Ogni stagione è piena zeppa di tanti anime da scoprire, di tanti generi diversi. Tra le varie serie stagionali ce n’è uno che alla fine mi è piaciuto particolarmente: RPG Real Estate, adattamento dell’omonimo manga yonkoma (ossia composto da strisce di 4 vignette) scritto e disegnato da Chiyo Kenmotsu. La serie è stata portata in simulcast da Crunchyroll.
Un’agenzia immobiliare in un mondo fantasy
La storia di RPG Real Estate è ambientata in un mondo fantasy in pace dalla sconfitta della regina dei demoni 15 anni prima. La protagonista Kotone è una maga appena trasferitasi in città, e per prima cosa chiede aiuto all’agenzia RPG Immobiliare (dove RPG sta per Rent, Plan e Guide, ossia Affitta, Pianifica e Guida) per trovare una nuova casa dal budget di 300 gold.
La RPG Immobiliare è anche il luogo dove Kotone è stata assunta, e assieme alle colleghe Fa (una demiumana), Rufuria (una sacerdotessa) e Rakira (una guerriera) aiuta i vari clienti a trovare la casa di cui hanno bisogno.
Durante la serie vediamo le quattro protagoniste avere a che fare con ogni sorta di clienti, da caratteristiche che li rendono tutti abbastanza particolari, come la segretaria di una gilda che va’ sempre in giro con il suo fido Pegaso, una menestrella con una voce micidiale o dei comuni mostri che fingono di essere una creatura minacciosa. Le proprietà da vendere poi non sono tutte case completamente normali, e presentano per la maggior parte delle caratteristiche molto fantasiose come una casa piena zeppa di porte che sembra un piccolo labirinto o addirittura dei dungeon trasformati in case nonostante la presenza di mostri.
I primi episodi ci servono anche a conoscere meglio le quattro protagoniste, che presentano tutte delle personalità ben distinte, anche se forse un po’ cliché riguardo questo genere di serie. Kotone è una ragazza abbastanza allegra e in taluni casi un po’ svampita, Rufuria è la più professionale delle quattro sul lavoro ma che nasconde un atteggiamento più infantile a casa, conosciuto solo dall’amica d’infanzia Rakira, che è un maschiaccio che però fa di tutto per comportarsi in maniera più femminili e che adora cucinare. Fa è invece una ragazzina gentile ed esuberante che ha la capacità di capire qualsiasi lingua, cosa che la rende l’anello di connessione tra gli umani e i demi-umani ma che fa mettere anche un po’ in discussione le sue vere origini.
Il torno della serie rimane leggero per quasi tutta la sua durata, ma presenta dei risvolti di trama legati anche al passato di Fa che raggiungono anche picchi più serie per certi versi drammatici negli ultimi episodi. Questo a mio avviso contribuisce a far distinguere la serie da altre del suo genere, anche se detto che non è l’unica serie slice of life tratta da yonkoma a presentare una qualche sorta di trama, basti pensare anche a Demon Girl Next Door (che tiene comunque una vena ironica anche nei momenti più seri).
Uno dei perni della serie è sicuramente il legame che intercorre tra i personaggi, sia di gruppo che di coppia. Le protagoniste sono infatti divise in due coppie, in base anche a dove vivono. Rufuria e Rakira hanno un rapporto molto simile a quello di una famiglia in un certo senso, dovuto anche al fatto che sono state assieme fin da quando erano bambine, ma l’attenzione principale viene data al legame d’amicizia che si viene a creare tra Kotone e Fa. Il mistero riguardante quest’ultima è poi anche il motore che porta le dinamiche del gruppo a cambiare, dividendo le ragazze tra chi si fida ciecamente di lei e chi invece inizia ad avere dubbi e paure.
Purtroppo la serie non chiude interamente le vicende, finendo di fatto con un nuovo inizio e con un teaser di quello che deve venire dopo, invitando ad attendere una futura seconda stagione (se mai ci sarà) o a leggere il manga. Nonostante questo riesce a dare una chiusura abbastanza soddisfacente rispondendo almeno ad alcune delle domande aperte.
Sul lato visivo ho apprezzato molto il design dei personaggi realizzati da Motohiro Taniguchi, mentre su altri aspetti non mi ha pienamente convinto. La colonna sonora è molto carina e rilassante, anche se tra tutti i brani ho preferito l’ending (accompagnata anche da un simpatico video con i personaggi in versione chibi e con alcune citazioni agli RPG 16-bit, con varie decorazioni fatte a pixel e dei modelli dei personaggi presenti anche in una delle varie visual dell’anime) e la canzone del drago, una ninnananna ricorrente che nasconde però dei dettagli importanti.
In conclusione RPG Real Estate è una serie slice of life molto carina e sorprendentemente intrigante, con un cast di personaggi molto amabile nonostante i diversi cliché che si potrebbero riscontrare nelle loro caratterizzazioni. La consiglierei soprattutto a chi è amante del genere o a chi cerca una serie leggera da vedere.