15 anni fa (circa) debuttava al cinema Transformers (2007), diretto da Michael Bay. I 700 milioni di dollari di incassi raccolti dal film, convinsero i produttori a proseguire con il franchise. E da allora, siamo arrivati a 5 film dei Transformers.
La saga a marchio Michael Bay divide molto il pubblico: c’è chi non sopporta i suoi Trasmformers, e c’è chi li adora o comunque li apprezza. E quindi, come si collocano? In una via di mezzo, possiamo dire. Anche se non sono perfetti, la saga di Michale Bay ha comunque segnato e influenzato il mondo dei blockbuster degli ultimi 15 anni.
Sicuramente, è proprio il primo film il più riuscito di questa saga e ha stabilito i pregi e i difetti che il “Bayverse” si sarebbe portato dietro nei successivi 4 film. E proprio quando sono “peggiorati” i pregi, e sono aumentati i difetti, la qualità è andata ulteriormente a calare, fino a L’Ultimo Cavaliere (2017) che ha chiuso con incassi perfino inferiori del primo film (“solo” 600 milioni di dollari).
E dunque: quali sono i pregi di questo franchise? Il primo è tutto ciò che è legato agli effetti speciali e al comparto visivo, Autobot e Decepticon in primis. Bay e il team creativo dietro al primo film scelsero un design completamente originale per i robot: sono “sporchi”, complicati e puntano molto al realismo, abbandonando il design un po’ “giocattoloso” delle serie animate. La scelta è stata vincente: ancora oggi i primi tre Transformers si difendono egregiamente nel comparto tecnico rispetto a molti blockbuster odierni.
Un altro pregio di questa saga è la fantastica colonna sonora di Steve Janblosky, che soprattutto con il primo film ha composto una serie di brani che sono entrati nella cultura popolare e riutilizzati in molti programmi televisivi, come il bellissimo tema degli Autobot, Scorponok e Arrival on Earth, la traccia che accompagna l’arrivo sulla Terra degli Autobot (una delle scene universalmente riconosciuta come tra le più belle della saga).
Come già accennato, già dal primo film sono presenti molti difetti che si è portato dietro il franchise: a partire da situazioni comiche esagerate e fuori luogo, una sceneggiatura semplice e a volte molto confusa (vedasi La vendetta del caduto e la sua geografia molto approssimativa), e scene d’azione un po’ troppo.. esplosive, come da tradizione di Michale Bay.
In generale, il Bayverse non è un franchise perfetto, si sa. Però, rimane un notevole prodotto dal punto di vista visivo, con momenti che possono emozionare lo spettatore, come lo scontro tra Optimus Prime e Megatron nel primo Transformers; o la battaglia nella foresta de La vendetta del caduto; o le scene sulla Luna e la battaglia di Chicago di Dark of the Moon (scena che ha influenzato molto la battagli di New York nel primo Avengers); o ancora, i Dinobot ne L’era dell’estinzione.
E poi c’è Alessandro Rossi come Optimus Prime.
Prima dell’alba dei tempi, c’era il Cubo