Conosciamo davvero chi abbiamo avuto “vicino”? Questa è la domanda che percorre tutta la visione di Raymond & Ray, pellicola con protagonisti Ethan Hawke e Ewan McGregor presentata questa mattina alla Festa del Cinema di Roma.
Il film, che vanta la regia di Rodrigo Garcia e la produzione del premio Oscar Alfonso Cuarón, punta tutto sui due protagonisti e su una storia più che valida capace di raccontare rapporti genitoriali problematici, vite disfunzionali e traumi causati dalle violenze.
Nonostante la violenza non venga propriamente mostrata (anzi, in alcuni momenti il film ha addirittura un tono da dark comedy) lo spettatore percepisce a pieno la sofferenza e il dolore che permea nelle vite dei due protagonisti.
Quello che ne esce fuori è una pellicola realizzata benissimo, ad alto impatto drammatico ma che, allo stesso tempo, mostra un singolare gusto per il “macabro” (accettatelo, nonostante sia un termine un pò estremo) e il grottesco e che vede nell’ironia un modo per affrontare il dolore.
Voltare pagina o chiudere i conti con il passato?
Raymond & Ray sono due fratellastri che, improvvisamente, si trovano a dover affrontare la morte del loro padre violento. Entrambi, nonostante abbiano cercato di crescere al meglio, affrontano le conseguenze del dolore.
Le sue singolari volontà testamentarie li porteranno in un viaggio lontano da casa e ad incontrare quella “comunità” che sembrava avesse accolto quell’uomo da loro ricordato come violento. I due si trovano ad affrontare un “racconto” dell’uomo totalmente diverso rispetto a ciò che avevano conosciuto da ragazzi.
Il loro tentativo di “voltare pagina” (in due modi totalmente diversi) diventa in cuore del film, qualcosa in grado di raccontare una costante ricerca di trasformazione e di rinnovamento. Il desiderio di entrambi sembra essere la volontà di liberarsi dal giudizio e dalle parole del padre che li ha condizionati per tutta la vita.
Perdono
Un film sul perdono? Probabilmente, ma non solo quello. Ci troviamo davanti a due fratelli con due vite completamente diverse e che hanno deciso di affrontare il trauma in maniera diametralmente opposta. Se da un lato abbiamo Raymond (schematico, ossessivo, che necessita in maniera spasmodica di sicurezza) dall’altro abbiamo Ray (ex tossicodipendente, vedovo, musicista jazz e con tendenze all’autodistruzione).
Ciò che li accomuna è riuscire a trovare pace riguardo delle questioni in sospeso che entrambi hanno con il padre. Il dolore li rende simili, proprio come un naturale istinto di sopravvivenza.
Raymond & Ray: realismo, cinismo… e macabro black humor
Ciò che rende Raymond & Ray un grandissimo film (il primo realmente bello de La Festa del Cinema di Roma) è l’ottimo lavoro fatto dal cast e il macabro black humor che percorre tutta la narrazione, risultando in alcuni momenti, l’elemento giusto per “stemperare” la tensione.
Se Ewan McGregor decide, con il suo Raymond, di lavorare per sottrazione, il Ray di Ethan Hawke lavora per eccesso, creando un personaggio dal carisma naturale che è, sicuramente, tra i due quello messo in scena in maniera più convincente.
Ed è proprio Ray il personaggio che si fa portatore della vena black humor del film. Se nel caso di Raymond, il divertimento arriva dalle assurde situazioni in cui è costretto a trovarsi, il fratello è un catalizzatore di ironia pungente e senso cinico della realtà.
Ecco, forse sono proprio queste le due parole che raccontano meglio Raymond & Ray: cinico e reale. Un cinismo che risiede tutto nella natura di un padre altalenante e violento che sembra avesse capito le proprie responsabilità solo alla fine della sua vita.
Il realismo del film, invece, sta nel suo modo di esplorare, non solo il dolore, ma soprattutto il modo in cui ogni persona reagisce soggettivamente ad esso. Il diritto che ognuno ha di processare le cose in maniera differente.
Cosa non funziona?
Unico neo del film risulta essere, forse, il troppo poco approfondimento dato ad alcune backstory di Raymond & Ray che avrebbero potuto chiarire ancor meglio il rapporto tra i due uomini e il loro defunto padre. Sembra che entrambi abbiamo un conto in sospeso, qualcosa che gli rende impossibile andare avanti. Se per Raymond è il rapporto con il figlio (e la storia che c’è dietro) per Ray è il complicato legame con la musica jazz. Sarebbe stato ancor più bello approfondire questo aspetto più inconscio del dolore.
Nonostante ciò Raymond & Ray, al momento, risulta essere uno dei migliori titoli presentati a questa 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma. La pellicola arriverà su AppleTv+ il 21 ottobre.