Era il 2013 quando Atlus decise di portare sul mercato occidentale un titolo per 3DS uscito l’anno prima in Giappone: Devil Summoner: Soul Hackers. Spin-off della sua saga di culto Shin Megami Tensei (trovate qui la recensione dell’ultimo capitolo), questo titolo non era inedito, ma il remake di un gioco uscito nel 1997 per Sega Saturn. All’epoca però il titolo non lasciò mai la terra nipponica. Quella del 2013 fu quindi una release molto importante per tutti gli appassionati occidentali dei JRPG di casa Atlus.
E nonostante grazie a questa release, il titolo avesse conosciuto una nuova spinta tra il pubblico, mai avremmo potuto immaginare l’annuncio di Soul Hackers 2, sequel in arrivo alla fine di questo mese.
Un annuncio a sorpresa da parte di Atlus, la quale negli ultimi anni sembra essere motivata a cavalcare al meglio l’onda di popolarità ottenuta grazie a Persona 5, facendo scoprire al grande pubblico le sue altre IP e mostrare ancora di più di cosa è capace. Una scelta decisamente saggia e che sta portando il genere dei JRPG a turni verso quella che speriamo possa essere una nuova giovinezza.
Soul Hackers 2 sarà disponibile sulle console PlayStation e Xbox, oltre che su PC, a partire dal 26 agosto (questa volta solo un giorno dopo l’uscita giapponese fortunatamente). E nonostante il “2” nel titolo possa far pensare diversamente, non parliamo di un sequel diretto del titolo del ’97. Quindi anche chi non ha mai potuto provare il primo capitolo, potrà tuffarsi tranquillamente in questa nuova avventura.
Avventura che abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima in questi giorni. In attesa della recensione che pubblicheremo più avanti questo mese, oggi vi offriremo uno sguardo preliminare del titolo, raccontandovi le nostre sensazioni sulle prime ore di gioco che abbiamo potuto provare. Iniziamo.
Super-intelligenze e apocalisse
Dal punto di vista narrativo, il titolo non si perde certamente in chiacchiere inutili. A pochi minuti dall’inizio della nostra avventura, infatti, veniamo messi al corrente che Aion, una super-intelligenza creatosi tramite l’immensa rete dati umana, ha previsto l’incombere di un’apocalisse che porterà allo sterminio del mondo conosciuto. Per tentare di evitare la catastrofe, Aion dà vita a Ringo e Figue. Entrambe sono manifestazioni fisiche e limitate della stessa e appaiono come due giovani ragazze.
Il loro scopo è quello d’intervenire in maniera diretta sugli eventi, sventando l’imminente apocalisse. Nello specifico il loro primo compito sarà quello d’individuare l’informatico Ichiro Onda e l’evocatore di demoni Arrow, entrambi nodi fondamentali per la missione.
Così inizia la narrazione di Soul Hackers 2, sulla quale non possiamo dilungarci troppo di più. Sia per volontà che per possibilità di farlo. La sezione di gioco da noi provata per questa anteprima, infatti, comprende solamente le prime cinque ore di gioco. Un tempo decisamente esiguo rispetto alla durata media di titoli di questo tipo.
Nonostante questo vogliamo sbilanciarci sulle sensazioni preliminari. Se da un lato il concept dell’apocalisse è il classico più volte usato da Atlus, il sottotesto tecnologico legato ad Aion e alle sue agenti Ringo e Figue apre le porte per uno sviluppo meno lineare e più interessante del solito.
Anche la scrittura dei personaggi sembra lasciar ben sperare. Seppur non manchino alcuni topos del genere, questi risultano interessanti e interagiscono in modo credibile, grazie anche ai dialoghi ben scritti. Nota in particolare su Ringo, la quale lascia trasparire completamente sia il suo lato da eroina che quello da “neonata” nel mondo degli umani, risultando goffa e spaesata nelle situazioni più comuni.
Demoni e Tregende
Parliamo ora del gameplay del titolo. Più nello specifico del suo combat-system. Come consuetudine in casa Atlus ci troviamo davanti a un JRPG a turni, molto familiare per gli amanti del genere e ancora di più per i fan di Shin Megami Tensei. Il party del giocatore sarà costituito dai quattro evocatori di demoni protagonisti, i quali oltre che sulle proprie capacità potranno contare su quelle dei propri demoni.
Sfruttando i dispositivi COMP, i quali hanno sembianze diverse a seconda dell’utilizzatore, i nostri evocatori hanno la possibilità di sfruttare le abilità del demone equipaggiato (acquisendone anche debolezze e resistenze), spendendo solamente i punti mana o, con certe abilità, i punti vitali. Ogni abilità avrà una tipologia, utile a sfruttare le debolezze dei nostri nemici. Rispetto ad altri titoli di Atlus, la cerchia di tipologie è stata un po’ alleggerita. Infatti, i tipi di abilità si dividono in 5 tipologie a cui vanno aggiunti gli attacchi normali e quelli da arma da fuoco.
E proprio sfruttare le debolezze dei nostri nemici sarà la chiave verso la meccanica peculiare di questo titolo. Infatti, ogni volta che colpiremo un nemico a una debolezza, il demone usato comparirà sotto forma di ombra alle spalle dei nemici. Una volta che tutti e quattro i nostri personaggi avranno fatto la propria mossa, i demoni ombra daranno il via a una Tregenda, con la quale sferreranno un potente attacco che danneggerà l’intero party nemico.
La sua potenza dipenderà da quante volte avremo sfruttato le debolezze nel turno d’attacco, variando da una combo di 1 a un massimo di 4 colpi.
Infine, potremo potenziare ulteriormente i nostri attacchi sfruttando i Magicristalli. Ottenibili in regalo facendo imparare tutte le abilità possibili a un demone, questi cristalli aumenteranno l’efficacia delle abilità di tipologia corrispondente. Per equipaggiarle, però, sarà necessario che il COMP del personaggio abbia affinità e rango compatibili.
Per quanto riguarda l’ottenimento dei demoni da usare in battaglia, dovremo far affidamento sulla ricognizione demoniaca. Ogni volta che entreremo in un dungeon, i nostri demoni si sparpaglieranno in giro. Durante l’esplorazione potremo incontrarli e parlarci. Da questi dialoghi possiamo ottenere diversi vantaggi come essere curati, ricevere oggetti, materiali o negoziare con nuovi demoni. Rispetto al passato dunque, l’ottenimento di nuovi alleati è stato reso decisamente meno attivo. Una cosa che un po’ ci dispiace, ma sicuramente aiuterà a rendere più accessibile il titolo.
Per quanto riguarda la progressione nel gioco, il giocatore è messo davanti a diverse opzioni. Oltre al poter progredire nella trama principale, avremo a nostra disposizione alcune missioni secondarie, utili a gonfiare il nostro portafoglio o a ottenere oggetti e materiali. Per quel poco che abbiamo potuto vedere in questa anteprima, non sono altro che comunissime fetch quest dove dovremo parlare con una determinata persona o uccidere un nemico specifico.
Ben più interessanti, invece, i Matrix dell’anima. Per ragioni di trama preferiamo non scendere troppo nel dettaglio, ma possiamo dirvi che sono dungeon che ci faranno approfondire la conoscenza con i nostri compagni di party. Per progredire in questa “categoria” di dungeon dovremo avanzare anche nella trama principale, sbloccando così nuove aree. Potremmo dire che i Matrix dell’anima incarnano pienamente i Memento visti in Persona 5.
Per concludere diamo una nostra preliminare valutazione del gameplay generale del titolo. La sensazione è che con Soul Hackers 2 Atlus abbia voluto creare un punto d’incontro tra Shin Megami Tensei e Persona. Il titolo infatti prende a piene mani da SMT per quanto riguarda le atmosfere narrative e il sistema di combattimento, offrendo anche un livello di sfida orientato più verso quella direzione. Anche alla difficoltà normale dovremo valutare saggiamente le nostre mosse e gestire con attenzione le risorse lungo l’esplorazione del dungeon.
Dall’altro lato, invece, Soul Hackers 2 prende a piene mani da Persona per tanti piccoli dettagli, come la possibilità di partecipare ad eventi sociali con i compagni di party e una meccanica di affiatamento tra i membri.
Vedremo nella recensione finale quanto questa comunione delle due serie dell’azienda sarà risultata funzionale.
Lo stile Atlus colpisce ancora
Sul piano tecnico, nonostante manchi ancora quasi un mese all’uscita del gioco, Soul Hackers 2 si presenta senza bug o problemi di sorta. Il frame rate risulta fluido in entrambe le modalità disponibili. 60 fps fissi in modalità prestazioni e 30 fps in modalità grafica (che garantisce una risoluzione 4K).
Giusto alcune texture ci sono sembrate un po’ a bassa risoluzione, ma la cosa viene ampiamente compensata dall’eccellente direzione artistica di casa Atlus.
Gli ambienti di gioco sono davvero ben caratterizzati e restituiscono un senso di vitalità e realtà al giocatore, che si tratti delle movimentate vie di città o del cantiere navale iniziale. Unica zona che abbiamo trovato molto poco ispirata e troppo “elementare” sono i Matrix dell’anima.
Assolutamente da elogiare invece il lavoro fatto sui modelli dei demoni, i quali appaiono con una sorta di contorno molto fumettistico e che rende il modello molto gradevole da guardare. Stessa direzione presa anche per i ritratti dei personaggi durante i dialoghi, anch’essi usciti da un fumetto nei tratti. Scelta decisamente azzeccata.
Intermezzo
Essendo questa un’anteprima non possiamo certo darvi delle conclusioni sul titolo. Possiamo però dire che da questa preliminare analisi, Soul Hackers 2 ne esce già come un titolo molto solido, capace senza dubbio di soddisfare gli amanti del genere e rappresentare per loro un acquisto obbligato.
Allo stesso tempo, però, il titolo sembra restare troppo legato a livello di struttura alla serie madre Shin Megami Tensei con giusto una spruzzata di Persona nel mezzo. Di fatto, i soli temi trattati nella narrazione sembrano dare un’identità forte a titolo. Questo chiaramente non è per forza un problema assoluto, quanto più una riflessione sulla personalità di quello che deve essere uno spin-off.
Le sensazioni restano comunque assolutamente positive, e non vediamo l’ora di potervi parlare in modo esaustivo del titolo più avanti questo mese.