Il Giappone è un paese strano, un luogo molto distante sia a livello geografico che a livello culturale da ciò a cui siamo noi abituati. Più e più volte abbiamo potuto constatare, per esempio, come l’etica lavorativa del popolo nipponico sia agli antipodi rispetto alla nostra, con una cultura dello stacanovismo portata all’estremo.
Lavorare per più di dodici ore al giorno con salari e stipendi non necessariamente proporzionati è una realtà piuttosto comune in Giappone e lo stress che ne deriva è una delle tante motivazioni dietro alle migliaia di casi di suicidio e/o, per esempio, di alcolismo sfrenato nella terra del Sol Levante.
In questo caso specifico il governo municipale della città di Amagasaki nella prefettura di Hyogo si stava preparando a inviare alcuni sgravi fiscali alle famiglie che erano risultate idonee all’esenzione dalla tassa di soggiorno.
Essendo Amagasaki una città da oltre 450.000 abitanti, raccogliere tutti i dati sensibili della sua intera popolazione sarebbe stato un lavoro lungo e tedioso, di conseguenza il governo municipale ha subappaltato parte della raccolta dati a dei comuni limitrofi.
Il 21 Giugno, uno degli appaltatori aveva fatto una copia del Jumin Kihon Daicho della città, che è un registro di tutti i cittadini, completo di date di nascita, indirizzi e informazioni relative alle tasse e al sostegno del governo. Tutti questi dati, tuttavia, sono stati inseriti all’interno di una normalissima chiavetta USB, quindi potete già immaginare in che maniera proseguirà questa storia.
I dati di un’intera città in Giappone su una chiavetta USB
La situazione è tragicomica già in principio, dato che il Giappone riesce a risultare una delle nazioni più avanzate a livello tecnologico/informatico in svariati ambiti e al contempo anche una di quelle più arretrate nei paesi del primo mondo quando si tratta di amministrazione pubblica.
L’appaltatore, inoltre, avrebbe ritirato tale chiavetta USB dall’ufficio governativo, senza prima averne avuto il permesso, così da poter trasferire tutti i dati sensibili all’interno di un computer della ditta di call center della cittadina di Suita nella quale lavorava.
Non avendo ricevuto previamente il permesso di ritirare tale documentazione, egli non ha comunicato di essere in possesso della chiavetta e di conseguenza il governo municipale di Amagasaki “non avrebbe fatto in tempo” a farne una copia. In ogni caso, una volta completata la trasposizione sul proprio PC, l’uomo avrebbe rimesso la chiavetta USB all’interno della sua ventiquattrore senza cancellare i dati al suo interno.
Dopo aver finito il suo turno di lavoro, l’uomo sarebbe andato in un ristorante a cena e, resosi conto di aver perso la valigetta personale, sarebbe andato a denunciarne lo smarrimento la mattina successiva.
Dalle indagini interne dell’azienda di questo salary man è apparso, il 23 Giugno, che in realtà l’uomo più che cenare ha bevuto in maniera sconsiderata e mentre si stava dirigendo verso casa è svenuto a causa dell’ebrezza e si è accasciato sul ciglio della strada; è stato durante questo pisolino che la ventiquattrore sarebbe stata smarrita.
Dopo essersi scusato pubblicamente per la situazione, il governo municipale di Amagasaki ha affermato che non sono state rilevate perdite e che i dati sono stati protetti da una password di 13 caratteri molto sicura.
Le reazioni da parte di tutto il popolo del Giappone sui social non si sono fatte attendere:
- Com’è possibile usare ancora una chiavetta USB nel 2022 in Giappone?
- Mi chiedo come sia possibile che quest’uomo sia riuscito ad ottenere la chiavetta senza il permesso del comune
- Ma perchè avete rivelato il numero dei caratteri della password? Ma siete scemi?
- La password ha 13 caratteri? Casualmente “Amagasaki2022” ha esattamente 13 caratteri…
- Questo sarebbe il momento adatto per trasferirsi via da Amagasaki se ne aveste l’intenzione
- Una chiavetta USB? Fino all’anno scorso usavano i floppy! Questo sì che è progresso!
Ciononostante, tutto è bene quel che finisce bene; infatti il 24 Giugno è stata ritrovata la ventiquattrore con all’interno la chiavetta USB nelle vicinanze di un appartamento che l’uomo si è ricordato di aver costeggiato prima di svenire per terra.
Fortunatamente dalla valigetta non mancava nulla, quindi i dati di oltre 450.000 abitanti del Giappone sono stati portati in salvo.
Fonte: SoraNews