La Russia passa ai fatti: dopo solo alcune settimane dall’annuncio che la scuola russa potrebbe rimettere nei suoi programmi scolastici l’addestramento militare, arriva una nuova notizia su questo fronte. Infatti, la Duma ha proposto adesso il completo divieto di vendita dei videogiochi violenti all’interno del paese.
Tra di essi sono inclusi: tutti i videogiochi di guerra, quelli contenenti “propaganda LGBT”, pornografia, crudeltà, violenza in generale e linguaggi abusivi. Gran parte dei giochi, dunque, dovrà sparire dalla vendita una volta messa in essere la misura. Tale disposizione è contenuta nell’ultimo emendamento sul tema propaganda LGBT:
“Si propone di vietare i giochi che possono contenere informazioni sulla produzione di droghe, nonché sui metodi di suicidio. Anche i giochi che possono indurre un minorenne ad azioni illegali possono essere vietati. Vietata anche la propaganda LGBT.”
La brillante idea della Russia e la sua classificazione dei videogiochi
La classificazione della Russia sui videogiochi “che possono indurre un minore ad azioni illegali”, come già detto sopra, è piuttosto generica. Sono molti i giochi, ad esempio, inclusi nella lista “LGBT propaganda”. Tra questi figurano Assassin’s Creed, Fallout, The Last of Us, Apex Legends, Overwatch, Borderlands, Life is Strange, The Sims 3 e molti altri.
Non si conoscono ancora i dettagli di ciò che la Russia sta pensando di attuare, ma questa misura segue la recente notizia che comunicava come le autorità russe abbiano appoggiato una legge che avrebbe vietato la diffusione di media considerati (ancora una volta) propaganda LGBT.
Semmai la proposta di bandire videogiochi del genere andasse in porto, i cittadini trasgressori del divieto sarebbero passibili di una multa fino a 400 mila rubli, corrispondenti a più di 6 mila euro.
Arriva così un’altra misura volta a chiudere le possibilità di svago dei più giovani, circa un mese dopo la proposta della Duma in merito la reintroduzione dell’addestramento militare nelle scuole secondarie.
In quest’ultimo caso, invece, sono stati due deputati della Duma a presentare la richiesta al ministro dell’educazione russo, Sergei Kavtsov. Secondo la Duma, la reintroduzione di tale corso nel programma scolastico servirà a migliorare il morale, il fisico e il patriottismo dei bambini.
Il Ministro della Difesa russo ha espresso già il suo supporto al ritorno dell’addestramento militare nelle scuole superiori. Sospeso nel 1993, il corso consisteva in un programma che doveva insegnare ai ragazzi come rispondere ad attacchi nucleari o chimici, a effettuare il primo soccorso e a maneggiare armi da fuoco. Il vice ministro della Difesa Gerasimov ha suggerito che le ore destinate a tali insegnamenti dovrebbero essere almeno 140 totali.
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