In questi giorni nel mondo anglofono si è molto discusso di quella che è passata per una novità: gli abbonamenti per sbloccare features aggiuntive sulle auto marchiate BMW. La dinamica non è ancora stata introdotta negli States, perciò la sola menzione è bastata ad inferocire migliaia di appassionati.
In realtà non è nulla di nuovo, infatti BMW sta introducendo la possibilità di personalizzare la propria autovettura dopo l’acquisto sin dal 2020, scegliendo con cura i paesi dove sperimentare la funzione. Tra questi anche Italia e Sud Korea, e solo da poco anche UK, Germania, Nuova Zelanda, e Sud Africa.
Cosa si può sbloccare con questi acquisti? Le features aggiuntive vanno dalla guida assistita (mantenimento di corsia, tenuta della velocità) all’Active Cruise Control, ma ci sono anche servizi più voluttuari come volante e sedili riscaldati, senza poi dimenticare la registrazione dal cruscotto o l’assetto adattivo M.
Perché gli abbonamenti di BMW sono problematici?
Le microtransazioni non piacciono a nessuno, e quelle di BMW non fanno differenza. Solamente l’idea di dover continuare a pagare ha infastidito molti automobilisti, che preferirebbero di gran lunga pagare gli optional all’acquisto e potersene poi dimenticare.
A questo proposito sono in molti ad aver denunciato l’avarizia di BMW, che non avrebbe alcuna ragione di offrire servizi come il volante riscaldato dietro abbonamento: la sua attivazione non genera alcun costo aggiuntivo per la casa madre, né per il produttore, considerato che ogni modello viene consegnato con la funzionalità già preinstallata.
Servizi come la registrazione del cruscotto e le varie assistenze alla guida hanno invece ragione di chiedere un pagamento periodico, poiché BMW deve prendersi in carico dei server che le fanno funzionare. Se si parla di sedile caldo, invece, la decisione di inserire la tecnologia e bloccarla a livello di software assomiglia fin troppo a una pubblicità invasiva.
A dirla tutta la possibilità di pagare una volta per tutte c’è, ma costringe l’utente a fare dei calcoli di convenienza.
Per esempio i sedili riscaldati possono essere attivati per un mese a 25€, oppure comprati per sempre alla cifra di 449€. Ciò significa che, supponendo di usarli solo nei 3 mesi più freddi dell’anno, l’utente che sceglie il pagamento unico inizia a “risparmiare” solo dopo 6 anni.
Sicuramente un lasso di tempo dopo il quale ci si aspetta che la macchina sia ancora giovane e in salute, ma l’affare potrebbe non essere così conveniente anche per le altre funzionalità, o per quelle che verranno aggiunte in futuro. Da oggi in poi l”utente deve sempre stare in guardia, calcolatrice alla mano, cercando di non finire intrappolato in un problema di matematica: una situazione che in molti preferirebbero di gran lunga evitare.
Autovetture sempre più connesse, personalizzabili, accessibili, ma anche incomplete. Se l’opzione di migliorare la propria macchina quando ne si ha la possibilità economica è allettante, questa dinamica fa sorgere dei dubbi sul livello di qualità che le features possono avere, considerato come BMW sia disposta a preinstallarle senza la sicurezza che vengano effettivamente pagate dal consumatore.
Se quello che avete letto vi disgusta, sappiate che c’è ancora speranza, dato che la pratica non si è ancora cementificata: se il ConnectStore di BMW non è esattamente una novità, è anche vero che molte microtransazioni sono state aggiunte solo di recente. Uno dei servizi introdotti nel 2020 —Apple Car Play, che consentiva di usare il proprio iPhone dal cruscotto— ha floppato miseramente. Forse con un altro buco nell’acqua le case produttrici inizieranno a valutare meglio come rendere smart le proprie vetture.
Fonte: HDmotori.it
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