Nella giornata di oggi Instagram ha bloccato la pagina ufficiale del noto sito pornografico Pornhub. Nonostante la pagina promuovesse contenuti non espliciti (cosa che fa anche su altri social come Twitter e YouTube) la decisione del social di proprietà di Meta è stata comunque netta. L’account, che contava oltre 13 milioni di follower e 6200 post, è stato quindi bannato. Dietro la decisone sembrano esserci delle pressioni di diverse associazioni come il National Center on Sexual Exploitation, che ha accusato la società di proprietà di MindGeek di promuovere direttamente la pornografia, e TraffickingHub, una campagna che ha come obiettivo la chiusura definitiva del sito pornografico.
Il CEO del National Center on Sexual Exploitation, Dawn Hawkins ha commentato la vicenda affermando che: “”Instagram sta scegliendo coraggiosamente di smettere di collaborare con Pornhub, ed è tempo che tutte le realtà aziendali seguano il suo esempio“. Oltre alla promozione diretta della pornografia, l’organizzazione ha contestato anche il fatto che il sito incentivasse la carriera pornografica in maniera esplicita tramite iniziative come “Next Career Goal“. Uno screen postato su Twitter da Laila Mickelwait, fondatrice della campagna TraffickingHub, suggerisce che il motivo del ban derivi dall’aver infranto le linee guida della community di Instagram.
Non si fermano i problemi per MindGeek, che da anni è al centro di diverse polemiche che riguardano principalmente lo sfruttamento e la monetizzazione di materiale pedopornografico. Chissà se dopo Instagram anche gli altri social faranno lo stesso.
Pornhub e le dimissioni dei vertici
Come detto in precedenza sono tante le polemiche nei confronti di MindGeek e di Traffic Junky, società di web advertising e digital marketing che cura la pubblicità sul sito. Le polemiche hanno spinto alcune società come Visa e Mastercard ad abbandonare la piattaforma dopo essere state accusate (e citate in tribunale nel caso di Visa) di aver favorito la monetizzazione di video che mostravano contenuti illegali.
Oltre a ciò lo scorso giugno il CEO e il direttore di MindGeek, Feras Antoon e David Tasillo hanno dato le proprie dimissioni con effetto immediato, dopo le accuse di 24 querelanti che hanno citato in giudizio Pornhub e Mindgeek, che avrebbero violato le leggi federali sul traffico sessuale e la pornografia infantile, consentendo la pubblicazione di video ritraenti minorenni. La società si è difesa affermando di aver intrapreso una politica di tolleranza zero verso la pubblicazione di questi contenuti illegali: “Qualsiasi insinuazione sul fatto che MindGeek non prenda sul serio l’eliminazione di materiale illegale è categoricamente falso“, queste le dichiarazioni della società canadese.
Fonte: Variety