Qualche giorno fa WhatsApp è andato in down per l’ennesima volta. Per tre ore tantissimi utenti hanno chiesto supporto a TIM intasando il call center. Il malfunzionamento dell’app a noi è costato solo un po’ di detox dai social, mentre all’operatore telefonico circa 40 mila euro.
I clienti inferociti chiedono spiegazioni a TIM per il Whatsapp down
Durante il down di WhatsApp circa 65 mila clienti TIM hanno contattato il call center in cerca di supporto e d’informazioni. La sospensione dell’app di messaggistica però non ha niente a che fare con TIM: gli OTT – Over The Top – ovvero le imprese che forniscono servizi e applicazioni, non danno alcun tipo di comunicazione agli operatori su eventuali disservizi. Nonostante ciò, in sole tre ore i dipendenti TIM si sono trovati alle prese con migliaia di utenti in cerca di spiegazioni e speranzosi di poter risolvere il problema con WhatsApp.
A fine chiamata, l’operatore chiede di solito al cliente di stabilire un voto in una scala da 1 a 10 per l’efficienza della telefonata. Gli utenti accaniti hanno fatto abbassare drasticamente l’indice di soddisfazione a 1, il voto più basso. Per un problema con cui TIM non ha nessuna correlazione, l’azienda italiana di telecomunicazioni ha dovuto spendere 40 mila euro.
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L’amministratore delegato di TIM chiede nuove regole
A chi si sono rivolti tutti coloro che hanno reclamato il disservizio? A noi di TIM, che offriamo servizi di telecomunicazioni, ovviamente!
Questo è quanto affermato da Pietro Labriola, amministratore delegato di TIM, che in un post su LinkedIn rimarca l’importanza di stabilire al più presto delle regole precise. Secondo l’AD è necessario chiarire il ruolo dell’azienda quando un’app come WhatsApp va in down. L’operatore TIM deve sostenere in ogni caso i costi per le informazioni da riferire al cliente, mentre gli OTT si scansano da questo compito facendo ricadere ogni responsabilità sulle spalle delle altre aziende.
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Proprio per questa confusione di ruoli, l’azienda che Labriola amministra si è trovata costretta ugualmente a supportare economicamente le numerose richieste dei clienti, perdendo 40 mila euro. TIM non è l’unica azienda di telecomunicazioni ad essere stata coinvolta e non si tratta neanche di un caso sporadico.
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FONTI: 1.