L’idea di unire un computer ad un essere organico è un tema letterario molto ricorrente nella letteratura fantascientifica. In realtà questo è un proposito che, in senso molto lato, anima i chimici di tutto il mondo.
Non è un caso, infatti, che negli ultimi 25 anni si sia cercato un modo ci creare un “computer molecolare”, vale a dire una piccola unità programmabile della dimensione di alcune molecole capace di produrre delle sostanze chimiche come polimeri o addirittura sostanze medicinali.
Oggi questo traguardo sembra essere molto vicino, infatti nel prossimo futuro sarà possibile ricreare a livello molecolare il computatore immaginato nel 1936 da Alan Turing, uno dei padri dell’informatica.
Come sarà il computer molecolare?
Secondo David Leigh, professore di chimica organica presso l’università di Manchester, nei prossimi anni si potrà sintetizza un computer molecolare. Un simile apparecchio funzionerebbe esattamente come il computatore ideato da Turing, sarebbe dunque una macchina autonoma dotata di un algoritmo capace di trasformare dei comandi impartiti dall’esterno in vere e proprie azioni.
A differenza del computatore di Turing, che utilizzava schede perforate per ricevere gli ordini, quella teorizzata da Leigh usa l’RNA messaggero. Secondo il professore, infatti, il computer molecolare si compone di 2 diverse molecole: una in cui viene inscritto l’algoritmo (ad esempio “se rilevi l’ordine X, allora produci Y”), l’altra in cui sono iscritti gli ordini da dare (l’ordine X nel nostro esempio). Un comportamento molto simile a quello di un ribosoma, ossia quella struttura cellulare che nel corpo umano si occupa di sintetizzare le proteine.
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Sebbene questo tipo di “macchina organica” non sia ancora stata sintetizzata, per via anche di strumenti oggi ancora troppo imprecisi, Leigh confida di riuscirci nel prossimo futuro. Lo stesso ritiene che, in astratto, è già possibile fabbricare un computer organico “perché (in natura n.d.r.) esistono degli esempi funzionanti”.
Già nel 2007 i ricercatori come David Leigh sono riusciti a far muovere una molecola circolare (soprannominata “molecola cricchetto”) lungo una “pista” formata da una seconda molecola molto lunga, mentre nel 2017 gli scienziati hanno capito di poter utilizzare l’acido tricloroacetico come “combustibile chimico” per far muovere la molecola cricchetto.
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