Futurama 4×07: Jurassic Bark (Cuore di Cane) è una puntata del 2002 (trasmessa per la prima volta nel 2004 in Italia) della mai troppo acclamata serie di Matt Groening, che proietta il protagonista Philip J. Fry 1000 anni nel futuro successivamente ad un incidente con una capsula per il sonno criogenico.
Questa piccola introduzione è stata inserita per il semplice fatto che l’episodio di cui andremo a parlare (come speriamo già saprete ndr) ha a che fare proprio con l’incidente di Fry, avvenuto 3 anni dopo la conoscenza del cane Seymour, un personaggio entrato nell’immaginario collettivo di tutti.
Il fulcro centrale della puntata vira intorno alla nostalgia e alle congetture in poche parole, dato che la scrittura proietta le menti attuali di questo millennio in quello che potrebbe essere il 3000 e di come la potenziale popolazione possa considerare, sfruttare e opinare le nostre attuali strutture, comprensive di cibo, utensili e altre peripezie varie.
Infatti in Jurassic Bark (Cuore di Cane) ammiriamo la riscoperta di “un’antica pizzeria” che successivamente si rivela essere l’immortale Panucci Pizza, il posto dove lavorava il protagonista. Proprio lì Bender e Fry scovano il piccolo Seymour pietrificato, dove a successivi sacrifici viene riportato “a casa”, rivelandosi in un certo qual modo, ancora “vivo”.
Già qui riscontriamo temi profondi come la forzatura incessante di riportare qualcosa o qualcuno indietro, senza preoccuparci mai del presente. L’ossessione di Fry di recuperare un pezzo del suo passato è talmente forte da oscurare qualunque cosa lui abbia intorno, compreso il suo amico robot Bender, facendolo sprofondare in un pozzo di disperazione senza fine.
Quello del protagonista è un comportamento totalmente umano, un eterno ritorno in cui tutti possiamo imbattere, nonostante l’autocontrollo e la consapevolezza di esso. Sbattiamo spesso contro lo stesso muro e per forza di cose cerchiamo di riprendere un pezzo di qualcosa che non c’è più, o semplicemente non c’è mai stato. Le sensazioni e le emozioni del passato hanno sempre un odore e un sapore diverso da quello che ricordiamo e proprio per questo il passato deve restare tale, nonostante la mancanza di quel qualcosa ci fa a pezzi.
La maturità di Fry nel comprendere tale concezione è davvero profonda, nonostante spesso e volentieri la scrittura del personaggio lo banalizza a sempliciotto stupido e maledettamente simpatico, rivelandosi una persona profonda in situazioni del genere. Maestosa la sua evoluzione emotiva con il personaggio di Leela.
Oltre questo la storia di Seymour colpisce per tanti motivi ed è senza dubbio una perla televisiva per i messaggi che lancia, grazie alla sua semplicità e originalità, nonostante il tutto sia ispirato alla storia di Hachikō. Il rapporto tra i due personaggi disegna e traccia un percorso appartenente ad ognuno di noi, un percorso rivelatorio e tangibile e proprio per questo così dannatamente umano e capace di abbracciare tutti gli spettatori e unirli con l’animo spezzato di Fry, che nella sua frastagliata vita precedente aveva solo il suo fedele animale, che ricordiamo muore nel 2012 a seguito di un’esplosione che lo fossilizza.
Tutti abbiamo attraversato questa strada (l’allegoria del cane può essere tranquillamente spostata ad un rapporto umano ndr) e Matt Groening è consapevole di questo, proprio per questo ci troviamo di fronte ad una sensibilità unica, mascherata da una comicità irriverente, tagliente e che spesso fa riflettere.
Amicizia, lealtà, cuore, anima e altruismo sono solo alcuni dei valori che troviamo in Seymour, valori spesso dimenticati, cancellati, per far spazio a sentimenti vigenti sull’egoismo e la cattiveria, rappresentati in questo episodio proprio dalla famiglia di Fry, che accenna solamente alla ricerca del figlio senza porgergli il peso dovuto. Per assurdo lo stesso Panucci nonostante le sue urla e i vari maltrattamenti al suo dipendente, dimostra un valore umano quando quest’ultimo scompare, prendendosi cura del suo Seymour fino alla chiusura della Pizzeria, a pari passo con la sua morte (simbolicamente è questo che l’episodio ci racconta verso il finale ndr).
Un episodio davvero emozionante, forse quello con il maggior valore simbolico, capace di scatenare nel pubblico ancora oggi a distanza di 20 anni una forte nostalgia, un dolore quasi sconosciuto evocato dalla visione della scena finale dove Fry, una volta scoperto che Seymour ha vissuto 12 anni dopo il suo sonno, decide di non riportarlo in vita, dato che ipotizza una vita diversa vissuta dal cane dopo la sua scomparsa.
I secondi finali ancora oggi spaccano il cuore, con la sequenza fissa sulla Pizzeria di Panucci in time lapse che rappresenta 12 anni di vita del cane passati ad aspettare il suo amato Fry sotto il sole, sotto la pioggia e la neve, traendo forza solo dalla semplice speranza, dall’amicizia e dal sentimento puro verso il suo amico. Nella scena si tange quasi l’emozione e il sentimento si fa vivido, dato che non ci cattura solamente per il momento presente, visto la “pressione” che la sequenza oppone anche alle nostre delicate corde interne, suonandole in un onirico lasso temporale appartenente al passato e al futuro, riuscendo a creare in maniera assiomatica qualcosa di soggettivo per ognuno di noi.