La Cina condurrà un “blitz” dalla durata di tre mesi con l’obiettivo di “purgare” l’Internet dai “pettegolezzi e dalle false informazioni”. L’amministrazione Cyberspaziale della nazione ha annunciato venerdì un piano che richiede alle aziende tecnologiche il miglioramento delle loro capacità di tracciamento delle fonti dalla quale derivano rumor e fake news.
La Cina vuole, inoltre, che gli account trovati colpevoli di tali atti siano puniti con avvertimenti, ban e sospensioni permanenti. Se le aziende non saranno in grado di fare ciò, o non si adegueranno a quanto chiesto, Beijing non gli permetterà di accettare nuovi utenti al loro interno e la piattaforma sarà pubblicamente nominata e offesa.
I governi regionali e locali devono quindi aumentare le loro attività di monitoraggio per aiutare a spingere tale iniziativa, e migliorare i loro sforzi per rifiutare e denunciare le informazioni che la Cina ritiene inappropriate.
La censura della Cina è particolarmente importante in questo periodo
Questo è solo uno dei diversi “blitz” che la Cina ha condotto negli ultimi anni. Non sempre ciò ha avuto successo, ma stavolta ad essere di particolare importanza è il timing con cui è avvenuto l’annuncio: infatti, il 16 ottobre il Partito Comunista Cinese condurrà il suo 20esimo Congresso Nazionale. In questo evento, ci si aspetta che l’attuale presidente della Cina Xi Jingping avrà la conferma per un terzo mandato come leader della Cina.
Va da sé che è importante minimizzare qualunque possibile contenuto online che possa in qualsiasi modo influenzare il Congresso o porre dubbi in merito alla sua decisione. Non sarà molto difficile per la Cina riuscire a fare quanto previsto, considerando che molti servizi online già richiedono il nome reale dell’utente per potersi registrare.
La Cina, come ben sappiamo, non si è mai fatta troppi problemi a intervenire in modo piuttosto incisivo sul web, specialmente se in ballo c’è la forza e la reputazione del presidente Cinese o del Partito Comunista che governa il paese.
Se qualcosa può in alcun modo scalfire la figura del leader supremo, la nazione lo rimuove. Stavolta i censori avranno vita più facile, poiché le piattaforme online sono costrette a fornire i dati degli utenti che non rispetteranno le dure regole del paese.
Fonte: The Register