Da diversi anni i social media sono diventati uno dei principali mezzi di propaganda politica e non, vista la loro diffusione capillare in tutto il mondo. Lo abbiamo visto anche nella recente campagna elettorale, in cui i politici hanno scelto diverse piattaforme social per i loro messaggi agli elettori: prima su tutte, TikTok, che ha spopolato tra i diversi leader, come Calenda, Renzi e Berlusconi.
Ancora prima del popolare social di contenuti video, le piattaforme del gruppo Meta sono sempre state al centro dell’attenzione del mondo della politica. Ma non sempre per una sana propaganda elettorale: spesso, Facebook e Instagram sono state utilizzate da individui e gruppi con intenzioni malevole, che hanno generato migliaia di fake news e spargendole tra le pagine dei social di Meta.
Il caso più recente è stato comunicato dalla stessa società Meta: infatti, nei giorni scorsi, il gruppo di Zuckerberg ha notificato la rimozione di “migliaia” di account fake russi e cinesi che facevano una propaganda malevole contro l’Ucraina, e non solo. Tra i Paesi vittime di questa propaganda c’era anche l’Italia
Meta contro le falsa propaganda sull’Ucraina
Come accennato, Meta ha pubblicato un lungo report della sua ultima e più grande operazione contro due network differenti e distinti che, dalla Cina e dalla Russia, avevano violato le politiche di Meta, adottando un “Comportamento non autentico coordinato” (CIB, acronimo di Coordinate Inauthentic Behaviour). Questo termine è stato introdotto alcuni anni fa dal gruppo allora noto come Facebook, e indica gruppi di di account e pagine fake che mirano a manipolare l’opinione pubblica.
Il primo gruppo operava dalla Cina, e aveva costruito un piccolo network che aveva bersagliato gli Stati Uniti e la Repubblica Ceca. In particolare, negli USA questi account fake miravano a influenzare il voto per le elezioni di medio termine, che si terranno l’8 novembre prossimo. Mentre, nel Paese europeo questo network era principalmente contro il governo ceco, e criticava le sue politiche a favore dell’Ucraina.
Come sottolinea Meta, questa operazione ha colpito account che non appartenevano solo ai social di Zuckerberg come Instagram e Facebook, ma anche Twitter e “due piattaforme di petizioni ceche”.
La seconda rete, invece, aveva la sua origine in Russia e mirava diversi Paesi europei come la Germania, la Francia, il Regno Unito, l’Ucraina e, infine, anche l’Italia. E, ovviamente, il tema principale di questa propaganda malevole era la guerra in Ucraina: più di 60 siti sono stati falsificati da questo network, tra cui testate quali Der Spiegel, il Guardian e anche le italiane Ansa e La Repubblica. Tramite guesti falsi siti, la rete pubblicava articoli originali che criticavano l’Ucraina e supportavano la Russia.
E non solo: sempre come riporta Meta, il network ha promosso meme e video originali pro-Russia anche su altri servizi come YouTube, Twitter e Telegram.
Questa si è trattata della campagna di Meta più grande contro “Comportamenti non autentici coordinati” sin dall’inizio della guerra in Ucraina. E la portata di questa campagna non è data solo dai più di 1600 account chiusi, ma dalla persistenza di questa rete: la quale, mentre Meta neutralizzava questi profili fake, ha cercato più volte di realizzare nuovi siti falsi per la propria propaganda.
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Fonti: Ansa, Time, Meta Newsroom