In Giappone le elezioni per la Camera Alta del Parlamento si avvicinano, e il mondo della politica ha già iniziato a tenere delle campagne servendosi anche di argomenti inerenti gli anime, i manga e franchise come Pokémon, volti ad avvicinare potenziali elettori. Alla fine di luglio, precisamente il 25, ci sarà l’elezione di 124 dei 245 membri parlamentari, e chi verrà eletto rimarrà in carica per un periodo di sei anni.
Di candidati particolari ce ne sono molti, e alcuni trattano delle tematiche tanto controverse quanto estremamente dibattute in questi ultimi tempi, a cominciare dal mangaka di Love Hina Ken Akamatsu. Egli si dice deciso a proteggere i diritti d’autore, e per questo si è voluto gettare nella politica attraverso il Partito Liberale, concludendo in anticipo uno dei suoi nuovi manga. Un altro candidato di questo partito è un uomo proprietario di una piattaforma di video-hosting e ricercato dalla legge, intenzionato a rimuovere l’obbligo di censura all’interno dei media nipponici.
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Ovviamente, ci sono anche aspiranti parlamentari che intendono farsi largo in altri partiti, come la donna candidata del Partito Comunista giapponese Saeko Umemura. Proprio lei in questi giorni ha scatenato grande clamore su Twitter, dopo essere stata immortalata per le strade della sua città mentre usava un falso costume di Pikachu, uno dei personaggi Pokémon più popolari di sempre, per farsi pubblicità.
Diffondere il comunismo attraverso i Pokémon
In Giappone le elezioni non sono così simili a quelle in Occidente: i politici fanno girare per le strade camion muniti di altoparlanti dai quali gridare al vento le loro promesse, e i candidati posizionano i propri poster elettorali in zone dedicate a questo genere di cartelli. Per quanto riguarda l’endorsing di celebrità o personaggi di rilevo, si preferisce tenere separati l’intrattenimento e la politica, dunque si tratta di eventualità parecchio rare da vedere.
Ed ecco perché molti sono rimasti piuttosto straniti nel vedere la candidata al Partito Comunista fare un discorso di fronte alla stazione di Tokorozawa con un entourage che includeva anche il popolare Pokémon Pikachu. La cosa diventa ancor più surreale quando si pensa che questo personaggio, volto di una delle aziende private con più profitti al mondo, viene usato come uno strumento di propaganda per il Partito Comunista. Inoltre, vedendo l’aspetto malformato di questo Pikachu, è possibile notare come non si tratti neanche di un costume ufficiale.
Visto che l’aspirante parlamentare ha voluto far credere ai passanti di avere il supporto di Pikachu, le reazioni dei fan di Pokémon non si sono fatte attendere:
“Preparatevi all’ira di The Pokémon Company e Nintendo”
“Pronto, ufficio legale di Nintendo?”
“Anche se è un’imitazione del costume di Pikachu, non dovrebbe farlo”
“Non posso credere che qualcuno con così poco buon senso è un candidato al Parlamento”
“Questo dimostra come il Partito Comunista non abbia interesse nel proteggere le imprese e i creatori”.