Frozen – Il regno di ghiaccio nel 2013 è stato un successo clamoroso, con un risultato al botteghino di 1,29 miliardi di dollari. Replicare il suo successo con un sequel sembrava difficile, anche se non impossibile. E in effetti, Frozen II – Il segreto di Arendelle è riuscito nell’impresa, superandosi, con 1,45 miliardi di dollari al box office e diventando, dopo Il Re Leone (2019), il maggior incasso nella storia dei film d’animazione.
Ancora bambine, re Agnarr racconta alle figlie Anna ed Elsa il passato del loro nonno paterno, re Runeard: egli era giunto a un accordo con i Northuldri; ma poco dopo, scoppiò una guerra tra quel popolo e Arendelle, che portò alla morte re Runeard. Lo scontro provoca i 4 elementi (Aria, Terra, Acqua e Fuoco) che scompaiono, innalzando un muro di nebbia che finisce per celare la foresta dei Northuldri. Dopo questo flashback, il film passa a tre anni dopo gli eventi di “Frozen – Regno di Ghiaccio”: Anna e soprattutto Elsa, scopriranno il mistero dietro la foresta incantata e il passato dei loro genitori.
La prima cosa che salta all’occhio guardando questo film è sicuramente l’eccellente qualità della computer grafica, e il salto che ha fatto in “soli” 6 anni. Frozen nel 2013 aveva già stupito gli spettatori nel comparto tecnico, con effetti particellari con la neve e per tutto il castello di ghiaccio costruito da Elsa. Ma Frozen II va oltre: non solo il mondo è ancora più dettagliato rispetto al primo film, ma gli stessi protagonisti sono ancora più espressivi e più “definiti”.
Un altro aspetto difficile da migliorare era la colonna sonora: All’alba sorgerò (Let it go) tra Oscar e un miliardo di visualizzazioni era un precedente notevole. Ma Cristophe Beck con Frozen II ha comunque prodotto una colonna sonora notevole, con brani veramente belli e emozionanti come Nell’ignoto (Into the Unknown).
In generale, Frozen II è un film che prende una strada “diversa” dalla formula scelta da molti sequel, che si limitano a proseguire la trama del primo film oppure la ripropongono in un’altra “salsa” (ma sostanzialmente identica). Invece il film di Chris Buck e Jennifer Lee sceglie di approfondire il personaggio di Elsa, con uno sguardo originale, e di esplorare un mondo inedito. Certo, forse cade un po’ troppo nel cliché con il rapporto stiracchiato di Anna e Cristoff. Ma in ogni caso, Frozen II un Classico Disney decisamente valido, e uno dei migliori prodotti animati della major visti negli ultimi 10 anni.
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