Ne abbiamo già parlato abbondantemente in una news dedicata, ma ribadirlo non è mai abbastanza: Ken Akamatsu, uno degli uomini che più si è battuto per la salvaguardia degli anime e manga in Giappone, è diventato il primo autore di manga ad entrare in Parlamento. In queste elezioni macchiate da una tragica perdita per il partito nella quale Akamatsu è entrato (ovvero la morte dell’ex premier Shinzo Abe, esponente del Partito Liberale Democratico), una nota di positività scuote oggi gli elettori e fan di anime e manga nel paese.
Ken Akamatsu è un nome decisamente conosciuto nell’industria, al pari degli autori più classici e creatore di opere ben note tra cui Love Hina e Negima Sensei. Egli stesso ha avuto una rilevanza tale nel mondo degli anime e manga da venir interpellato più volte in Parlamento quando si andava a discutere di leggi o interventi che riguardavano tale settore.
Egli ha anche mantenuto una posizione prominente per la protezione dei diritti dei creatori, rivoltandosi contro pratiche che sarebbero andate a lederli e portando avanti campagne contro la pressione esercitata dall’esterno per la censura eccessiva dei media. Oggi in Giappone Ken Akamatsu ha dato il via ufficialmente al suo sogno politico, ottenendo ben 514mila voti e conquistando il suo posto in Parlamento.
Ken Akamatsu, il primo Parlamentare mangaka in Giappone
Ken Akamatsu ha avuto un modo alquanto distintivo di fare campagna elettorale: l’autore aveva stabilito infatti un ufficio nei pressi di Akihabara, zona ben nota per la presenza di otaku e negozi a essi mirati. A dare il benvenuto a coloro che volevano interagire con lui c’era l’enorme poster di una ragazza anime, e al secondo piano un’esposizione variegata di opere come A.I. Love You, Love Hina, Negima! Magister Negi Magi e UQ Holder!. Proprio in questo quartiere Akamatsu ha iniziato a effettuare le sue campagne, in modo da assicurarsi qualche voto sin da dicembre 2021.
Tra le politiche più importanti del suo programma, c’è la difesa dei diritti creativi: Akamatsu intende battersi per proteggere i creatori indipendenti, che realizzano opere derivative da anime, manga e videogiochi, e allo stesso tempo intende fare lo stesso per gli autori intervenendo sui tentativi di censura richiesti da entità esterne, che magari vorrebbero costringere a cambiare il contenuto originale di un’opera. Akamatsu ha sottolineato più volte come la forza dei manga sia la libertà creativa, ed essa sarebbe in pericolo a causa del politicamente corretto sempre più imperante in Occidente.
L’Occidente è al giorno d’oggi un mercato enorme quando si parla di anime e manga, e le paure di Akamatsu non sono poi così insensate. Ci sono state in passato diverse alterazioni di media provenienti dal Giappone, effettuate in modo da renderli più appetibili per l’estero, e grosse piattaforme si danno a cambiamenti del genere abbastanza regolarmente e senza troppo indugio.
Ma attenzione, non si parla solo di censura straniera, anche domestica. Nel novembre del 2021 c’è stata una proposta del governo per la parità di genere, e Ken Akamatsu ha sollevato i suoi dubbi sulla chiarezza di tale documento, il quale dichiarava come le persone non dovrebbero essere esposte a contenuti offensivi in pubblico, non specificando però cosa s’intenda con “offensivo”. Akamatsu sostiene come ciò possa arrivare a danneggiare i creatori, portando così ad un declino della cultura giapponese.
Parlando strettamente della censura per quanto riguarda il materiale più esplicito, il discorso è complesso. Attualmente, la legge in Giappone viene interpretata in modo che, tecnicamente, tutto ciò che è censurato non è pornografia esplicita, e dunque non è dannosa. Le persone a favore della censura e contrari alla pornografia chiedono la rimozione dell’attuale status quo sulla censura perché, ovviamente, mettere dei mosaici su delle persone che “fanno cose” non nasconde il fatto che stiano “facendo cose”.
L’attuale legge permette quindi la distribuzione e vendita di pornografia, e solo reinterpretando la legge si potrebbe rendere illegale tutta la pornografia, non solo quella non censurata. Chi invece è pro-pornografia e contrario alla censura chiede la rimozione della legge attuale per una ragione opposta: garantire una libertà totale alle proprie inibizioni e all’espressione, poiché la presenza di piccole censure non rende qualcosa di pornografico meno pornografico. In pratica, il tecnicismo che vige oggi è un compromesso per entrambe le parti, e che probabilmente non vedremo andar via così facilmente.
Non è detto dunque che Ken Akamatsu riesca ad intervenire in questo fronte, essendo sì un esperto mangaka ma non un esperto politico. Vogliamo sperare però che il suo arrivo porti ad una maggiore vocalità sui problemi dell’industria, e al risolvere alcune delle questioni più delicate come il trattamento che disegnatori e animatori sono costretti a subire quotidianamente.