Elite Boss Tech era accusata di aver distribuito cheat per Destiny 2, costringendo Bungie a investire una marea di soldi per lo sviluppo di contromisure. Dopo un anno di tira e molla, la compagnia di cheat ha dichiarato che pagherà quanto dovuto.
Come si può leggere dai documenti di corte, Bungie esige un risarcimento di 2000 dollari per ogni download del software, che è stato scaricato un totale di 6765 volte. Dato che ogni download viene considerato come una singola infrazione del DMCA, l’offesa arriva a costare ben 13 milioni e mezzo di dollari.
Come parte dell’accordo Elite Boss Tech ha inoltre accettato di rispettare un’ordinanza permanente che gli vieta lo sviluppo di software per Destiny 2 e tutti gli altri giochi Bungie.
Cheat per Destiny 2: in cosa consistevano?
Il cheat per Destiny 2 si presentava come un overlay grafico non autorizzato, che secondo Bungie avrebbe fornito al giocatore informazioni destinate a rimanere nascoste. Tra i vantaggi di questo speciale UI c’erano anche un radar che permetteva di vedere i nemici attraverso i muri, un indicatore direzionale del fuoco nemico, e ovviamente l’immancabile aimbot.
Inoltre il codice utilizzato per il trucco faceva affidamento su quello di Destiny 2, andando a creare un “ibrido derivato” che tecnicamente si configura come violazione del copyright. Per di più, Elite Boss Tech stessa ammette che il cheat aggirava i sistemi di prevenzione di Bungie, ennesima aggravante della loro offesa.
La compagnia è esperta in questo tipo di cheat, fornendo wallhack, ESP (Extra Sensory Perception) e simili per Apex, ARK, Among Us, ma anche titoli che non iniziano per “A” come Warframe e Sea of Thieves. Il software viene erogato dietro abbonamento e, nonostante i creatori stessi dichiarino non sia perfetto, risulta parecchio difficile da individuare dai sistemi anti-cheat, provocando un bel mal di testa e molti straordinari per gli sviluppatori.
Bungie, con Destiny 2, è solo una delle case videoludiche che hanno dichiarato guerra ai software malevoli negli ultimi tempi, tra le quali ricordiamo Activision e Riot Games. Giusto a gennaio PUBG mobile era riuscita a vincere 10 milioni contro un gruppo di hacker.
Il fenomeno del cheating è in preoccupante aumento, specialmente all’interno dei giochi free-to-play che ormai hanno conquistato il mercato. Uno su tutti Team Fortress 2, che nonostante l’età ha dimostrato di saper ancora conquistare un pubblico ampissimo; forse Valve farebbe bene a seguire l’esempio delle altre compagnie nella lotta contro il gioco disonesto.
Fonte: Torrentfreak
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