Twitch è una delle tante piattaforme online che ha conosciuto un’enorme crescita con la pandemia da coronavirus: nel dicembre 2019, il sito trasmetteva 46 mila live per un totale di 1,184 milioni di spettatori. Nel giro di pochi mesi questi numeri sono raddoppiati, fino a raggiungere un picco nel febbraio 2021, con 122 mila dirette streaming per 2,945 milioni di spettatori (i dati sono di TwitchTracker, link). Sono numeri impressionanti, che evidenziamo l’enorme successo della piattaforma.
Ma non è tutto rose e fiori, purtroppo.
Infatti, se da un lato Twitch è il nuovo “sogno americano” per molte persone, dall’altro non è esente da difetti. E non stiamo parlando tanto di format che sono popolari sul tuo e che hanno provato mesi e mesi di polemiche (come le slot stream); ci stiamo riferendo a un problema ben più profondo.
Ad evidenziarlo è stato un recente report di Bloomberg: secondo la nota testata, Twitch ha un serio problema con la pedofilia, visto che diversi predatori sessuali utilizzano la piattaforma per seguire e incoraggiare live streaming tenute da minori di 14 anni. Un problema che, sottolinea sempre Bloomberg, non è stato arginato a dovere da Twitch nei mesi scorsi.
Twitch e l’inchiesta di Bloomberg
L’inchiesta è stata condotta da Bloomberg tra l’ottobre 2020 e l’agosto 2022: durante questo periodo, la testata avrebbe individuato almeno 1976 utenti che “sistematicamente” hanno bersagliato circa 279 mila bambini su Twitch. Nel solo giugno 2022, tali predatori sessuali hanno trovato una media di 673 bambini ogni giorno; in media, almeno un centinaio di questi utenti tenevano ciascuno una lista di 1000 canali gestiti da bambini.
Bloomberg con un esempio ha voluto riassumere la modalità di azione di questi pedofili. Trovato un canale su Twitch con delle bambine che si registravano da sole, i predatori sessuali tramite la chat hanno incoraggiato le ragazzine a riposizionare la telecamera in modo tale che potessero essere viste “per intero”.
Subito dopo, uno degli utenti ha chiesto alle bambine di eseguire dei “balletti di TikTok” e , in pochi minuti, gli spettatori sono saliti da 16 a 245. Nel giro di 45 minuti tale utente ha lasciato la stream e si è spostato e ha trovato altre 4 bambine su Twitch.
La piattaforma è ben conscia del problema: negli ultimi mesi, Twitch ha “quadruplicato” il numero di membri del suo team che collabora attivamente con il Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati (organizzazione fondata nel 1984 dal Congresso degli Stati Uniti per la protezione dei minori e l’individuazione degli abusi sui bambini nel Paese). Senza contare come la piattaforma stia attenta a limitate l’accesso ai minori di 13 anni a Twitch .
Ma come evidenziato i dati di Bloomberg, e come ha anche ammesso Tom Verrilli, Chief Product Officer di Twitch, la piattaforma non ha offerto i “livelli di protezione” auspicati. Soprattutto, risultano insufficienti gli strumenti di moderazione della piattaforma streaming per tutelare i minori da questo tipo di abusi, soprattutto in confronto alla concorrenza:
Ci sono poche barriere per prevenire dirette live di bambini su Twitch, in particolare da mobile. Mentre un nuovo utente di Twitch può iniziare a stremmare immediatamente, per fare lo stesso sull’app di YouTube è necessario che la persona abbia almeno 50 iscritti e aspetti 24 ore. TikTok richiede che i creatori abbiano almeno 16 anni e almeno 1000 followers. Facebook, il quale stabilisce che le persone abbiano almeno 13 anni per aprire un account, non ha nessun criterio di età o followers per le dirette live da mobile, secondo l’azienda, ma diversamente da Twitch, i nuovi utenti devono connettere un numero di telefono o un indirizzo email per validare i loro account.
In sostanza, Twitch dovrebbe rivedere le sue politiche riguardanti la creazione di nuovi account: è troppo facile per un utente bannato rifare il proprio profilo. Un fatto che Bloomberg ha sottolineato con un inquietante esempio: durante l’inchiesta, a fine maggio, un utente stava seguendo la live tenuta da una bambina e a un certo punto le ha chiesto di “togliersi le sue mutandine”. Lei però ha detto di non volevo fare, visto che aveva già avuto tre account sospesi; al che lo spettatore le ha scritto in chat “puoi sempre creare un nuovo account facilmente”. Poco dopo, lei si è tolta la sua maglietta.
In conclusione, l’inchiesta di Bloomberg evidenzia una problematica spesso dimenticata negli ultimi anni, ma che allo stesso tempo è sempre rimasta una costante di internet: la facilità con cui i minori hanno accesso al world wide web. Problema che si è aggravato ulteriormente negli ultimi 10 anni con l’avvento degli smartphone, spesso dati in mano ai minori senza un’adeguata educazione da parte dei genitori e delle istituzioni. O, comunque, senza che siano prese misure offerte dai produttori, come controlli parentali o account famigliari per tenere traccia delle attività dei figli sul web e con le app.
La responsabilità quindi di chi è: dei genitori? Dei gestori internet? Delle piattaforme streaming come Twitch? Difficile a dirsi: sicuramente, dovremmo fare tutti di più per proteggere i minori dai possibili abusi che avvengono online.
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