Molto spesso, quando ci si ritrova a parlare di difficoltà all’interno dei videogiochi, le discussioni che ne conseguono assumono tratti decisamente polarizzati. Da una parte, coloro i quali vorrebbero annoverarla tra gli elementi dell’accessibilità, consentendo a chiunque di fruire di qualunque opera;
dall’altro, i puristi del videogioco come forma d’arte prima che d’intrattenimento, i quali la vedono come un segno distintivo di una politica autoriale che non andrebbe snaturata solo per venire incontro ad una fetta di pubblico più ampia.
Quale che sia la vostra personale visione in merito, I Cimenti di Bahamut, la nuova espansione di Stranger of Paradise – Final Fantasy Origin, primo di tre dlc pianificati per il season pass dell’action-rpg di Team Ninja, è destinata a gettare benzina su questo, specifico fuoco.
Difficoltà Bahamut…
Succede perché, al netto di tutta la filosofia che potrebbe farsi attorno alla tematica della difficoltà nei videogiochi, l’approccio scelto dallo sviluppatore nipponico verso I Cimenti di Bahamut è quantomeno controverso.
Come rilevato in sede di recensione, il titolo presenta tre differenti difficoltà: Narrativa, Normale e Difficile, a cui si aggiunge un ulteriore layer rappresentato dalla Modalità Caotica nell’endgame.
Quest’ultima è un’interessante variante al concetto ormai trito e ritrito di New Game Plus. In essa, sostanzialmente, è possibile affrontare le missioni nell’ordine più congeniale al giocatore, a seconda del Job scelto.
L’obiettivo della modalità è infatti quello di massimizzare una o più classi del gioco e sbloccare via via nuovo equipaggiamento, scalando i livelli della singola missione sino al 300.
Se si tratta di un contenuto concettualmente valido e longevo, insomma, non siamo di fronte ad una porzione essenziale per come il titolo viene presentato. Si tratta del più classico degli extra, che ha peso nullo in ambito narrativo e non è necessario per l’ulteriore comprensione della storia trattata.
Posto questo, ne ‘I Cimenti di Bahamut’ viene aggiunta una nuova difficoltà – Bahamut, per l’appunto – che rompe la linea distintiva tra contenuti narrativi e probanti, posta in essere sin dal lancio.
Si tratta di un dlc di trama o di una sfida per utenti esperti? Rispondere a questa basilare domanda è molto complicato, ma soprattutto solleva ulteriori quesiti sulla bontà concettuale dell’intera operazione.
Nonostante il livello suggerito dell’equipaggiamento sia pari a 200 – con un picco intorno al 250 nell’ultima missione della main quest – non vediamo come sia possibile affrontare la brutalità di certe sfide, al di sotto di almeno 100 livelli in più rispetto a quanto indicato.
Un insieme di allineamenti ottenibili solo giocando e, possibilmente, portando a termine diverse missioni in modalità caotica.
Sorge spontaneo chiedersi, dunque, a cosa sia servito inserire tre differenti difficoltà al lancio per la campagna principale, se la prima delle espansioni narrative del season pass richiede necessariamente di aver giocato e completato il super hardcore endgame in una sua porzione consistente.
Al quadro, già non troppo edificante, va aggiunto che le quattro nuove missioni de “I Cimenti di Bahamut” altro non sono che remix di quest del gioco base. Con la conseguenza di diventare una sorta di secondo New Game Plus atipico, all’interno di un Season Pass a pagamento, con appiccicata una componente narrativa, peraltro non così esaltante o ben fatta.
…Ed elementi di contorno
Non mancano elementi completamente inediti: due nuovi boss – tanto per cambiare, dalla difficoltà proibitiva – tre nuove classi e un rinnovato focus sulla massimizzazione di queste e di tutte le altre con le Variazioni: una scelta finale di specializzazione sbloccabile grazie alle code di topo.
l’aggiunta di un sistema di slider che inseriscono malus al nostro party ma aumentano in maniera direttamente proporzionale la posta in palio, in termini di materiali acquisibili al completamento delle missioni; l’inserimento di una nuova arma, l’asta; l’aumento del livello degli equipaggiamenti al 400.
Onestamente troppo poco e inserito in un contesto troppo caotico – è il caso di dirlo – e mal bilanciato per soddisfare le esigenze di un contenuto acquistabile solo in bundle con gli altri due dlc pianificati, al prezzo di 24,99 euro.
Soprattutto perché nulla osta ai prossimi contenuti addizionali, “Gilgamesh, Errante Dimensionale” e “Different Future” di mantenersi sulla stessa falsariga. Con buona pace di chi, tra i fan storici di Final Fantasy, non è avvezzo ai titoli d’azione quasi puri e che, magari, ha giocato l’intera campagna in modalità Narrativa.
Un’intera schiera di fan conquistati da ciò che di buono c’era e continua ad esserci in Stranger of Paradise che è stata letteralmente sedotta e abbandonata.