Un gruppo di archeologi intenti ha scavare i resti di un sito romano nel Regno Unito, sembrano aver fatto un’incredibile e allo stesso tempo sconcertante scoperta: dai resti è stato riesumato quel che sembra essere una pietra con incisi un inconfondibile fallo accompagnato da un messaggio, contenete un insulto, a qualcuno di particolarmente antipatico.
Il sito di Vindolanda è ubicato nella zona a sud della fortificazione difensiva conosciuta come Vallo di Adriano; nel corso dei secoli, diverse persone hanno visitato il luogo, scoprendo uno stabilimento balneare militare nel 1702 e un altare nel 1715.
Tralasciando questi “frivoli” ritrovamenti, gli scavi archeologici più seri iniziarono nel 1930 sotto il comando di Eric Birley, i cui figli e nipoti presero in mano l’eredità dopo la sua morte, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Il sito è principalmente famoso per le tavole di Vindolanda, essendo i documenti scritti a mano più antichi dell’intero Regno Unito: scoperti nel 1973, essi sono sottili foglie di legno con del testo scritto con inchiostro a base di carbonio. La maggior parte dei documenti sono comunicazioni militari, oppure comunicazioni da parte dei soldati destinate alle loro famiglie.
Ad esempio, una tavola contiene una lettera proveniente da un ufficiale di cavalleria chiamato Masculus nella quale chiedeva che venisse inviata più birra alla guarnigione. In tempi più recenti, nel 2017, alcuni archeologi hanno trovato baracche con spade e punte di freccia.
Quali sono le caratteristiche della pietra rinvenuta dagli archeologi?
Per quanto riguarda l’ultima scoperta citata all’inizio, uno dei volontari che stavano operando sul sito ha pensato si trattasse semplicemente di un detrito. Dylan Herbert, biochimico in pensione, ha però successivamente constato la presenza di scritte abbastanza inusuali sulla pietra, commentando:
solo dopo aver rimosso il fango ho realizzato effettivamente il contenuto di ciò che avevo scoperto, rimanendone “incantato”.
La pietra risulta essere abbastanza piccola misurando 40 centimetri in lunghezza e 15 centimetri in altezza; gli esperti in epigrafia romana hanno decifrato le scritte contenenti le parole Secundinus cacator, letteralmente “Secundinus, lo str*nzo“. L’immagine fallica e l’insulto nel caso specifico, avevano chiaramente lo scopo di offendere e schernire questo Secundinus, che evidentemente non andava proprio a genio all’autore dell’opera.
Il ritrovamento di un’iscrizione, un messaggio diretto dal passato, risulta essere sempre un grande evento in uno scavo Romano; questa scoperta però ha letteralmente fatto sgranare i nostri occhi mentre decifravamo il messaggio.
L’autore aveva un serio problema con Secundinus, avendo la sicurezza nell’annunciare il proprio astio pubblicamente su una pietra. Non ho dubbi sul fatto che il diretto interessato non sia rimasto impassibile dinanzi a questo affronto.
Fonte: arstechnica.com