Tutti possiamo appurare che i nostri social sono stati invasi da tempo da contenuti che hanno come core il cibo. Moltissimi di essi rientrano in quella categoria che l’Internet ha ribattezzato “Foodporn“. Ad un certo punto cascate di pistacchio, Nutella e creme varie hanno iniziato a farcire i più disparati cibi. Bronte è stata prosciugata e il signor Ferrero è diventato più ricco di Zuckerberg.
Inutile girarci attorno, il cibo è sempre stato una grossissima fonte di intrattenimento, da Suor Germana (sei vecchio se sai chi sia questa donna), fino ad arrivare a Master Chef passando per vari Camionisti in trattoria. I format televisivi, però, avevano quasi sempre dalla loro figure professionali che si accostavano al mondo food e hanno sempre strizzato l’occhio alla genuinità dei prodotti e ad un consumo consapevole.
Da qualche anno a questa parte, parallelamente al discorso televisivo, molto del mondo del food si è spostato su Internet. Lo hanno fatto indifferentemente sia le figure professionali di cui si parlava prima che invece i cuochi più “casalinghi“, basti vedere l’enorme successo di Benedetta di Fatto in casa per voi.
A queste figure si è poi unita quella che andremo ad esaminare in questo articolo, ovvero quella del volgger.
La nascita del Foodporn e dei Foodpornari
La piattaforma che ha visto nascere la figura del food vlogger è stata sicuramente YouTube. In Italia il massimo esponente è, anche se al momento si sta spostando su un altro tipo di contenuti, possibili però grazie al successo avuto con il cibo, Giovanni Fois (il canale principale conta oltre 1 milione di iscritti e il neonato secondario 55 mila) , il cui contenuto è passato dall’essere il fitness si è spostato successivamente al food vlogging vero e proprio e non prendiamoci in giro, l’esplosione è stata data proprio dai video con questi cibi esagerati definiti da Foodporn.
Il nostro Giovanni si è ben presto circondato da figure forti su piattaforme tipo Instagram, uno su tutti Jana, fondatore di Italyfoodporn (che al momento vede all’attivo quasi un creator/influencer a regione) e del marchio Golocious che del nostro Foodporn ci ha fatto oltre che una bandiera un vero e proprio modello di business. I cloni non si sono fatti attendere. Ed è da qui in avanti che abbiamo iniziato a vedere un turbinio di pistacchio schizzare ovunque, mortadella infilata in qualsiasi pertugio culinario, abbiamo visto friggere il mondo intero e versare sopra creme ispirate da qualsiasi merendina e snack conosciuto del terraqueo. Il cibo non doveva più essere buono ma instagrammabile e successivamente tiktokabile.
Sempre di più i ristoratori hanno capito che queste figure portavano clientela e visibilità ai loro locali e che il modo migliore per spingere la propria attività fosse invitare questo tipo di influencer per fare delle marchette più o meno velate ma sicuramente sempre più frequenti.
La rivincita dei sapori
Tutta questa esagerazione doveva per forza di cose portare ad una reazione da parte di qualcuno che volesse prendere una posizione del tutto opposta a questo tipo di figure e che volesse riportare il cibo più ad una dimensione di gusto e qualità rispetto al fattore visivo e di rendita sui social.
Il capostipite di questo approccio non può che essere lo YouTuber Franchino Er Criminale. Romano doc inizia la sua carriera su YouTube grazie a Simone Cicalone, altro youtuber, dapprima con video sulla boxe e poi con quelli sul cibo nella capitale. I suoi locali di fiducia, però, non sono quelli a cui ci hanno abituato i vlogger prima citati, bensì le attività di quartiere come ad esempio forni o pizzettari ed ha iniziato a mapparli (per la mappa cliccate qui). Al di fuori di qualsiasi logica di mercato e con l’atteggiamento tipico di uno di borgata (atteggiamento che lo porta ad avere tanti detrattori) si è sempre posto come la voce dei locali meno conosciuti e che magari hanno successo e spesso storicità grazie semplicemente alla bontà dei prodotti e non alla spinta dell’influencer di turno.
I suoi contenuti sono diventati pian piano sempre più virali e tante sue espressioni tipo “i supplì de laboratorio” o “le pizzette rosse basse e scrocchiarelle” sono ormai iconici per i frequentatori di YouTube tanto da essere reactati da alcuni dei più grandi streamer che abbiamo in Italia, per citarne alcuni Pow3r, Dada, Fazzone che alla fine ci hanno collaborato. Come per chi spingeva il Foodporn anche Franchino ha avuto chi ha iniziato a fare video seguendo questo tipo di filosofia e che sempre più spesso ha voluto prendere proprio le distanze dal termine food vlogger.
Adesso, però, non solo queste figure si sono poste l’obiettivo di portare del cibo più consapevole sui social ma anche di dare un parere sincero sui locali che sul Foodporn ci hanno fatto un business, proprio per far capire ai titolari dei locali che la marchetta è fine a sè stessa se poi viene meno la qualità del cibo e di spingere le nuove attività più sull’essere forti sulla qualità che sul posizionamento sui social. L’esempio è questo video:
Quindi l’epoca del Foodporn sta per finire visto l’avanzare di contenuti legati al cibo sempre più orientati verso una consapevolezza diversa o il Foodporn continuerà ad esistere e ad affiancare questa nuova realtà? Alle views postere l’ardua sentenza.