Dal 2020 Twitch è la piattaforma streaming di maggiore successo su internet: per esempio, come evidenziato dai dati di StreamLabs, nel Q2 2022 la percentuale di utenti che hanno guardato live su Twitch si è attestata al 76.7%, contro il 15.4% di YouTube Live e il 15.4% di Facebook Gaming. Per questo motivo, il sito di live streaming di Amazon è leader del mercato, ed è la piattaforma preferita dagli streamer.
Tra donazioni, pubblicità e abbonamenti, Twitch è il datore di lavoro preferito da molti utenti, visto che può portare a notevoli guadagni nel corso del tempo; soprattutto, per gli streamer che hanno sottoscritto accordi di “abbonamento premium” con la piattaforma. Twitch, però, farà una marcia indietro in questo lato: infatti, a partire dal 2023 la piattaforma taglierà le percentuali dei guadagni degli streamer “premium”.
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Twitch: ricavi standard di 50/50 sugli abbonamenti per tutti
Dopo l’annuncio di una stretta sulle slot e il gioco d’azzardo, questa è la seconda notizia che ha scosso il mondo di Twitch. A presentare i nuovi piani per le percentuali di ricavi sugli abbonamenti è stato Dan Clancy in persona, il presidente di Twitch. Fino ad adesso, alcuni streamer che hanno guadagnato un notevole seguito sulla piattaforma hanno potuto sottoscrivere dei contratti “premium” con Twitch: in sostanza, il 70% dei ricavi degli abbonamenti andavano a loro, mentre il 30% alla piattaforma (la “famosa” 70/30).
Ma dal 1 giugno 2023 le cose cambieranno, e il motivo sono i costi elevati per mantenere la piattaforma: infatti, Clancy ha annunciato che da tale data anche gli streamer con guadagni annuali superiori a 100 mila dollari riceveranno il 50% dei ricavi degli abbonamenti, cessando così il contratto 70/30.
È costoso offrire video in tempo reale ad alta definizione, bassa latenza e in quasi ogni angolo del mondo […]. In genere non ne parliamo perché, francamente, non dovresti pensarci. Preferiamo che ti concentri su ciò che sai fare meglio. Ma, volendo rispondere pienamente alla domanda di “perché non 70/30”, ignorare l’elevato costo di fornitura del servizio Twitch avrebbe comportato una risposta incompleta.
Come spiega ancora Clancy, tale modifica “non influirà sui ricavi attuali di circa il 90% degli streamer”, che hanno sempre avuto un accordo standard del 50/50 dei ricavi sugli abbonamenti.
Oltre alle motivazioni prettamente economiche, la 70/30 verrà tolta dagli accordi di Twitch anche per garantire una maggiore “equità” sulla piattaforma, non stipulando più accordi “Premium” solo con gli streamer di maggiore successo:
Riflettendo su come abbiamo gestito queste offerte premium, abbiamo riscontrato alcuni problemi. Innanzitutto, non siamo stati trasparenti in merito all’esistenza di tali offerte. In secondo luogo, non siamo stati coerenti nel definire i criteri di idoneità e in genere sono stati scelti gli streamer più grandi. Infine, riteniamo che non sia giusto che coloro che sottoscrivono accordi standard abbiano quote di ricavi diverse in base alle dimensioni dello streamer.
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