L’uomo che non ha bisogno di presentazioni, il mago dei computer e Signore dei tutorial Salvatore Aranzulla, continua ancora a far parlare di sé. L’intervista da lui rilascia al Corriere della Sera, che sta girando molto su internet in queste ore, è ricca di dettagli e informazioni personali piuttosto particolari. In essa, egli dà anche opinioni molto dure nei confronti dei giovani e del lavoro in Italia.
Come ben sappiamo, non è la prima volta che il 32enne informatico è protagonista di uscite senza peli sulla lingua. Basti ricordare quando, qualche mese, fa aveva aspramente criticato la compagnia aerea Ryanair perché il suo volo non solo era in ritardo di 7 ore, ma il servizio clienti della compagnia sembrava inesistente e i social della compagnia erano più impegnati a fare meme sull’attualità italiana piuttosto che a fornire informazioni.
Stavolta, nella popolare intervista Aranzulla ha rivelato in modo cristallino a quanto ammontino (e da dove arrivino) i propri guadagni, dando anche le proprie pesanti opinioni sul panorama lavorativo italiano e che lasciano trasparire in lui una certa amarezza nei confronti delle aziende e dei giovani.
Salvatore Aranzulla ne ha per tutti, sia per le aziende che per i giovani
In Italia il sito di Salvatore Aranzulla, chiamato Aranzulla.it, è più visitato di Amazon: conta 690 mila click al giorno e il suo proprietario, solo nel 2021, ha dichiarato 3,8 milioni di euro di fatturato.
Aranzulla sa benissimo che con il guadagno che ha ottenuto potrebbe fare una vita da nababbo su qualche isola e smettere di lavorare, ma a tal proposito nell’intervista ha voluto rispondere piuttosto sinceramente:
“Potrei non lavorare più. Lo faccio perché mi piace. Ma appena metto il naso fuori dall’ufficio impazzisco: il mondo del lavoro è pieno di scappati di casa. Le aziende assumono giovani incapaci per risparmiare. Ci ho a che fare ogni giorno. Vogliono un testimonial”.
Continua poi esprimendo la sua amarezza in merito alla poca professionalità che spesso gli viene dimostrata:
“Dicono: fissiamo una call. Io chiedo prima: avete il budget? Risposta: per ora no, ma sentiamoci lo stesso anche solo per raccontarci le vacanze. Le vacanze? Ma che lavoro fa questa gente illicenziabile? Telefona? Quando sono venuto a Milano, a 18 anni, il mio sito fruttava 36mila euro l’anno. Ci dovevo pagare le tasse, l’affitto, la retta in Bocconi”.
Ed è a questo punto che Aranzulla spende due parole anche sui giovani, sui loro modelli di vita attuali e sulle scelte di vita poco sagge che essi, secondo l’informatico, compiono senza coscienza:
“Non è che potessi non lavorare. Oggi mi pare che i genitori difendano sempre i figli, facendone imbecilli. I modelli sono rapper analfabeti e tiktoker che lasciano la scuola. Cambia l’algoritmo, e vanno in rovina. A cinquant’anni chi si occuperà di loro?” dice Aranzulla sui nuovi lavori per i giovani di oggi.
Alla fine dell’intervista, Aranzulla spiega anche da dove arrivino i suoi profitti e non manca anche di dare ai lettori un consiglio finanziario piuttosto chiaro:
“Il fatturato 2021 era di 3,8 milioni. Il 50% viene da pubblicità. Il 25% da link affiliati alle aziende. Il restante 25% sono i corsi che faccio, le collaborazioni in cui sono testimonial. Da due anni ho disdetto tutti i miei investimenti in prodotti di banche italiane, che sono costosi e hanno rendimenti imbarazzanti. Faccio da solo“.
Una cosa è certa: l’autore di più di 15 mila pagine inerenti a qualunque tipo di problema informatico non ha alcun problema a essere piuttosto “diretto”, come ci ha dimostrato più volte.
Fonte: Corriere della Sera