In tutto il mondo, così come in Giappone, fino ad una ventina di anni fa la diffusione di internet era ancora agli albori e pochissime persone potevano permettersi, a livello economico e di locazione, una connessione che consentisse loro di navigare in rete. Di conseguenza, fino a qualche decennio fa, le riviste erotiche cartacee erano reperibili un po’ovunque ed erano l’unica fonte di perversione alla quale un adolescente potesse attingere.
In Giappone, come ben sappiamo, il mercato delle riviste, dei magazine e dei rotocalchi è ancora fiorente e rappresenta ancora la stragrande maggioranza dell’editoria. Ciò, tuttavia, non argina la problematica intrinseca della carta: la deperibilità.
Indipendentemente dalla cura e attenzione che viene dedicata al prodotto, è una conseguenza naturale che tali prodotti di stampa col tempo si rovinino (a causa dell’umidità, dell’esposizione ai raggi solari, di un’inadeguata ossigenazione ecc. ecc.).
La storia che riguarda un giovane giapponese e la sua opera di restauro di un manga hentai ha quindi fatto il giro del web, tra individui che lo hanno sbeffeggiato per l’impegno “buttato” ed altri che genuinamente si sono sorpresi del suo operato.
Il ragazzo in questione, ha documentato tutta la sua esperienza sul proprio profilo twitter. Egli ha dichiarato che da adolescente aveva pochissimi soldi e che i suoi genitori fossero molto severi durante la sua crescita, di conseguenza per lui, prima dell’avvento di internet, l’unica speranza per vedere un po’ di ragazze scostumate era di trovare qualche rivista abbandonata per strada da qualcuno che aveva appena finito di leggerla.
Buona parte di questi magazine e manga, tuttavia, li trovava in condizioni pessime: rovinati, spezzati, spiegazzati o sporchi.
La vicenda che ha fatto il giro del web in Giappone
Come abbiamo detto poc’anzi, il ragazzo in questione era abituato a fruire della pornografia tramite ciò che trovava per terra; ora l’individuo è un uomo adulto che si può permettere di acquistare qualunque rivista (cartacea e non) che voglia, ma il tarlo di non aver potuto leggerne parecchie provenienti dalla sua infanzia lo ha sempre indispettito.
Navigando, per l’appunto, su internet, il ragazzo si è imbattuto in un video all’interno del quale venivano spiegati i mezzi e metodi necessari per rimettere in sesto un libro anche parzialmente illeggibile rendendolo nuovamente maneggiabile (sfortunatamente il video in questione non sembra essere reperibile ad una risoluzione maggiore).
Ispirato dalla visione, egli si è informato ulteriormente sulla questione, acquistando numerosi libri sul restauro di opere cartacee e, dopo averli studiati a dovere, ha deciso di intraprendere la propria missione: rimettere a nuovo un manga hentai trovato per terra, esattamente come durante la sua infanzia.
Sapendo chiaramente che molti non vorrebbero essere scoperti con tali riviste in mano, il giovane è andato a cercare dei manga hentai in luoghi specifici come sotto ponti, strade o sentieri. Per sua sfortuna non riuscì a trovare nulla di rilevante, tranne giusto un paio di DVD per adulti che erano inutili allo scopo della sua missione.
D’altronde parecchi anni sono passati dalla sua infanzia e quindi è più che plausibile che meno gente vada effettivamente a comprare tali riviste.
Dopo aver cercato e cercato, il giovane incredibilmente non è riuscito a trovare alcun manga erotico per strada, nonostante avesse persino chiesto aiuto su Twitter ai suoi connazionali giapponesi.
Quindi per lui non vi era altra scelta che distruggere personalmente un manga e ripristinarlo.
Per proseguire nel suo intento era necessario fare un po’ di preparativi: innanzitutto si creò un mini giardino da usare come “banco da lavoro”, poi andò a comprare una rivista di doujinshi erotici da oltre 380 pagine e la immerse per più di un mese in un secchiello contenente acqua, terra, foglie e ghiaia (così da ricreare, pressapoco, la consistenza ed il colore del fango).
Il ragazzo ha poi successivamente posizionato il secchio sopra al tetto di casa propria in Giappone, così da fargli subire ulteriormente le condizioni causate da vento, freddo, sole e pioggia. D’altronde doveva cercare di ricreare in maniera più veloce possibile un manga che all’apparenza potesse sembrare verosimilmente vecchio di parecchi anni.
Dopo aver aspettato su per giù un mese perchè il libro si rovinasse a pieno, egli andò a recuperare il secchio e queste erano le condizioni in cui si trovava la rivista:
Il restauro del manga da parte di questo coraggioso ragazzo giapponese può quindi finalmente iniziare e si è suddiviso in 6 fasi:
1- Smontare e numerare le pagine
2- Peeling adesivo e pulitura a secco delle pagine
3- Sterilizzazione e pulizia ad umido delle pagine
4- Essiccazione e stiratura/appiattimento
5- Riparazione delle eventuali parti strappate
6- Ripristino della rilegatura
Ecco i risultati del restauro più inconsueto del Giappone
Il protagonista di questa bizzarra iniziativa avvenuta in Giappone ha così commentato il suo piccolo successo personale:
Quando l’ho comprato per la prima volta in negozio, sono stato in grado di leggerlo pensando “oh mio dio, è arrapante”, ma dopo molti giorni di lavoro a questo progetto sono in uno stato di attaccamento che ha da tempo passato il semplice erotismo; ora quando lo tengo in mano è come se stessi tenendo in mano il mio stesso figlio. Non potrò mai buttarlo via!
Quindi, l’esperimento sull’usare la tecnologia di restauro dei materiali da biblioteca per riparare libri erotici ti consente di poterli riottenere in uno stato in sia possibile leggerli normalmente? Sfortunatamente no; lungi dall’essere in uno stato in cui si possa leggere normalmente, però quantomeno è pulito esattamente come prima e forse rilegato anche meglio […].
Ci vuole una certa cura nel maneggiarlo, ma non è nemmeno così tanto fragile.
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