Da quando ha avuto inizio la nuova fase del Marvel Cinematic Universe circola incessantemente, sia sul web che sulle bocche di milioni di appassionati, il forte desiderio di una sezione dedicata a progetti rivolti ad un pubblico adulto che abbraccino il tanto bramato lato oscuro e creepy della Marvel, che nella sua storia editoriale è stato sinonimo di immediato, e straordinario successo.
Facendo un passo indietro, nel 2017, il caro James Gunn, scrittore e regista della trilogia dei Guardiani dei Galassia, fu incaricato di gestire e supervisionare il cosiddetto “Cosmic Corner”, ovvero il lato “cosmico” delle pellicole dell’universo cinematografico Marvel.
Non mi stupirebbe, a questo punto, che se mai dovesse passare nella mente di Kevin Feige una vaga idea di varare, nel suo universo condiviso, un ramo di produzioni originali dalla componente orrorifica, quest’ultimo venisse affidato niente meno che a Michael Giacchino. La new entry nel repertorio “filmico” dei Marvel Studios, classificata come “Special Presentation” (in uscita domani 7 ottobre in esclusiva su Dinsey+) è, infatti, diretta dal pluripremiato compositore, alla sua opera prima con la cinepresa.
“Werewolf by Night”: uno speciale violento, intrigante (e Marvel)
Azione, violenza, suspense e tanto cuore si intrecciano in questo esperimento Marvel, che prende il nome di “Werewolf by Night”, aka “Licantropus” (versione cartacea “italiana” del personaggio), un medio metraggio dalla durata di 52 minuti che fa tuffare lo spettatore nei ricordi di un’era cinematografica ben precisa, ovvero quella del cinema horror, camp ma ricercato, degli anni ’40; un’avventura horror in salsa Marvel che racconta di un gruppo di cacciatori di mostri, tra cui il nostro protagonista Jack Russel, che vengono riuniti per una caccia speciale, con lo scopo di ottenere una particolare reliquia che conferisce poteri ed immortalità al suo possessore.
Qualcosa di (veramente) mai visto
Una moda dirompente nei mesi precedenti è stata, senza dubbio, quella di prefigurare ogni progetto prossimo all’uscita, definendolo come “qualcosa di mai visto prima all’interno dell’MCU” (v. Moon Knight); e se, detti progetti, alla fine si risolvevano nel consueto stilema supereroistico rinvenibile anche nelle precedenti fasi (fatta qualche piccola eccezione), con “Werewolf by Night” siamo di fronte alla produzione originale Marvel che riesce maggiormente ad incarnare la frase-moda del momento. Sarà per il filtro in bianco e nero, che permette di ingannare i parametri del rating? Sarà per l’evidente voglia di omaggiare un linguaggio ben identificato?
Qualunque sia la ragione, i Marvel Studios hanno di sicuro avuto carattere nel correre il rischio attraverso questa (prima) “Marvel Studios’ Special Presentation”, che non delude per niente e, racchiudendo al suo interno alcuni elementi interessanti, fa sperare in bene per il futuro degli studios. Quest’opera offre, di fatto, degli spunti di grande ricercatezza formale ed eleganza stilistica, che si traducono in meriti da attribuire non già all’intero team dietro al progetto, ma anche, e soprattutto, al sopracitato Michael Giacchino, regista e compositore dello speciale.
“Werewolf by Night” è ricco di citazioni sottintese e specifiche inquadrature che omaggiano i film horror vecchio stile; la scelta delle luci, delle riprese, del filtro e del make-up prostetico sono un vero tocco di classe e fanno emergere tutta la passione con cui Giacchino si è approcciato al progetto, al quale conferisce, tra le altre cose, un sonoro misterioso e avvincente, perfettamente in linea con lo scope dello speciale.
Giacchino, peraltro, è rimasto sorpreso quando è stata resa nota la classificazione della sua opera, aspettandosi un rating “R” (tipico degli horror). Come biasimarlo: chiariamoci, “Werewolf by Night” non è un horror, ma si piazza tranquillamente accanto a “Doctor Strange: Nel Multiverso della Follia” come opera più “spinta” dell’MCU a livello di suoni, di jumpscares, di ambientazioni e violenza.
Il livello di brutalità all’interno dello speciale, oltre ad essere la causa di sgomento del compositore-regista, è poi uno dei fattori chiave dell’opera, che più la distingue da qualunque altro progetto Marvel, superando con netto distacco persino l’elemento “gore” portato a schermo da Sam Raimi nel secondo capitolo dedicato a Doctor Strange.