Dal 7 settembre è diventato ufficialmente possibile entrare in Giappone come “turista individuale”, ma ad una condizione: il proprio viaggio deve avvenire sotto forma di “package tour”, realizzato quindi mediante un’agenzia di viaggi che ha a sua volta dei referenti in Giappone. L’agenzia alla quale ci si affida è incaricata di progettare il viaggio, andando ad effettuare le prenotazioni dei voli e degli hotel nelle varie zone che si andranno a visitare.
In tutto ciò, però, sarà possibile decidere di partire seguendo questa sorta d’itinerario senza per forza farsi accompagnare da una guida. Questo è il genere di viaggio individuale che il paese aveva in mente, e che ha annunciato il 2 settembre insieme all’aumento degli ingressi giornalieri dai 20 mila ai 50 mila visitatori dall’estero. Dopo l’impopolarità estrema della prima apertura avvenuta a giugno, basata sull’accettazione esclusiva di tour di gruppo guidati, il Giappone ha deciso nelle scorse settimane di allentare ulteriormente la stretta sui suoi confini solo pochi giorni fa.
In aggiunta, le decisioni intraprese stanno avvenendo adesso con una rapidità decisamente inaspettata: pensiamo a quanto poco tempo è passato dall’implementazione dei viaggi individuali (neanche una settimana) e, a una notizia che proprio in questi ultimi giorni ha infuso ancora più speranza per i turisti che mirano al Giappone, ovvero quella di un’esenzione dal visto e, tra le altre cose, di non dover più prenotare con agenzia.
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Il Giappone che continua ad aprirsi
Dalle notizie arrivate mercoledì, un barlume di speranza ulteriore ha illuminato tutti coloro che progettano ormai da due anni un possibile viaggio in Giappone. Dopo neanche una settimana da quando è stata data ufficialmente la possibilità di entrare da soli e senza guide, una nuova indiscrezione si è fatta largo tra i giornali internazionali, riportando le parole di alcune fonti governative che a quanto pare anticiperebbero un ulteriore allentamento delle restrizioni nelle prossime settimane.
Secondo queste fonti, a breve verrà annunciata l’abolizione del limite a 50 mila ingressi al giorno, e parallelamente ad esso decaderebbe anche la necessità di avere un visto di soggiorno a breve termine per alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti. In questo modo si andrebbero a riportare le frontiere allo stato più o meno originale, che consentiva di accedere al Giappone per turismo senza dover per forza fare richiesta di un documento valido all’ambasciata nipponica. Inoltre, rimane la misura attivata dal 7 settembre che pone come condizione per entrare la necessità di tre dosi di vaccino effettuate o di un test rapido fatto 72 ore prima dell’arrivo in Giappone.
Secondo i notiziari locali, il premier giapponese Fumio Kishida farà un annuncio entro il 20 settembre, in un discorso che effettuerà proprio negli Stati Uniti alla Borsa di New York. La speranza principale è forse di vedere un miglioramento nelle condizioni dello yen sempre più debole, anche se c’è da dire che il ritorno del turismo internazionale e domestico potrebbe impattare in modo relativamente poco determinante.
Viene inoltre riferito come la revoca dei divieti d’ingresso avverrà a partire da ottobre, e coinciderà con una campagna di assistenza di viaggio nazionale, volta ad incoraggiare i cittadini giapponesi a viaggiare per far girare nuovamente l’economia interna e il turismo domestico mediante sussidi e coupon offerti dal governo, oltre che anche di pass ferroviari che offrono corse illimitate per un periodo di tempo delimitato.
La decisione di aprire già ad ottobre avviene in vista della stagione autunnale, uno dei periodi preferiti per il turismo, con un Giappone che si colora di varie tinte durante il Momiji, conosciuto all’estero con il termine di “foliage” e che permette di vedere l’incantevole e variopinto paesaggio del Giappone in autunno. Anche l’inverno inoltre è un periodo particolarmente apprezzato per viaggiare nelle aree più a nord, dove si tengono spesso diversi eventi come la gara nazionale di sculture di ghiaccio, e le attività sportive di scii, snowboard e affini.
In tutto ciò, si tratta comunque di una decisione importante per il Giappone: dopo due anni di chiusura totale, solo a giugno si è iniziato ad effettuare un primissimo, timido accenno di cambiamento, che però non è risultato in alcun modo apprezzato da parte dei turisti, con risultati decisamente scarsi sul fronte delle visite di gruppo guidate. Inoltre, con il processo delle richieste di visto in campo adesso, le stesse ambasciate di tutto il mondo stanno lamentano una condizione ingestibile di richieste alla quale far fronte. Diverse importanti figure giapponesi hanno inoltre esercitato delle pressioni nella riapertura più veloce dei confini, come nel caso del sindaco di Tokyo Koike, e del presidente delle ferrovie giapponesi.
Adesso, l’unico dubbio che ci attanaglia è quali saranno effettivamente questi “certi paesi” di cui si parla per l’esenzione del visto, e secondo quale criterio essi saranno scelti: se gli Stati Uniti sono inclusi, allora vorremmo credere che lo stesso varrebbe per l’Unione Europea, o perlomeno per i paesi facenti parte di essa e che attualmente stanno contando il minor numero di contagi COVID-19.
Fonte: Yomiuri