In One Piece c’è un fatto che non convince molto: da quando la Flotta dei Sette ha ricevuto quel duro colpo durante l’arco di Wano, venendo sciolta e lasciando così il via libera alla Marina di tentare di reclamare la taglia pendente sulle teste dei vari ex membri, alcuni di essi si sono ritrovati a dover lottare per avere salva la pelle.
Abbiamo visto cosa è accaduto a Buggy, salvo per miracolo grazie all’intervento di Crocodile, e abbiamo inoltre assistito alla contromossa di quest’ultimo alla decisione della Marina, formando un’organizzazione insieme a Mihawk per rispondere con pan per focaccia all’attacco governativo nei suoi confronti.
Sempre dopo la dissoluzione della Flotta dei Sette, era stato mostrato come Coby si trovasse pronto ad arrestare Boa Hancock, dopo essere giunto sull’isola da lei governata. Molti fan di One Piece hanno immaginato degli scenari relativi alla piratessa, ipotizzando di trovarla in catene o nel ruolo di “principessa da salvare”. Eppure, abbiamo invece potuto osservare come, anche nel punto dove la morte era praticamente davanti ai suoi occhi, lei ha mantenuto un tenore superiore per il cui è conosciuta, guardando sempre dall’alto in basso, anche davanti ad un individuo come Barbanera. Per qualche ragione, tutti i fan dimenticano una cosa fondamentale: lo stesso Eiichiro Oda, ogni volta che parla di lei, non manca di dire come Boa Hancock sia forte, e la stessa forza di cui dispone è un tema più che ricorrente per lei.
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La riflessione su Boa Hancock e il suo ruolo in One Piece
Durante la guerra a Marineford, Nyon fa delle dichiarazioni molto interessanti su Boa Hancock e le sue capacità. L’anziana donna spinge Hancock ad andare in guerra contro i Pirati di Barbabianca, considerati come una delle ciurme più potenti, esprimendo una fortissima fiducia nella potenza della ragazza, sicura di come nulla avrebbe minacciato la sua sopravvivenza. Nyon è un’anziana che aveva lasciato l’isola per andare per mare, che s’informava costantemente con libri e giornali; conosce il leggendario Rayleigh, e pur sapendo che gli avversari di Boa sarebbero stati uno Yonko e i suoi comandanti, non ha avuto alcuna remora nel lanciare la sua “figlia” surrogato nella guerra.
Certo, è probabile che nel quadro generale contava dalla sua parte anche gli ammiragli e gli altri membri della Flotta dei Sette, ma Nyon sapeva anche come Hancock detestasse il Governo Mondiale e che non avrebbe giocato di squadra. Ma in ogni caso, Nyon dice abbastanza esplicitamente come la ciurma di un Imperatore non sarebbe per nulla una minaccia nei confronti dell’Imperatrice pirata. Ma perché Nyon preferisce una guerra con uno Yonko piuttosto che con il Governo Mondiale? Potrebbe darsi che la Marina (Coby) viene vista come una minaccia maggiore rispetto a Barbabianca e i suoi comandanti e alleati, o forse che la guerra con il Governo porterebbe ad effetti collaterali.
Quando Nyon avverte Hancock della necessità del suo intervento per mantenere il proprio status di membro della Flotta dei Sette, viene menzionata la possibilità di avere dei guai nel caso il Governo attacchi Amazon Lily. L’anziana si preoccupa dello stato della nazione e delle cittadine, che finirebbero coinvolte in questo conflitto senza alcuna possibilità di difendersi come Hancock. Si tratta di un avvertimento verso la piratessa, che va a ricordarle come abbia degli obblighi da rispettare come protettrice di Amazon Lily, ma Hancock risponde mostrando il suo solito volto indifferente e freddo, rivolto a chiunque tenti di strapparle il titolo (come con Momonga, Smoker, Sentomaru e il resto della Marina).
La Marina stima, o meglio, rionosce Boa Hancock e la sua forza, al tal punto che, nonostante essa avesse “perso” dopo un abbraccio di Luffy proprio sotto gli occhi di vari ufficiali e soldati, portando così ad un potenziale cambiamento riguardo la visione che i marine avevano di lei, la ragazza invece alla fine della guerra è rimasta al suo posto. Quando Aokiji parlò del suo arrivo al QG della Marina, egli stesso riconobbe l’enorme forza di cui dispone, elencandola insieme a Doflamingo nella categoria di una “Classe Pirata eccessivamente rara”.
Altra dimostrazione della sua forza è la prima taglia che essa ottenne all’età di 18 anni: ben 80 milioni di Berry sulla testa, portandola ad essere nominata molto presto un membro della Flotta dei Sette. Per dare un’idea, Kaido ricevette una taglia di 70 milioni a 13 anni, mentre Big Mom di 50 milioni da piccola. Boa Hancock ha avuto una “pausa” dal fare carriera per 4 anni, quando a dodici anni rimase schiava dei Draghi Celesti: in soli due anni si è data alla pirateria, ricevendo l’offerta di entrare negli Shichibukai.
E forse qualcuno potrebbe pensare “beh, adesso loro sono finiti, non esistono più, sono irrilevanti”. Eppure, uno degli Ammiragli che più odiava i pirati era a favore di questo sistema; la scelta quindi non è caduta sulla Marina, ma su un’altra entità (l’unione dei re), che ha infine deciso di abolirli, e per perdere il suo titolo ci è voluta una guerra gigantesca e un accordo senza precedenti stilato da oltre 50 nazioni. In tutto ciò, a “cavarsela” senza un graffio sono stati 3-4 Shichibukai, e tra essi Hancock non mostrava alcun segno di ferita o scompostezza; inoltre, Oda ha deciso di usare proprio lei per fare da voce alla forza degli Shichibukai ai quali è stato tolto il titolo.
Infine, alcuni ritengono come Hancock non sia davvero forte, e che la bellezza è ciò che l’ha portata dov’era. Essi pensano che lei abbia un atteggiamento tranquillo poiché si troverebbe a vivere nell’illusione di avere una bellezza utile a fare da scappatoia per qualunque cosa. Tuttavia, Oda ha spiegato bene come le cose funzionano ad Amazon Lily: la sua bellezza non detrae la forza, ma la eleva.
In una pagina si mostra molto insicura della sua nomea di donna bellissima, e il suo ego esagerato è un meccanismo di difesa per la sua poca autostima legata al passato da schiava; se davvero pensasse che questo suo tratto potrebbe fare da lasciapassare, perché nascondere il marchio? Il mondo la perdonerebbe anche se scoprisse che era una schiava, no? Ma non è questo il caso. Scoprire il suo marchio, per lei, significherebbe finire con l’essere rifiutata da casa sua e dal mondo intero. Per superare questo trauma, l’orgoglio di cui si munisce diventa il suo supporto maggiore.
La cultura delle Kuja porta a considerare qualcuno come “bello” solo se è forte. La nazione è regolata dalla potenza, con un’arena dedicata a battaglie quotidiane; l’economia dipende dalla pirateria, mandando le guerriere migliori a caccia di risorse; si diventa imperatrice mostrando la forza, non mediante l’eredità.
Le Kuja, quindi, amano Hancock perché rappresenta il valore che stimano maggiormente: la forza. Per lei, forza e bellezza diventano interscambiabili, poiché entrambi le consentono di avere ciò che desidera, diventando veri e propri strumenti di potere che le consentono di esercitare la propria volontà su qualcuno o qualcosa, ottenendo il risultato desiderato: proprio come l’Haki del Conquistatore (e guarda caso, è ad Amazon Lily che il concetto di Haki viene introdotto ai lettori). Infatti, con il suo sguardo Hancock ottiene ciò che vuole, affascinando tutti e dominando così la volontà altrui.