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Twitch, gli streamer sono preoccupati dai suoi (non) cambiamenti: l’esodo è imminente?

Molti streamer se lo stanno chiedendo ormai da mesi: che cosa ne sarà di Twitch? Le preoccupazioni sono tante ed ogni mossa sarà strategica. I canali più grandi saranno in grado di restare sulla cresta dell’onda e di barcamenarsi tra i cambiamenti delle varie piattaforme?

Niente è perduto, ma siamo di fronte ad un grande maremoto: i cambiamenti che rivedono al ribasso i guadagni dei twitcher e i continui scandali sul gioco d’azzardo che stanno facendo perdere di credibilità alla piattaforma stanno velocemente cambiando i piani a lungo termine dei vari content creator.

Cerchiamo di analizzare insieme come sarà il futuro alla luce del passato, partendo da quando YouTube, sino ad allora considerato un punto di riferimento, subì un esodo massivo, passando per gli effetti che la pandemia ha avuto nei confronti degli streamer, per arrivare a capire come sia cambiato l’approccio alle piattaforme social.

Logo Twitch con segnale di divieto

Twitch e YouTube: i punti di contatto sono molteplici

La generazione precedente a quella di Twitch ha passato molto tempo su YouTube: un periodo florido dal punto di vista creativo, ma che non permetteva di essere indipendenti sotto il profilo monetario. Francesco Sole, Francesco Facchinetti, iPantellas, Yotobi, Willwoosh, Dario Moccia tutti nomi che, ad oggi, risuonano nella mente dei late millennials come indelebili ricordi di un’epoca ormai completamente superata.

Twitch è stato il naturale porto d’arrivo di tanti content creator che hanno trovato, probabilmente per la prima volta nella loro vita, delle sicurezze in più. Molti si sono arresi all’inevitabile abbandonando completamente YouTube, altri, invece, hanno adattato e rieditato i loro prodotti live rispettando ritmi e regole interne di Google.

Esistono, ovviamente, alcune mosche bianche: Yotobi, ad esempio, non ha mai abbandonato il classico video con copione, regia e montaggio, come quello uscito un giorno fa. Ma sono esempi di intrattenitori multipiattaforma che tendono, piuttosto, a spostare il proprio pubblico verso eventi dal vivo o con un’invidiabile contezza del proprio percorso da creatore di contenuti.

yotobi sorridente nel suo video Un trauma chiamato

Come è cambiata Twitch durante la pandemia?

Gli spettatori, durante la pandemia, sono andati a rifugiarsi proprio su Twitch: lidi in cui cercavano compagnia anziché un contenuto costruito in maniera circostanziata e definita. Alcuni streamer, poi, hanno sfruttato l’onda lunga del covid per migliorarsi, diventare sempre più competitivi, aprendosi anche a nuove sfide e progetti: le carte della Lore di Dario Moccia ne sono un fulgido esempio.

Lo stesso Blur, che piace molto ai più giovani, è riuscito più volte a reinventarsi e a trasformare i difetti in elementi distintivi del proprio personaggio: l’assenza quasi completa di regia, il linguaggio fatto di tormentoni riconoscibili, replicabili e identitari sono fulcro di una realtà imprenditoriale che è riuscita – che vi piaccia oppure no –  a superare la prova del tempo. 

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Tumblurr streamer su Twitch

L’altra faccia della medaglia è ovviamente, la monotonia. Molti non hanno saputo interpretare i cambiamenti, sfociando più volte nel becero gossip e diventando un’alternativa a Barbara D’Urso e derivati. È pieno di contenuti che tendono a diventare macchiettistici e puerili, negando così la possibilità stessa dell’intrattenimento senza il contrasto (forzato) con qualcuno.

E sia chiaro, non parliamo di chi critica, legittimamente, altre persone: ogni streamer compie azioni che possono essere maneggiate anche come argomenti di discussione, questo però si esaurisce nel giro di una, due, massimo tre ore, procedere oltre è “accanimento terapeutico”.

Senza azione non c’è reazione: le scelte obbligate degli streamer

Queste dinamiche di contrasto continuo sono a loro modo forzate da Twitch stessa. Un twitcher, di qualsiasi caratura, ha necessità di mantenere le sub attive, a maggior ragione quelle derivate dal prime, che devono essere rinnovate mese per mese.

Così facendo, si confonde il senso stesso di contenuto con permanenza dello spettatore, questi deve essere lì quando ci sarà il rinnovo dell’abbonamento. Non è strano, per questo, sentir parlare di streamer in burnout o che alzano sempre di più l’asticella per suscitare scandalo e quindi far parlare di sé.

Siamo però di fronte ad un passo importante, Twitch non sta cercando di puntellare i difetti del proprio sistema e se questa non farà un investimento importante capitoleranno tutti, piattaforma e streamer. È necessario ottenere una nuova credibilità e delle innovazioni tecniche. 

logo twitch che chiude i rubinetti

Cosa succederà nel futuro degli streamer di Twitch? La nostra analisi

Chi sta investendo davvero su questo fronte è, insospettabilmente, proprio YouTube. La stessa piattaforma che anni fa tutti abbandonarono potrebbe diventare il prossimo porto sicuro degli artisti digitali già a partire dal 2023. 

Questo cambiamento sta terrorizzando molti degli streamer di Twitch, perché fino a quando la sub era gratuita, bastava restare sei, sette, otto ore al giorno in live senza un palinsesto e senza programmazione. Quando Twitch sarà la piattaforma da cui scappare e YouTube diventerà polo d’accoglienza, sarà necessaria tenacia, bisognerà dimostrare di essere il figliol prodigo che si merita l’abbraccio – e il denaro – del pubblico.

E questa sarà la sfida più ardua di tutte.

Logo di Twitch e di YouTube affiancati

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