Nell’operazione “L’isola che non c’è”, conclusasi questa mattina da parte della Digos di Catanzaro e con l’ausilio della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, viene siglata una fine allo Stato Antartico di San Giorgio situato in Antartide. Da ciò che emerge dalle investigazioni, sono state almeno 700 le persone che avrebbero preso “la cittadinanza” nello “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio”, attirati dalle tasse al 5% e dai privilegi promessi.
Gli indagati avrebbero raccolto illecitamente almeno 400mila euro che poi sarebbero stati riciclati a Malta, e promettevano anche la possibilità di sottrarsi alle vaccinazioni anti-Covid. Le accuse rivolte agli imputati adesso sono di associazione a delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio e riciclaggio.
L’azione investigativa verso questo bizzarro Stato dell’Antartide era stata iniziata l’anno scorso, il 17 aprile 2021, partendo da una perquisizione svoltasi presso un immobile di Catanzaro, il quale costituiva la sede diplomatica dell’autoproclamato “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio”.
Lo Stato in Antartide che vorrei: Stato Antartico di San Giorgio
L’associazione a delinquere è emersa dopo gli accertamenti delle responsabilità, ed essa si estendeva su tutto il territorio nazionale, specialmente nelle città di Catanzaro, Alcamo e Teramo. Da ciò che si scopre, le truffe e i raggiri si basavano sull’esistenza del finto Stato in Antartide, soggetto ad un’autonomia data dal “Trattato Antartico del 1959”.
Per dare più credibilità a questo Stato agli occhi dei cittadini, i componenti avrebbero creato false istituzioni, come Capi di Stato, Governo e ministri, Corte di Giustizia, Tribunale Supremo, Delegazioni territoriali. Inoltre, non potevano mancare una gazzetta ufficiale, siti internet e il confezionamento di documenti d’identità validi per l’espatrio.
Facendo ciò, hanno spinto più di 700 persone residenti in Italia ad acquisire la cittadinanza in questo particolare Stato dell’Antartide, portandoli però a pagare prima somme di denaro che andavano dai 200 ai 1000 euro e promettendo diversi tipi di vantaggi. Oltre ai finanziamenti per i propri progetti alla possibilità di avere una burocrazia più veloce per le proprie imprese, c’erano anche le promesse sull’utilizzo di documenti per circolare liberamente.
Altro motivo allettante erano le basse aliquote proposte dallo Stato nell’Antartide, pari a solo il 5% da versare allo Stato con correlativa esenzione dalla corresponsione delle imposte italiane. I beni italiani sarebbero stati esenti dall’essere soggetti ad azioni esecutive dello Stato Italiano, diventando “sangiorgesi”; inoltre, si scopre anche che alcuni territori in Antartide sarebbero stati venduti con un titolo nobiliare annesso.
Stando alle indagini, gli indagati avrebbero creato documenti di riconoscimento contraffatti (passaporti, carte d’identità diplomatiche), ma totalmente corrispondenti ai format internazionali, e li avrebbero utilizzati in diverse strutture alberghiere, sul territorio nazionale ed estero. In almeno un caso, poi, è emerso l’utilizzo di una patente di guida dello Stato Antartico per superare un controllo stradale di Polizia.
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