Dreamworks ha sempre cercato di differenziarsi da Disney sin dai suoi albori con film come Il Principe d’Egitto o Z La Formica (1998), sia nei toni più dark, sia per l’utilizzo della computer grafica (CGI) nei suoi lungometraggi d’animazione. Dopo il successo Shrek (2001), gli studios per diversi motivi hanno abbandonato la tecnica tradizionale in favore della CGI.
Uno dei prodotti in CGI meglio riusciti di Dreamworks Animation è sicuramente la Trilogia di Kung Fu Panda: il primo film debuttò nel 2008 nelle sale cinematografiche conquistando fin da subito il pubblico; un successo bissato con Kung Fu Panda 2 (2011) e 3 (2016).
Al centro delle vicende di questa Trilogia c’è Po, un panda che desidera diventare un maestro di arti marziali, ispirato dalle gesta dei Cinque Cicloni. Per riuscirci, il nostro protagonista deve vincere le resistenze del suo padre adottivo e, soprattutto, di maestro Shifu, un panda rosso minore che guida i Cinque Cicloni e che non crede nella profezia di maestro Oogway, secondo la quale Po sarebbe destinato a diventare il “Guerriero Dragone“
Il titolo e la presenza di un “grosso e semplice Panda” potrebbero suscitare qualche prevenzione verso questi tre film. E invece, in questo caso più di altre volte, “non si giudica un libro dalla sua copertina” (soprattutto quando è lo stesso tema di questa trilogia).
C’è un elemento che rende questi film così speciali. È difficile trovare nel mondo del cinema una trilogia o una saga che mantenga una qualità così costante per tutti e tre film: e questo è proprio il caso della Trilogia di Kung Fu Panda.
Le musiche di Hans Zimmer, la storia di Po che viene sviluppata nel corso dei film, i villain: è (quasi) tutto perfetto in Kung Fu Panda, un grandioso omaggio al cinema di Bruce Lee e in generale alle arti marziali. Una trilogia che non può mancare nella vostra libreria home video.
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