche da parte di Sony.
Il “pomo della discordia” del caso è il franchise di Call of Duty, la property più nota remunerativa di Activion. Microsoft aveva subito messo le mani avanti dopo aver acquisito lo studio, dichiarando che avrebbe rispettato tutti i contratti in essere con PlayStation. E adesso, secondo un report del New York Times, l’azienda di Redmond avrebbe offerto a Sony un ulteriore accordo per mantenere Call of Duty su PlayStation per 10 anni.
Sony, Microsoft e la questione Call of Duty
Microsoft negli ultimi mesi ha ribadito più volte la sua volontà di mantenere multipiattaforma Call of Duty, specie nella persona di Phil Spencer. E questo fin da subito. Infatti, l’amministratore delegato di Microsoft Gaming, appena è stata rivelata l’acquisizione di Activision, non ha mancato di chiamare il CEO di Sony (Yenichiro Yoshida) dicendogli che Call of Duty rimarrà su PlayStation.
Senza contare che lo scorso 11 novembre Microsoft avrebbe offerto un accordo di 10 anni a Sony, proprio per mantenere Call of Duty sulle console PlayStation. Non è dato sapere di più visto che, come riporta il New York Times, Sony avrebbe declinato ogni commento su questa proposta.
La buona volontà di Microsoft non ha comunque rassicurato i dirigenti di Sony. La loro preoccupazione è la ragione per cui in alcuni Paesi l’acquisizione di Activision è ancora al vaglio dell’anti-trust. Un esempio è il Regno Unito, dove la Compition and Markets Authority ha deciso di approfondire tale acquisizione, non approvandola nella “Fase 1”, proprio per i “timori dei competitors”. Da metà ottobre si trova infatti nella cosiddetta “Fase 2”.
Anche la Commissione Europea lo scorso 8 novembre ha richiesto un’analisi “più approfondita” dell’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft. L’UE avrà tempo fino al 23 marzo 2023 per prendere una decisione.
Sia la Commissione Europea che il Regno Unito molto probabilmente non bloccheranno la transazione. Piuttosto, vorranno delle rassicurazioni concrete o comunque degli accordi scritti da parte di Microsoft sulla gestione dei brand di Activision Blizzard, Call of Duty in primis.
LEGGI ANCHE: Call of Duty Warzone 2.0: tempesta di recensioni negative su Steam e Metacritic
Fonti: New York Times, Commissione Europea