Oggi si è spento a 91 anni uno dei pilastri mondiali della storia del cinema, il regista Jean-Luc Godard. Il triste annuncio è stato dato dal quotidiano francese Liberation, che non ha voluto rivelare i dettagli attorno alla sua morte.
Godard è nato a Parigi il 3 dicembre 1930 da una famiglia borghese protestante. Dopo gli studi in collegio e al liceo, Godard si iscrive all’università di Sorbona. Il quinto decennio del ventesimo secolo lo hanno visto debuttare come critico cinematografico su riviste come Arts e Cahiers du cinéma, attività che poi ha abbandonato dopo pochi anni per iniziare lui stesso a realizzare le sue opere.
Il suo primo cortometraggio risale al 1954 ed è ispirato al viaggio in America che ha compiuto in quegli anni: Opération béton. Ha realizzato cortometraggi fino al 1960, e uno di essi, Une Histoire d’eau, è stato co-diretto con l’ex amico Francois Truffaut, altro importante regista francese.
I film di Jean-Luc Godard e la loro influenza
Nel 1960 Godard ha diretto il suo primo film, Fino all’ultimo respiro. Il film, tratto da un trattato scritto con Truffaut, racconta la storia di una donna americana a Parigi, interpretata dall’allora star hollywoodiana Jean Seberg, e della storia d’amore con un ribelle interpretato dall’attore francese Jean-Paul Belmondo. Questo film, assieme a Il disprezzo e Agente Lemmy Caution: missione Alphaville, hanno contribuito a rompere le convenzioni del cinema francese dell’epoca grazie al modo in cui erano realizzati e ai loro temi, dando i via a un modo diverso di fare cinema con camera libera, dialoghi esistenziali e salti. Le sue opere hanno ispirato anche molti registi francesi e americani (il suo film Bande à Part ha ispirato il nome della società di produzione A Band Apart).
Negli anni più recenti, il regista ha firmato film girati in digitale come Film Socialisme (con protagonista la tennista Catherine Tanvier) e Adieau au langage – Addio al linguaggio. Nel 2018 è uscito nei cinema la sua ultima opera da regista, il film drammatico La livre d’image.
Il suo stile iconoclasta e a tratti improvvisato e il suo radicalismo inflessibile rimarranno sempre nella memoria di tutti. Durante la carriera ha ricevuto anche dei premi, come il Leone D’Oro al Festival del cinema di Venezia del 1983 per il film Prénom Carmen e l’Oscar alla carriere del 2011.