L’anno corrente di Square Enix sembra essere pieno di sorprese, con il termine di un giugno che ci ha portato degli annunci di rilievo per quanto riguarda il prodotto di punta del publisher nipponico. Parliamo chiaramente di Final Fantasy, che dopo averci deliziato con un nuovo trailer di Final Fantasy XVI, includendo l’agognato periodo di uscita, ha rincarato la dose con l’attesa parte 2 di Final Fantasy VII Remake, denominata ufficialmente per l’occasione Final Fantasy VII Rebirth, anch’essa forte di annuncio con un periodo di uscita.
Mentre il cantiere di Square si prepara a lanci di peso, come dimostrato dagli annunci di Dragon Quest XII e Kingdom Hearts IV, dimostrando una forte identità aziendale con i propri titoli di punta, il 2023 sarà indubbiamente l’anno di Final Fantasy, prima con il sedicesimo capitolo, atteso per l’estate dello stesso anno, e poi sarà la volta della parte due del nuovo corso del settimo capitolo, attesa per l’inverno dello stesso anno.
Restringendo il cerchio degli annunci relativi all’ecosistema narrativo del settimo gioco numerato in occasione della celebrazione dei 25 anni del titolo, troviamo anche il rifacimento del prequel di Final Fantasy VII, ovvero Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, in arrivo molto prima del previsto, già verso la fine del 2022 e inizio del 2023, il quale inizierà un percorso ben pianificato verso Rebirth, che sappiamo essere il capitolo 2 di un totale di 3 giochi che completeranno l’opera di ricostruzione avviata nel 2020, definita spesso controversa per alcune scelte optate proprio nel primo gioco della trilogia.
Le sorprese non si sono fermate qui, con la nuova presentazione di Final Fantasy VII Ever Crisis su mobile in arrivo in closed beta per il 2022, che permetterà di rivivere l’esperienza integrale della settima fantasia finale in una veste inedita e, per la gioia dei possessori PC, l’annuncio di Final Fantasy VII Remake nella sua versione Intergrade su Steam il giorno stesso dell’evento, approdo assai gradito che ci ha spinto a ragionare sul futuro del progetto in virtù delle release pianificate e decisioni prese fino a questo momento, provando ad immaginare quale strada potrebbe prendere la reimmaginazione dell’epopea di Cloud e Sephiroth.
Abbiamo parlato abbondantemente di Final Fantasy VII Remake, nella nostra recensione della sua versione base su PS4, nella recensione della sua versione completa di DLC INTERmission su PS5, e nella recensione in versione PC lato Epic Games Store, sviscerando ogni aspetto dell’imponente rifacimento diretto da Tetsuya Nomura, main character designer dei personaggi iconici del titolo, ed è arrivato il momento di rituffarci nel mondo di un imponente GDR.
Un nuovo punto di partenza: Final Fantasy VII Remake
Il leggendario titolo di Square Enix e più apprezzato del suo franchise non ha bisogno di presentazioni. A distanza di 25 anni dal suo rilascio ufficiale su PlayStation, il GDR con trama e personaggi destinati a rimanere immortali nell’immaginario del medium è stato soggetto ad un’operazione di ricostruzione ludica e tecnica che potesse rendere giustizia al prodotto originale, rinarrando le vicende di Cloud e i suoi amici al fine di approfondire i rapporti tra essi e il contesto in cui agiscono.
In sé, il prodotto, dopo anni di sviluppo sulle spalle, ha stupito più che positivamente in ogni suo comparto, fatta eccezione per alcune scelte narrative che culminano in un epilogo che rischia di alterare drasticamente il futuro del nuovo corso ai danni di chi attendeva un remake 1:1 di Final Fantasy VII. Nella fattispecie, le critiche più aspre al progetto sono state rivolte all’ultimo capitolo del gioco, che pone degli interrogativi sulla vera natura del Remake, tanto da creare un clima di diffidenza e astio tra i fan più accaniti della settima fantasia finale.
Al netto di ciò, come testimoniato dalla critica internazionale e dalla community più vasta di videogiocatori, il titolo si è rivelato un grande successo, frutto anche di un ripensamento del gameplay, oltre che di una realizzazione tecnica di ottimo livello, con tutto un corredo di contenuti tali da giustificare la divisione in parti del gioco, che vanno ad approfondire diversi aspetti del trascorso dei protagonisti a Midgar, la città della prima frazione di gioco in cui vengono seguite da vicino le azioni del gruppo terroristico Avalanche ai danni della Shinra Electric Power Company.
Il titolo è diviso in capitoli per una longevità di tutto rispetto, anche grazie ad attività opzionali e contestuali, e quello più discusso in assoluto è il diciottesimo, ultimo spaccato di azione e cutscene prima dei titoli di coda che ha generato qualche perplessità sulla natura del prodotto, tanto da essere ridefinito alla stregua di un reboot o addirittura un sequel dell’originale, modificando radicalmente gli eventi narrati in origine per una piega diversa che riscontreremo concretamente soltanto a ridosso di Final Fantasy VII Rebirth, il quale raccoglierà inevitabilmente i risultati delle scelte compiute, non senza qualche timore in merito.
Senza entrare nel dettaglio di ciò che l’ultimo capitolo rappresenta, basti sapere che il suo intento è quello di raccontare una deriva alternativa della storia che conosciamo, modificando potenzialmente la timeline degli eventi, o almeno questa è l’impressione che vuole restituire, dando vita a scenari inediti a cui inevitabilmente assisteremo nei titoli a seguire salvo colpi di scena o cambi di rotta bruschi.
In tutto ciò, però, gli intenti sono chiari: esplorare altre facce della complessa lore che avvolge il settimo capitolo numerato della saga, ampliandone ulteriormente le possibilità, non senza qualche forzatura data dalla natura articolata del prodotto originale, che ricordiamo districarsi in diversi progetti oltre al remake in esame. Va però detto che, se gestita adeguatamente, l’intera operazione composta dai tre macrotitoli può rivelarsi una reinterpretazione interessante, anche se il rischio di scontentare i più fedeli è dietro l’angolo.
Il futuro di Final Fantasy VII
Se fino a poco tempo fa non avevamo chiarezza di ciò che sarebbe stato il futuro di questa reinterpretazione dello storico Final Fantasy, ora abbiamo qualche indizio dato dal nuovo trailer di Final Fantasy VII Rebirth, con delle frasi emblematiche pronunciate dai protagonisti e il quale titolo perde la dicitura “Remake” dalla propria intestazione, operazione che non deve fuorviare in alcun modo rispetto alla direzione intrapresa, dopotutto le intenzioni del capitolo 18 sono piuttosto chiare.
La sensazione è che ci ritroveremo a continuare la narrativa principale, ripercorrendo dunque il post Midgar di Final Fantasy VII, con nuovi elementi che per forza di cose ad un certo punto dovranno generare una deviazione, speriamo non troppo caotica, da quelli che sono gli eventi principali, magari con delle spiegazioni chiarificatrici; un modus operandi molto simile al primo titolo “remake”, che in svariati punti della storia apre all’apparizione ricorrente dei Numen, custodi del tempo che intervengono in diverse situazioni per salvaguardare il corso degli eventi, entità che hanno ben chiaro quale sia il flusso originale degli avvenimenti. La loro apparizione rende chiara una direzione diversa da ciò che ci si aspettava da un remake con questo nome, aprendo a svariate possibilità per i prossimi titoli, laddove degli eventi critici possono subire dei cambiamenti non indifferenti e sconvolgere nettamente la continuità principale della trama, come dimostrato dagli atti finali di gioco.
Final Fantasy VII Remake è un titolo che, al di là delle sue scelte narrative, vale comunque la pena di essere giocato da chiunque per tutto ciò che di buono ha ricostruito sulle fondamenta di un gioco leggendario approdato sulla prima PlayStation, reinterpretando magistralmente le sequenze di gioco e le vicende dell’apprezzatissimo protagonista biondo che ha fatto la storia del genere JRPG, contro uno dei villain più iconici dell’immaginario collettivo, tra musiche epiche rivisitate, comparto grafico moderno e un combat system di natura ibrida che sa accontentare una vasta platea di giocatori, da oggi ancora più ampia grazie alla più recente release su Steam, ovvero il gioco completo che eredita le caratteristiche della versione PC già approfondite in occasione del debutto su Epic Games Store. Un ottimo modo per recuperare il titolo in attesa di scoprire cosa ci riserverà il futuro del brand di Square Enix.