Gli ultimi capitoli di One Piece hanno riportato in auge il discorso relativo all’identità di Im-sama, e ai motivi che lo spingono ad agire in modo totalmente misterioso e impossibile da prevedere. Abbiamo visto questo personaggio in poche occasioni, ma in ognuna di esse si sono create sempre più domande, e difficilmente Oda ci darà già delle risposte. In tutto ciò, però, possiamo andare almeno ad indagare sull’ispirazione che l’autore ha avuto nella creazione di questo enigmatico personaggio.
Ci sono alcuni legami tra Im-sama e alcuni fattori importanti della storia egizia. Una teoria presuppone come egli/essa sia ispirato al monaco egizio Imhotep, ovvero colui che fu il cancelliere del faraone d’Egitto Zofer, oltre che dottore, amministratore del Gran Palazzo e tra le altre cose anche sommo sacerdote del Dio del sole Ra ad Eliopoli.
Storicamente non si hanno moltissime informazioni su questa persona, ma ciò che sappiamo è che 3000 anni dopo la sua morte, per qualche ragione, egli è diventato ai pari di una divinità, venendo adorata e glorificata. Le tradizioni che risalgono a molto tempo dopo la sua dipartita lo ponevano come un importante poeta e saggio, autore di testi e talentuoso medico, capace di usare dei poteri curativi magici e venendo anche associato a Thoth, il dio egizio della matematica e medicina.
La verità dietro Im-sama
Il significato dietro il nome “Imhotep” pare essere “colui che viene in pace”, nome piuttosto adatto per la figura che sembrava ricoprire nel passato. Ma qui bisogna fare una precisazione: “hotep” in realtà viene aggiunto dagli egizi come titolo alle divinità, e che viene aggiunto a persone di alto rango dopo la loro morte. Dunque, da ciò possiamo capire il suo vero nome, Im, proprio come quel personaggio.
Ci sono state inoltre delle occasioni in cui questo nome è stato usato per dei villain nella cultura pop, come nel caso del film del 1932 de La Mummia e del remake del 1999, o la quinta stagione “The Warrior”, o ancora in Conan il Barbaro.
Ma oltre a questo, Im ha anche altri connotati che lo collegano alla cultura religiosa egizia. Uno dei più evidenti si può riscontrare nel suo aspetto che richiama in modo neanche troppo velato Medjed, una divinità menzionata nel Libro dei Morti: esso viene rappresentato sotto forma di una sorta di fantasma nelle illustrazioni all’interno del Papiro di Greenfield, e proprio per questa sua caratteristica viene trovato particolarmente “carino” agli occhi dei giapponesi, tanto da ottenere un’impressionante popolarità nella cultura nipponica, diventando un personaggio all’interno di anime, manga, videogiochi.
Il Verso 17 del Libro dei Morti cita, tra diversi altre divinità, anche Medjed (il suo nome significa “castigatore”):
“Conosco il nome di quel punitore tra loro, che appartiene alla Casa di Osiride, che spara con il suo occhio, ma che non è visto”.
L’illustrazione del Papiro di Greenfield fu inserita in una mostra nel 2012 al Museo d’Arte Mori a Tokyo e al Museo d’Arte di Fukuoka, e Medjed da allora è diventato un vero e proprio fenomeno sociale per la sua somiglianza con un simpatico costume da fantasma.
Con queste informazioni, c’è un evento ricollegabile proprio al potere di Medjed che si può individuare all’interno del capitolo 1060: quando Im-sama va a scegliere il posto nella quale posizionare l’attacco, concentra il suo sguardo vedendo solo in un certo punto.
Sulla mappa cartacea non riesce a vedere esattamente dove egli andrà a colpire, ma marchia comunque la suddetta posizione; in seguito, un oggetto non identificato vola fino al punto designato. Prima di fare qualunque cosa, l’oggetto rimane per alcuni istanti a torreggiare sull’isola di Lulusia, come se fosse una “videocamera” dalla quale Im sarebbe stato in grado di vedere attraverso, andando così a concentrare il suo colpo osservando l’isola.
Considerando come Alabasta sia strettamente ispirata alla cultura egizia, possiamo allora considerare la possibilità di un collegamento con le origini di Im-sama, che magari lo porrebbe come qualcuno proveniente proprio da lì, e che forse ha un certo legame con Bibi (motivando così la foto che aveva della principessa).