Marzo 2023 sarà un mese difficile per i produttori di TV 8K, dato che entreranno in vigore le nuove norme imposte dall’UE relative alla classificazione energetica di alcuni dispositivi elettronici. È su questo che l’8K Association ha chiesto un “invito all’azione” in un recente articolo.
Le norme per le TV 8K nel dettaglio
La tecnologia 4K (e 8K in particolare) delle TV di ultima generazione è energivora e l’Unione Europea intende imporre dei limiti alla vendita di questo tipo di dispositivi.
Il problema fondamentale sta nella classificazione energetica: i televisori di diagonale compresa tra i 49 ed 85 pollici rientrano in una categoria molto sfavorevole (energeticamente) e di cui molto presto ne verrà interrotta la vendita in Europa.
Le classi di efficienza energetica vengono stabilite rispetto all’IEE (Indice di Efficienza Energetica) e dipendono dal consumo in watt del display. Questo viene misurato secondo vari metodi scientifici e statistici abbastanza validi, ma derivano da televisori che erano sul mercato tra il 2012 e il 2017, quando ancora i display UHD e a microLED non erano commercializzati.
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Una possibile alternativa
Le TV 8K più recenti offrono la possibilità di visualizzare le immagini in due diverse modalità, SDR ed HDR, e qui emerge una possibilità per i produttori. Quando viene calcolato l’IEE viene utilizzata solo la modalità SDR sulle TV 8K, quindi è possibile omettere l’ottimizzazione energetica per la modalità HDR. In questo caso ne gioverebbero sia il produttore che il cliente stesso, il quale potrebbe utilizzare la modalità HDR a proprio piacimento e senza problemi.
Attualmente comunque non c’è nessuna sicurezza che questo tipo di prodotti venga rimosso dal mercato, poiché la Commissione dovrà riesaminare le norme entro Natale 2022. Come già detto, la 8K Association è impegnata attivamente nella questione e ha affermato di non essere a conoscenza di date di riesame, per cui ci sarà solo da aspettare.
Resta il fatto che, se queste norme dovessero entrare in vigore, il mercato europeo ne risentirebbe molto. Si creerebbe un ampio divario con altri continenti in cui la vendita di questi prodotti resterebbe inalterata.