Nelle scorse ore Peiter Zatko, ex-capo della sicurezza di Twitter e attuale whistleblower (ossia segnalatore di illeciti), ha rilasciato una deposizione davanti al Senato americano circa le sue recenti rivelazioni su alcune attività fraudolente del social che ha fatto trapelare tramite interviste e dichiarazioni alla stampa americana.
Queste rivelazioni riguardano soprattutto possibili minacce alla sicurezza nazionale americana posti da Twitter e dalla sua gestione dei bot e della cybersicurezza. Di fronte alla Judiciary Committee del Senato di Washington, Zatko ha rivelato che Twitter aveva nel suo libro paga anche un agente del governo cinese (un dipendente del Ministero della Sicurezza di Stato di Pechino), dichiarazione che è stata avvalorata dal senatore Chuck Grassley ha sottolineato poi come l’FBI avesse segnalato la presenza di almeno un agente cinese nella compagnia.
Oltre all’FBI, anche Zatko aveva avvertito l’azienda dell’infiltrazione di agenti cinesi, spiegando che erano persone “che lavoravano per un’altra intelligence estera“.
Twitter e l’infiltrazione di agenti esteri
Sembra però che il problema sia molto più grande, e che dentro Twitter siano infiltrati anche agenti di alti paesi oltre alla Cina. Nelle ultime settimane è infatti venuto a galla il fatto che persino il governo indiano avrebbe pagato Twitter per far assumere alcuni agenti governativi nel social, mentre pochi giorni fa un dipendente si è rivelato una spia del governo dell’Arabia Saudita.
Zatko ha infine aggiunto che la presenza div ari agenti governativi nell’organico gli è stata notificata tardi, nonostante lui fosse in passato il capo della sicurezza del social, e che gli era stato detto solo una settimana prima di essere licenziato in tronco. Al momento molti aspettano una reazione di Twitter alle dichiarazioni di Zatko, anche se finora il social non ha mai risposto alle indiscrezioni che lui ha rivelato pubblicamente.
Zatko ha lavorato come capo della sicurezza di Twitter per neanche due anni. Il CEO della compagnia Jack Dorsey l’ha assunto nel novembre 2020, il tutto per un attacco hacker subito dal social nel luglio precedente. Il suo contratto è stato terminato a gennaio di quest’anno per “l’impatto sul lavoro di priorità”.
L’ex-capo della sicurezza ha iniziato a rivelare pubblicamente delle indiscrezioni sul social lo scorso agosto, nonostante a giugno Twitter gli avesse dato una cifra pari a 7 milioni per tenere le informazioni confidenziali (secondo quanto riportato dal Wall Street Journal).
