La vita politica del celebre autore di manga Ken Akamatsu (LoveHina, Negima Sensei) iniziò ufficialmente nel 2011, quando egli fu uno dei primi mangaka a preoccuparsi del cambiamento proposto nella legge sul Copyright in Giappone: secondo lui e molti altri autori, si sarebbero andate a distruggere opere derivative realizzate da artisti indipendenti (doujinshi).
Come se ciò non bastasse, nel 2013 arrivarono delle proposte volte al cambiare la legge sulla pedopornografia, in modo da non differenziare tra quella ritraente bambini veri e semplici disegni di bambini; Akamatsu allora mise piede per la prima volta in parlamento un anno dopo, appositamente per esprimere le sue preoccupazioni.
Nel 2014, Ken Akamatsu è stato uno dei nomi più grossi insieme a quello di Kentaro Miura, i quali si opponevano alle revisioni “a protezione dei bambini” che avrebbero voluto rendere la rappresentazione di l*li illegale. Chi lo avrebbe mai detto che, neanche 10 anni dopo, e a seguito di battaglie combattute con le unghie e i denti, Ken Akamatsu sarebbe realmente diventato un membro effettivo del Parlamento in Giappone.
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Ken Akamatsu diventa membro del Parlamento in Giappone
Poco dopo le 20 in Giappone, l’autore Ken Akamatsu è stato confermato tra i candidati vincitori di un seggio all’interno del Parlamento giapponese. Questa sua vittoria conferma l’arrivo del primo autore manga in assoluto in Parlamento. Egli si era candidato come membro del Partito Liberale Democratico (LDP), e già a metà dicembre 2021 aveva annunciato il suo intento a candidarsi alle elezioni del 2022.
Tra le prime parole dopo l’annuncio della sua vittoria, Akamatsu ha riconfermato il suo impegno nel cambiare il Giappone, lavorando per rendere concrete le battaglie per le quali ha combattuto più e più volte durante gli ultimi 10 anni, tra i quali la protezione della libertà d’espressione dei creatori. Nel corso di quest’anno, il Concilio delle Donne delle Nazioni Unite aveva protestato contro le pubblicità della serie Tawawa on Monday di Kiseki Himuro, sostenendo come denigrasse le donne e rappresentasse una ragazza non maggiorenne in modo “sessuale” sulle pagine di un quotidiano. Ken Akamatsu, per tutta risposta, aveva indicato proprio atteggiamenti del genere come un esempio di pressioni esterne alla quale bisogna far resistenza, in modo da poter continuare a creare liberamente.
Alla notizia della sua vittoria sulle testate nazionali, sin da subito arrivate le congratulazioni di diversi suoi colleghi, tra i quali molti di loro avevano effettuato un endorsing esplicito al mangaka, e che sperano ora di poter continuare a svolgere le loro passioni senza preoccuparsi della censura: su Twitter si possono vedere i complimenti dell’autore di Made in Abyss, di quello di Bastard!!, di Yusuke Murata (disegnatore di One Punch Man), dell’autore di Hajime No Ippo, di Tonikaku Kawaii, di Zatch Bell, di Kanojo mo Kanojo, di Goddess Cafe Terace, di Kishuku Gakkou no Juliet, di Rike ga Koi ni Ochita no de SHoumeishitemita, di Itosugi Masahiro (Aki Sora) e di Mizukami Satoshi (Hoshi no Samidare).
Ken Akamatsu è responsabile della nascita di J-Comi (conosciuto oggi come MANGA Z). Si tratta di un sito giapponese che distribuisce manga e doujinshi non più in stampa sotto forma di ebooks senza DRM, con il permesso degli autori e supportata dalla pubblicità. J-Comi si limita a prodotti fuori stampa in modo che la qualità delle opere possa essere assicurata, e cosicché J-Comi non competa con i publisher. Il sito venne ufficialmente realizzato il 25 giugno 2008, ma lanciato solo ad aprile del 2011. J-Comi creò un “programma di amnestia” per gli scan non autorizzati di manga non più disponibili, consentendo agli utenti di caricarli anonimamente sul sito; fatto ciò, J-Comi avrebbe poi chiesto il permesso all’autore per la pubblicazione, aggiungendo la pubblicità al manga e pubblicandolo, dando infine all’autore i guadagni ottenuti.
Il programma di Ken Akamatsu
Il programma politico di Ken Akamatsu si basa su cinque punti fondamentali, e il primo è un tema che gli è rimasto particolarmente a cuore sin dall’inizio della sua scalata verso questo traguardo: la libertà d’espressione. Egli si è sempre detto contrario ad ulteriori censure di anime, manga e videogiochi, poiché ci sono già leggi contro la pedopornografia e i contenuti rappresentati in questi media non sono reali, dunque non sarebbe giusto punire i creatori quando non vi sono vittime vere.
Il secondo punto è il miglioramento del GPD giapponese attraverso l’esportazione di anime, videogiochi e manga, e l’obliterazione di siti pirata. Inoltre, Akamatsu sostiene la promozione degli eSports e della scena gaming professionistica nel paese.
Il terzo punto del programma è la protezione dei creatori e delle creazioni dei fan: i doujinshi, i cosplay, le cover e così via, non dovrebbero essere considerati illegali e i creatori non dovrebbero essere denunciati per aver violato i diritti d’autore. Akamatsu, essendo stato un mangaka, conosce alcuni dei problemi più rilevanti nell’industria; anche per questo supporta la creazione di maggiore assistenza per la salute, una paga più alta per i freelancer che lavorano nel mondo degli anime e manga. Desidera creare inoltre un archivio per tutti i contenuti creativi, e di permettere che i libri non più in stampa o senza copyright siano disponibili gratuitamente.
Il quarto punto si basa sul miglioramento della tecnologia del Giappone: maggiore focus sui computer, programmazione, ricerca delle intelligenze artificiali, dare il via ad un programma spaziale più avanzato. Permettere all’immigrazione di portare maggiori esperti dall’estero.
Il quinto e ultimo punto porterebbe gli anime, manga e videogiochi ad avere un utilizzo istruttivo per i bambini, e che incoraggi verso quei campi. Akamatsu vorrebbe inoltre proporre l’educazione verso l’ingegneria informatica e i vari settori di IT sin da bambini.