Il numero di telefono che risponde con l’ora esatta si arrende al digitale, almeno in Francia. In servizio da quasi cent’anni, il venerando numero è ormai in disuso, mentre in Italia resiste imperterrito anche nell’era di internet — e secondo Tim è qui per rimanere.
Dal primo luglio inizia la pensione eterna per il 3699, il numero di Orange (in passato France Télécom) che anni fa veniva usato da ogni famiglia per rimanere “al passo col tempo”. Ed è subito nostalgia, con una marea di servizi dei telegiornali francofoni che pagano tributo allo storico —e primo al mondo— servizio di ora esatta.
Il popolo francese trova solo parole di affetto per quel numero che è molto più di una bobina srotolata al costo di 1,50€: è un pezzo di storia, una parte della cultura francese con cui tutti hanno interagito da ragazzi, quando internet ancora non aveva le risposte a ogni problema e gli orologi andavano ricaricati a mano ascoltando i campanili.
Le origini dell’ora esatta
Partito con centraliniste in carne e ossa nel 1929, dopo quattro anni il servizio si evolve grazie a un’invenzione dell’astronomo Ernest Esclangon: ecco che nasce “l’orologio parlante”, le cui risposte automatizzate fanno impazzire la Francia intera. Nel giorno d’esordio 140mila persone chiamano il numero per sapere l’ora esatta e finiscono per inceppare quel sistema che nel 1933 era quasi fantascienza.
Nel 1991 l’ora esatta si attacca a un orologio atomico dell’osservatorio di Parigi, diventando precisa al decimillesimo di secondo. Purtroppo il balzo tecnologico non servirà a prolungarne la popolarità, che già nel 1993 inizia a calare drasticamente per colpa dei primi cellulari, che l’ora esatta la riportano sempre sul display.
“Era indispensabile se si doveva prendere il treno o un aereo, o per resettare tutto dopo un blackout”
Utenti francesi sull’orologio parlante
Nel 2021 il 3699 ha ricevuto a malapena qualche migliaio di chiamate, tutt’altra cosa rispetto agli anni d’oro del servizio nel vecchio millennio, quando veniva consultato da svariati milioni di utenti. Preso atto di ciò, Orange ha deciso di non rinnovare l’equipaggiamento necessario al funzionamento del servizio, la cui manutenzione era prevista proprio per il primo di luglio. Da domani si passa al digitale, sarà infatti possibile consultare l’ora esatta solamente dal sito dell’osservatorio parigino.
L’ora esatta in Italia
In Italia l’ora esatta viene offerta dagli operatori telefonici grazie alla collaborazione con l’Istituto nazionale di Ricerca metrologica di Torino. I numeri degli utenti sono bassi anche nel Bel Paese, ma lo sono ancor di più i prezzi: con Tim bastano 30 centesimi per farsi comunicare l’ora (42161), mentre con WindTre (4261) la tariffa si abbassa a 16 centesimi.
Il grosso delle telefonate si concentra attorno ai cambi dell’ora, e partono presumibilmente dalle case sprovviste di computer. Forse per prestare un importante servizio agli anziani, o forse perché il margine di profitto è ancora rilevante, Tim annuncia che manterrà il servizio, come riportato da Repubblica.
Fonte: Repubblica.it
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