Elon Musk è da poco divenuto il nuovo proprietario del social network Twitter al termine di una lunga serie di trattative. Forte della sua nuova posizione, il patron di Tesla ha proposto di introdurre una tariffa mensile pari a 20$ per poter utilizzare la spunta di verifica sul social dell’uccellino azzurro.
A seguito però delle reazioni negative da parte dell’utenza, Elon Musk sembra averci ripensato, la spunta di verifica resterà a pagamento, ma la tariffa da versare sarà sensibilmente ridotta.
Dietrofront di Elon Musk sulla spunta di verifica di Twitter
Nei giorni scorsi, Elon Musk aveva proposto di rendere il badge di verifica a pagamento su Twitter introducendo un sistema di abbonamenti personalizzati, il cui costo oscillava tra 3,99$ e 19.99$. Questo fatto ha però scatenato l’ira del social network e la rivolta di gran parte dei profili verificati, tra cui anche Stephen King, celebre scrittore di romanzi horror.
“$20 a month to keep my blue check? Fuck that, they should pay me. If that gets instituted, I’m gone like Enron”
“20 dollari al mese per tenere la mia spunta blu? Che si fottano, dovrebbero essere loro a pagare me. Se ciò dovesse passare, io mi tiro fuori come Enron (l’ex presidente di Twitter n.d.t.)”
Stephen King
A questo tweet al vetriolo, Elon Musk ha risposto affermando che anche loro devono “pagare le le bollette in qualche modo” e che “Twitter non può vivere solo di pubblicità”. Da ultimo, il nuovo proprietario di Twitter si è aperto all’ipotesi di abbassare il prezzo dell’abbonamento da 20$ al mese a 8$.
“We need to pay the bills somehow! Twitter cannot rely entirely on advertisers. How about $8?”
Elon Musk
La spunta di verifica, utilizzata non solo da Twitter ma anche da altri social network come Facebook o Instagram, non è altro che un piccolo badge apposto accanto al nome utente che serve a distinguere il profilo da tutti gli altri (così facendo si riducono i rischi che i profili fake che imitano i quelli degli influencer possano raggirare ignari utenti).
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