Quando su internet si parla di “content creator” e di “influencer “ è praticamente impossibile portare avanti un discorso ragionato ed equlibrato. Con un web sempre più polarizzato, le opinioni su questa figure sono sempre o totalmente positive, o totalmente negative: o gli influencer vengono definiti come le figure lavorative del futuro; oppure vengono demonizzati come dei “pirla sfaticati”, citando un famoso tweet di Vittorio Sgarbi.
Eppure è sotto gli occhi di tutti la rilevanza di queste figure professionali: i numeri di likes e followers che muovono gli influencer appena postano qualcosa sui loro social sono impressionanti. Senza contare i guadagni milionari che realizzano i loro post.
Le piattaforme social sono state le prime ad accorgersi dell’importanza degli influencer: e, inevitabilmente, hanno iniziato a contendersi queste figure. Contratti esclusivi, features copiate tra una piattaforma e l’altra: sono diversi gli strumenti che i social utilizzano per attirare i diversi influencer e content creator. Sono due le principali rivalità nel mondo dei social network: TikTok vs Instagram e Twitch vs YouTube.
YouTube, Instagram: come Meta e Google rincorrono i creator.. e TikTok
Lanciata nel 2016, TikTok è un’applicazione che ha cambiato completamente la carte in tavola, ed è riuscita nella rara impresa di imporsi in un mercato vicino alla saturazione. Due sono gli ingredienti del successo dell’app di ByteDance: il primo è un algoritmo che consiglia i contenuti video più adatti per l’utente, creando lunghe “playlist” che soddisfano in pieno il fruitore dell’app.
Il secondo sono i video stessi: TikTok promuove da sempre contenuti che catturano il più velocemente possibile l’attenzione dell’utente. E per questo, i content creator sono spinti alla realizzazione di video brevi, efficaci e che possano essere adatti a un pubblico di tutte le fasce d’età.
Il successo di Tiktok ha portato gli altri social a correre ai ripari: Instagram su tutti. La piattaforma di Meta lanciò i Reels nell’agosto 2020: video di 15 secondi per catturare al volo l’attenzione e l’interesse dello spettatore. Anche se la nascita di questa feature era dipesa dal successo di TikTok, Instagram all’inizio cercò di creare una propria realtà, separata dall’app di ByteDance.
I risultati, però, non sono arrivati, anche dopo aver esteso questa feature a Facebook. E così, Instagram ha iniziato lentamente a imitare l’offerta di TikTok, adottando per esempio foto e video a schermo intero. Questa tiktokizzazione della piattaforma non è piaciuta agli utenti e, soprattutto, non ha contribuito a migliorare l’appeal dei Reels: come emerge in un documento interno di Meta, l’interesse per questa feature è scesa del 13,6% tra gli influencer e i content creator.
Il report intitolato Creators x Reels State of the Union 2022 risale all’agosto scorso, ed è stato visionato dal al Wall Street Journal. Dai dati di questo documento emerge la superiorità dell’app di ByteDance: gli utenti su TikTok passano 197.8 milioni di ore tutti i giorni sulla piattaforma; su Instagram, “solo” 17.6 milioni di ore. Senza contare che un terzo di tutti i Reels caricati su Instagram provengono da altre piattaforme, soprattutto TikTok.
Ma non è solo Meta che cerca di rincorrere TikTok: anche Google ci sta provando.
Come riportato dal New York Times, in un meeting interno è emersa la volontà da parte di YouTube di rendere gli Shorts più appetibili per i content creator. Infatti, da inizio 2023, YouTube prevede infatti di far entrare Shorts nel programma Partner.
Fino ad adesso, un creator riceveva soldi dai suoi contenuti su YouTube Shorts solo dopo aver totalizzato 1000 iscritti e 4000 ore di video visualizzati. Con questo cambiamento, Google introdurrà le pubblicità anche negli Shorts; e i content creator riceveranno il 45% dei ricavati degli ads.
Anche qui, medesimo discorso di Instagram: questa stretegia funzionerà? YouTube Shorts riuscirà a fare concorrenza a TikTok? Difficile dare una risposta.
Twitch vs YouTube Gaming: lotta all’ultimo streamer
Nel mondo dello streaming è ancora più accanita la concorrenza tra le piattaforme per attirare i migliori influencer e content creator. Twitch e YouTube Gaming sono i due principali competitor in questo campo (se non gli unici, visto che il prossimo 28 ottobre chiuderà l’app di Facebook Gaming).
Al momento è la piattaforma di Amazon che riscuote più successo tra i content creator. A evidenziarlo sono i dati di Streamlabs: nel secondo quadrimestre di quest’anno su Twitch sono state trasmesse più di 200 milioni di ore, mentre, nello stesso periodo, YouTube Gaming ha registrato solo 8.04 milioni di ore. Anche se la rivalità tra le due piattaforma
YouTube non si è mai arresa e da sempre cerca di sottrarre streamer a Twitch. In alcuni casi ci è riuscita, visto che content creator e influencer del calibro di Ludwige, Myth e Fuslie hanno lasciato la piattaforma Amazon in favore di YouTube Gaming. Forse per evitare altre “fughe” dalla propria piattaforma, Twitch qualche settimana fa ha tolto le regole di esclusività per i suoi Partner, che potranno trasmettere live anche su altri siti.
Influencer e social media: una concorrenza non così accanita
Fin qui abbiamo dipinto il quadro di una forte competizione tra le varie piattaforme social, alla ricerca di ogni strategia possibile per portare i migliori influencer sulla propria applicazione. Le cose, però, sono meno esasperate di quanto sembrino. Prendiamo il caso di TikTok e Instagram: tolto il discorso dei Reels, la maggior parte dei content creator usa regolarmente entrambe le piattaforme, visto che l’una non esclude l’altra.
Molti brand scelgono l’app di Meta per le sponsorizzazioni, visto che TikTok non è adatto per determinati tipi di contenuti. Per questo non è un caso che nelle classifiche degli influencer con più followers su Instagram troviamo diversi tiktoker di successo: due su tutti, Khaby Lame (80.3 milioni di followers) e Charli D’Amelio (49,2 milioni di followers).
Lo stesso discorso vale per Twitch: da sola la piattaforma di Amazon non basta a far crescere gli streamer. I content creator hanno assolutamente bisogno di farsi conoscere su altri social e sono in molti a ribadirlo, come riporta Wired UK. Un esempio è lo streamer Shawn Gilhuly. da 44 mila followers, il quale ha ammesso che senza “TikTok non sarei mai cresciuto da solo su Twitch”.
Non è facile fare previsioni per il futuro. Una cosa è comunque certa: per il momento, le piattaforme social continueranno a coesistere, visto che i content creator non sono propensi del tutto all’esclusività e preferiscono muoversi tra le diverse applicazioni, anche se riguardano settori simili.
Certo è che per gli influencer ci sarà sempre una piattaforma come punto di riferimento di un certo genere di content, e che attirerà più creator delle altre: per i video è TikToky e per lo streaming è Twitch. Ma cosa ci riserverà il domani?
Fonti: Wall Street Journal, The New York Times, Gamerant, Wired UK