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Il Tribunale UE ha confermato a Google la multa di 4,1 miliardi per abuso di posizione dominante

Google e l’Unione Europea negli ultimi anni non vanno sempre d’accordo, tanto che gli organi dell’UE hanno aperto diverse procedure nei confronti della società di Mountain View. Le più note sono due: la prima risale al 2017, quando la società venne condannata a pagare una multa da 2,42 miliardi per abuso di posizione dominante nella gestione della piattaforma Google Shopping; sanzione confermata nel 2021 dal Tribunale dell’Unione europea

La seconda procedura è più recente: poche ore fa, infatti, il Tribunale dell’UE ha nuovamente confermato una condanna e una multa di 4,1 miliardi a Google per abuso di posizione dominante; stavolta per aver imposto “restrizioni anticoncorrenziali ai produttori di dispostivi mobili”.

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UE e Google

UE e le politiche di Google con i produttori Android

Nel 2015 la Commissione Europea aveva aperto una procedura nei confronti dell’azienda di Mountain View, relativamente ai suoi rapporti con i produttori Android. Tale procedura, infine, è stata portata a termine nel luglio 2018, con una condanna e una multa di 4,343 miliardi per abuso di posizione dominante nelle pratiche commerciali di Google nel mondo mobile.

La Commissione Europea aveva esaminato tre restrizioni che Google aveva imposto nella condizioni contrattuali con i produttori Android, ritenute tutte e tre esempi di “abuso di posizione dominante”

  • La prima è inserita negli “accordi di distribuzione”: in sostanza, per avere l’autorizzazione ad avere il Play Store sui propri dispositivi, i produttori devono preinstallare applicazioni di ricerca generica come “Google Search”, o di navigazione come “Chrome”;
  • La seconda riguarda gli “accordi di antiframmentazione”: anche qui, un produttore per aver accesso ai Play Store non può vendere dispositivi Android “senza l’approvazione della società di Mountain View”;
  • Infine, la terza restrizione era contenuta negli “accordi di ripartizione del fatturato”: un produttore Android non può preinstallare “un servizio di ricerca generica concorrente” sui propri dispositivi, se il suddetto produttore vuole beneficiare del rimborso parziale degli introiti pubblicitari di Google .
Google Chrome

L’organismo UE ha dunque confermato nella giornata odierna la valutazione della Commissione Europea, apportando solo una modifica: infatti, il Tribunale UE ha ritenuto non costituire un “abuso di posizione dominante” la terza restrizione:

Tenuto conto delle circostanze specifiche del caso, il Tribunale giudica parimenti adeguato, in applicazione della sua competenza estesa al merito, di determinare l’importo dell’ammenda inflitta a Google come pari a EUR 4,125 miliardi.

A questo punto, l’azienda di Mountain View ha tempo due mesi e dieci giorni per impugnare la decisione del Tribunale UE, “limitata alle questioni di diritto”.

Fonte: 1

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Alessandro Guarisco

Alessandro Guarisco

Ebbene sì: scrivo da 2 anni per DRCOMMODORE di Tecnologia, Anime e manga Appassionato del mondo Apple, Android e Windows One Piece, One Piece ovunque Profilo Linkedln per scoprire i miei segreti: https://www.linkedin.com/in/alessandro-guarisco-1417321ab/

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