Negli ultimi dieci anni il premio Oscar come Miglior Film d’Animazione è stato vinto nella maggior parte dei casi da lungometraggi Disney o Pixar. Uno dei film che hanno meritato maggiormente l’ambita statuetta è stato Coco.
Per Lee Unkrich è il secondo film Pixar con cui ha vinto l’Oscar, dopo Toy Story 3 – La Grande Fuga. Insieme ad Adrian Molina, i due registi sono riusciti a realizzare un film rivolto ai bambini (ma anche per adulti), che tratta di un tema delicato come quello dell’aldilà. Il centro di Coco è infatti la festività dei “Dias de Los Murtos”
Il protagonista di Coco è Miguel, un bambino di 12 anni della cittadina di Santa Cecilia. Il suo sogno è diventare un musicista e suonare la chitarra come faceva il suo idolo, Ernesto della Cruz. Ma sua nonna e la sua famiglia sono contrari al desiderio di Miguel: infatti, la sua bisnonna, Coco, era stata abbandonata da piccola da suo padre, che era partito per costruirsi la sua carriera di musicista. Opponendosi al volere della sua famiglia, Miguel intraprende un viaggio nel Mondo dei Morti alla riscoperta delle sue origini.
Come accennato, a parte un altro lungometraggio come Il Libro della Vita (2014), non sono molto i film d’animazione che trattano un tema così delicato come ha fatto Coco. Seppur con qualche cliché del suo genere, il film di Lee Unkrich scorre non solo decisamente bene, ma riesce a toccare le giuste corde e a far emozionare lo spettatore in molte parti nel film; specie sul finale (ma non vi diciamo nulla di più, per non fare spoiler, ovviamente).
Coco, inoltre, è stato il primo film “musical” realizzato da Pixar, prendendo in prestito una formula bene rodata dai cugini Disney Animation Studios. Nonostante questo, Coco non sfigura affatto rispetto ad altri Classici, anzi: lo sta a dimostrare il secondo Oscar del film, per la Miglior Canzone (Ricordiami).
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