Better Call Saul, il sorprendente spin-off della serie Breaking Bad sta crescendo episodio dopo episodio, stagione dopo stagione. Una rilevante fetta di pubblico sta innalzando la serie in maniera indicibile, affermando che è addirittura superiore alla sua serie madre (per giudicare aspettiamo il finale, visto che è lì il vero segreto ndr).
Ma una cosa è certa, ed è anche inopinabile a dirla tutta: Better Call Saul è un capolavoro sotto tutti i fronti. In un mondo dove le serie televisive sono all’ordine del giorno è complesso farsi strada, ancora meno verso un grande pubblico, nonostante la solida fan-base posseduta da questa serie.
La capacità di raccontare attraverso suoni, silenzi, immagini e scrittura di Vince Gilligan è davvero affascinante oltre che efficace, e ancora una volta si conferma una delle menti più talentuose della sua generazione, e azzarderemo anche di tutti i tempi. Quello che riesce a fare con la macchina da presa è davvero eccezionale e spesso ci ritroviamo di fronte dei veri e propri quadri più che immagini.
La solidità tecnica di Better Call Saul spiana la strada, ancora una volta, a degli attori eccelsi, talentuosi e ispirati, che dipingono un’enorme tela costruita nel corso del tempo, stagione dopo stagione e “mattone su mattone”.
Better Call Saul: l’ineluttabile decadenza di Jimmy McGill
La serie riesce a distaccarsi dalla poetica di Breaking Bad, riuscendo e ponendosi fin da subito come una storia a parte, capace ancora di narrare e raccontare qualcosa in quel mondo malato e corrotto, un mondo che inevitabilmente decostruisce tutto e tutti per farli trascendere in qualcosa di diverso, di nuovo, di malato e instabile.
Se Breaking Bad fin dalla prima puntata “cantava” un inno alla trasformazione, al cambiamento, alla risoluzione, Better Call Saul suona e canta una melodia disturbante, precisa e distorta, disegnando un’orchestra talentuosa, ambiziosa, ma allo stesso tempo fragile, decadente e vittima degli eventi.
Se siete arrivati a godervi nel corso degli anni questa lenta e inesorabile, e sostanzialmente anche inevitabile, trasformazione di Jimmy McGill in Saul Goodman, avrete capito la vera essenza dell’essere umano e della sua fragilità, che senza neanche rendersene conto deve riuscire ad adattarsi in un mondo che forse non gli appartiene apparentemente ma nel profondo forse, è l’unica cosa che desidera.
Il percorso tracciato da Vince Gilligan per il personaggio di Saul Goodman è qualcosa di magnifico e irraggiungibile, ancora oggi, con milioni di serie TV rilasciate nel corso degli ultimi anni. La lenta e inesorabile mutazione in quello che sarà uno dei personaggi chiave di Breaking Bad ricorda il lavoro di Cronenberg sulla mosca, dove inizialmente la forza e il potere sembravano regnare sovrane, fino a che tutto, prima o poi cade in malora, lasciando consapevolezze e situazioni disastrose dalle quali non si può più tornare indietro.
L’abisso in cui cade Jimmy è invisibile, almeno ad occhio nudo, e cresce, cresce fino a farsi evidente quando l’individuo è pronto per entrarci. La scia preparatoria lasciata dal suo percorso composta da egocentrismo, tradimenti, vendette, sangue, imbrogli e tanto altro mostra a chi non è fatto per un determinato mondo la strada da seguire, quella giusta per lui.
BCS MEGLIO DI BREAKING BAD? ASPETTIAMO A DIRLO!
Il bivio si spiana solamente quando sei pronto per scegliere, quando sei pronto, anche se sofferentemente a lasciare andare quello che non ti serve più, ti fa male, cercando di accogliere quello che potrebbe farti “bene” in un certo senso, confermando e ambendo a quello che hai sempre sognato, a quello che sotto sotto si è sempre cercato di costruire.
I silenzi assordanti di Better Call Saul hanno spesso congegnato delle sequenze spettacolari, volto ad esaltare e cogliere eventi importanti sia visivi che psicologici. La “vecchia” scuola di Gilligan è anche questa, ovvero quella volta a raccontare con ogni singolo frame non solo le vicende “estetiche” del tutto, ma anche quelle interiori, recondite, psicologiche di ogni attore/personaggio, tramite gli spazi delle inquadrature, gli sguardi, le rughe e il movimento delle palpebre. Proprio come facevano i grandi maestri del cinema: Better Call Saul è raffinatezza, compattezza, solidità, minuziosità, precisione e ricercatezza.
In attesa del gran finale vi lasciamo con questa riflessione complessiva delle serie, che è destinata a lasciare un segno altamente indelebile, immortale e leggendario. Un’eco lontano di quel capolavoro che è Breaking Bad si può sentire nel senso di evoluzione drastico, “sbagliato” cattivo, che conduce una persona apparentemente buona sulla strada giusta per lui: quello strada fatta di fallimenti, sbagli, sangue, imbrogli e sconfitte, per coronare un sogno di gloria e potere che ti fa sentire più vivo che mai.