La vicenda accaduta in Giappone a Tokyo alcuni giorni fa ci fa gridare “Yakuza” nel modo più forte possibile. Se siete familiari con il franchise videoludico in questione, con protagonisti diversi membri della malavita nipponica e le loro vite nei vari clan, allora continuate a leggere per scoprire come forse, tutto sommato, ciò che si vede nei giochi di questa serie non è poi così esagerato come sembri.
La vicenda si è scatenata presso un grattacielo di 60 piani localizzato nella zona di Ikebukuro, luogo piuttosto frequentato dalla vita notturna, dove palazzoni di questo tipo non sono poi un elemento così inusuale. Anche questo edificio, come la maggior parte di quelli presenti nella città, è costituito da diversi negozi, ristoranti e locali nei vari piani, offrendo una vista panoramica molto suggestiva e che spesso si presenta come ottimo sfondo per alcune importanti occasioni.
Quella avvenuta domenica scorsa all’interno del ristorante francese Sunshine Cruise Cruise, localizzato al 58esimo piano del Sunshine 60, ha trovato coinvolti circa 100 “ospiti”, i quali si apprestavano ad effettuare una celebrazione di gruppo per l’uscita di prigione di un loro compagno ad agosto; di lì a poco, però, non ci è voluto molto prima di vedere volare cazzotti a destra e a manca.
Il Giappone ci offre un live-action di Yakuza?
La festa, iniziata alle sei di sera, ha svoltato significativamente in solo mezz’ora di cena: all’improvviso circa una decina di loro hanno dato il via ad una scazzottata all’interno del locale. Ovviamente è stata subito contattata la polizia, la quale è però giunta troppo tardi, visto che ormai erano tutti fuggiti ad esclusione di un 20enne rimasto ferito.
Si scopre poi che il gruppo si chiama “Dragone Cinese”, e che è stato fondato verso la fine degli anni ’80 dai discendenti di nazionalità Giapponese rimasti in Cina dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, giunti in seguito in Giappone. Ad oggi, questo gruppo è riuscito a sfuggire agli interventi anti-organizzazioni criminali, poiché esso non è stato classificato ancora come uno dei gruppi “criminali” legati alla yakuza per via della sua struttura interna più “rilassata”.
Il regolamento anti-boryokudan che limita la riunione e altre attività dei membri della yakuza non può quindi essere applicato alla banda, sebbene il suo sempre più crescente coinvolgimento in rapine, ricatti, estorsioni, frodi sui bonifici bancari e spaccio di droga li abbia portati a essere designati come quasi-boryokudan dal 2013.
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